Dorin Chirtoacă e Mihai Ghimpu

Dorin Chirtoacă e Mihai Ghimpu (Dorin Chirotoacă/Flickr)

Il sindaco uscente Dorin Chirtoacă, rappresentante dell'Alleanza, ha conquistato il 50,6% al ballottaggio delle elezioni amministrative nella capitale moldava tenutesi lo scorso 19 giugno. Ma il Partito comunista, il cui candidato è risultato sconfitto, ha ottenuto 26 seggi su 51 nel consiglio comunale. La coalizione di governo, l'Alleanza per l'integrazione europea, ha vinto in gran parte dei comuni nel resto del Paese

23/06/2011 -  Natalia Ghilaşcu Chişinău

Lo scorso 19 giugno si sono tenuti in Moldavia i ballottaggi per le elezioni amministrative. Ad uscirne vincitori i tre partiti membri dell'attuale coalizione di governo, l'Alleanza per l'integrazione europea. Quest'ultima, nonostante abbia molto faticato negli ultimi anni ad attuare riforme sociali - e non siano mai riusciti ad eleggere un Presidente del Paese per la mancanza della maggioranza qualificata in Parlamento e il mancato accordo con l'opposizione - avranno ora quattro anni di mandato a disposizione per promuovere la propria agenda a livello locale.

Il confronto principale si svolgeva nella capitale Chişinău. Dorin Chirtoacă, sindaco in carica per l'Alleanza, si è riconfermato con il 50,6% dei voti. Il comunista Igor Dodon, in testa al primo turno e ottimista sul ballottaggio, non ha però riconosciuto la sconfitta ed è ricorso a vie legali. Il 21 giugno, il Partito comunista ha infatti richiesto alla Corte d'Appello di Chişinău l'annullamento del risultato e la ripetizione del voto. Dodon ha allegato al ricorso circa 200 denunce di elettori e osservatori elettorali. Il leader comunista Vladimir Voronin ha accusato la coalizione di governo di brogli e minacciato di boicottare le sessioni parlamentari in caso di respingimento del ricorso stesso. In ogni caso, Voronin ha incoraggiato tutti i sostenitori del Partito ad ignorare i provocatori “che vorrebbero portare l'elettorato comunista ad azioni simili alle rivolte del 7 aprile.”

Il Partito liberale - uno dei membri dell'Alleanza - ha reagito per voce del suo leader Mihai Ghimpu che ha dichiarato che il Partito comunista non ha prove di brogli e che in ogni caso ogni candidato ha il diritto di contestare i risultati. Ciononostante ha aggiunto che Dodon dovrebbe riconoscere la sconfitta.

Prima delle elezioni

La vittoria di Chirtoacă – che ha ottenuto 55.000 voti in più rispetto al 2007 - è stata possibile grazie al sostegno del Partito liberale, del Partito liberal-democratico e del Partito democratico, ovvero dei partiti della coalizione di governo. Questi ultimi si sono alleati solo al secondo turno, contro il candidato comunista. L'accordo è arrivato dopo scaramucce interne e a seguito del magrissimo risultato del candidato del Partito democratico che non è andato oltre il 2% al primo turno.

Secondo gli analisti politici, per la coalizione di governo le amministrative rappresentavano ora un'importante occasione di consolidamento in vista di nuove riforme. Lo pensa anche il nuovo sindaco della capitale Dorin Chirtoacă che ha dichiarato che ora l'Alleanza è molto più forte: “È ora di stare insieme e portare avanti il cambiamento, dobbiamo continuare i progetti già avviati e svilupparne altri”.

A contribuire alla sconfitta di Igor Dodon invece anche le accuse arrivate dalla procura generale della capitale di aver falsificato un documento usato poi per accusare Chirtoacă di corruzione e le accuse contro un consigliere comunale del suo partito che oltre vent'anni fa avrebbe commesso violenza su una minore.

Risultati, coalizioni, polemiche

Nel resto del Paese l'Alleanza ha visto eletti 600 sindaci contro i 200 dei comunisti. Il Partito liberale ha piazzato il minor numero di sindaci rispetto agli alleati (circa 100), ma si tratta comunque di un grande successo rispetto al 2007, quando vennero eletti solo 13 sindaci liberali. Buon risultato anche per il Partito liberal-democratico, che ha ottenuto 283 sindaci.

