Dopo forti pressioni da parte di Unione europea e Ong locali, la Moldavia ha finalmente approvato una legge contro le discriminazioni. Ma in seguito a proteste di Chiesa ortodossa e varie forze politiche, la tutela dei diritti LGBT è stata limitata al solo mercato del lavoro
La legge anti-discriminazioni recentemente approvata in Moldavia è stata per anni al centro di un intenso dibattito. La maggior parte delle reazioni sono venute dalla Chiesa ortodossa moldava, che concentrandosi sulla misure a tutela della comunità LGBT incluse originariamente nella proposta di legge, ha ripetutamente lanciato l'allarme contro la “propaganda omosessuale” che sarebbe in corso e le minacce nei confronti delle tradizioni familiari. La legge è stata approvata lo scorso maggio, dopo forti pressioni di organizzazioni internazionali e UE, la quale aveva posto un impegno concreto da parte del governo nella lotta alla discriminazione tra le precondizioni nell'ambito dei negoziati sull'eliminazione dei visti.
Cinque anni di suspense
Il primo disegno di legge anti-discriminazioni risalente al 2008 prevedeva una vasta gamma di tutele contro la discriminazione basata su opinioni politiche, classe sociale, background culturale, colore della pelle, razza, nazionalità, etnia, religione, lingua, sesso, età, salute, disabilità, orientamento sessuale, stato patrimoniale e così via. L'iniziativa era stata sostenuta da varie organizzazioni della società civile, ora unite nella Coalizione per la non-discriminazione . Dopo anni di mancata reazione da parte della coalizione al potere, l'Alleanza per l'integrazione europea, solo l'anno scorso il ministero della Giustizia aveva proposto un relativo disegno di legge, subito rinviato dal Parlamento per emendamenti.
Solo quest'anno il ministero della Giustizia ha dichiarato che la Moldavia era pronta ad adottare una tale legge. I criteri di orientamento sessuale, condizione economica e classe sociale sono stati rimossi quasi totalmente dal testo in esame e le discriminazioni sulla base di questi criteri sono ora esplicitamente proibite solo sul mercato del lavoro.
"Il governo è rimasto solo di fronte ai fondamentalisti che hanno male interpretato la legge. Concordo che il progetto iniziale era molto meglio di quello attuale, ma ci è stato assicurato che con questi cambiamenti la legge troverà il consenso del parlamento", ha dichiarato il ministro della Giustizia, Oleg Efrim, pochi giorni prima dell'approvazione definitiva della legge.
Il mancato coraggio dei politici
Dopo aver dichiarato che la legge sulla discriminazione andava adottata anche perché necessaria all'avanzamento del percorso di integrazione europea, l'attuale primo ministro Vlad Filat è stato accusato dagli oppositori della legge di prendere decisioni contro la "volontà della maggioranza" ovvero, presumibilmente, quella della Chiesa ortodossa locale. Il suo partito, il Partito liberal-democratico, è stato l'unico partito a prendere una posizione chiara a favore dell'adozione della legge.
Gli altri leader della coalizione di governo hanno posto condizioni per garantire il loro appoggio. Agli omosessuali non deve essere permesso di formare delle famiglie e disturbare l'ordine pubblico, ha affermato Marian Lupu, leader del Partito democratico. Gli omosessuali, ha affermato, non sono persone normali, e i Pride vanno limitati perché mettono in pericolo la morale pubblica. Mihai Ghimpu, leader del Partito liberale, ha posto come condizione l' introduzione della castrazione chimica per i pedofili , disposizione effettivamente approvata lo scorso marzo ed entrata in vigore il primo luglio.
Kalman Mizsei, ex rappresentante speciale UE in Moldavia, ha espresso in una secca intervista il malcontento di Bruxelles nei confronto dello scarso sostegno politico alla legge e alle dichiarazioni offensive verso la comunità LGBT espresse da esponenti di varie forze politiche. "L'élite moldava non ha agito in modo maturo ed europeo, con l'eccezione di chi ha avuto il coraggio di sostenere il disegno di legge originario”, ha dichiarato Mizsei.
Coalizione politico-