Si apre ora la fase di negoziazioni per creare i governi locali. Il leader liberal-democratico Vlad Filat ha incoraggiato ora gli alleati ad escludere ogni alleanza con il Partito comunista a livello locale: “Solo così potremo ottenere la maggioranza nei consigli comunali. Ogni alleanza con il Partito comunista porterebbe al collasso dell'Alleanza”. Non è chiaro, tuttavia, come funzioneranno i 70 consigli dove sono stati eletti candidati indipendenti, una relativa novità per il Paese. In altri, il Partito comunista ha ottenuto più seggi degli altri partiti, ma non abbastanza per formare una maggioranza, cosa che riesce a fare solo in sette città, fra cui Chişinău (26 seggi su 51).

Secondo il sindaco liberale, però, un riconteggio già approvato dalla Corte d'appello gli porterà i 350 voti necessari per ottenere un altro seggio e scongiurare così una maggioranza comunista, ma questo si saprà solo il 23 giugno.

La decisione della Corte è stata criticata dal leader comunista Voronin, che l'ha definita “un furto di democrazia per vie fraudolente”. Il Partito comunista si è opposto al riconteggio anche perché il costo supererebbe i 100.000 dollari. In caso di avvicendamento a Chişinău, il Partito comunista avrebbe potuto spingere per nuove elezioni parlamentari nella speranza di vincere.

Elezioni libere

Secondo Gerald Mitchell, capo della missione Osce che ha osservato le elezioni, queste ultime sono state libere e regolari, ma le autorità dovrebbero migliorare gli elenchi elettorali: “Queste elezioni hanno dimostrato il costante progresso nella creazione di un ambiente favorevole allo svolgimento di elezioni democratiche”. Il ministero degli Esteri russo non ha esitato ad accusare gli osservatori internazionali di tacere su diversi brogli identificati dagli osservatori del Partito comunista.

Secondo due report della ONG locale Promo-LEX, si sono verificate piccole irregolarità simili a quelle del primo turno, quando i partiti filo-europei hanno regalato cibo e vestiario nel giorno delle elezioni, una pratica che contraddice le disposizioni del Codice di condotta elettorale. Altre irregolarità sono emerse rispetto agli elenchi elettorali, in cui figuravano nominativi sconosciuti e non residenti nel luogo delle votazioni.

Le pratiche più frequenti sono state l'organizzazione del trasporto per gli elettori, il pagamento di fino a 4 dollari per un voto (così hanno fatto in alcuni casi, secondo Promo-LEX, i sostenitori del Partito comunista) e percosse a sostenitori dei partiti rivali. Quattro stazioni elettorali sono state disconnesse dalla rete elettrica durante i conteggi.

L'inizio di qualcosa di nuovo?

Chirtoacă è ottimista e prevede di riuscire, come ha fatto negli ultimi anni, a trovare un compromesso con la maggioranza comunista nel consiglio comunale di Chişinău.

Lo scenario attuale è simile a quello dello scrutinio precedente, quando i consiglieri comunisti si accordarono con i partiti ora uniti nell'Alleanza per l'integrazione europea nel votare budget e programmi economici.

Oazu Nantoi, analista politico, crede che Igor Dodon potrebbe essere eletto presidente del Consiglio comunale e che i due candidati avversari possano riuscire a trovare un terreno comune per amministrare la capitale.

Inoltre, secondo Nantoi, l'emergere dell'ex-ministro dell'Economia Dodon nel panorama politico moldavo potrebbe essere uno sviluppo positivo per il rinnovamento del Partito comunista. Dodon, che ha corso da indipendente per le amministrative, dovrebbe secondo l'analista moldavo scegliere ora se continuare a ricoprire il ruolo di deputato in Parlamento, senza esporsi più di tanto, o tentare di dare avvio ad una spinta riformatrice in senso social-democratico in seno al suo partito.

In questo caso – secondo l'analista - il Partito comunista potrebbe diventare una forza politica più incline a negoziare e collaborare con l'Alleanza per portare a compimento le riforme tanto necessarie per migliorare la qualità della vita di quattro milioni di cittadini.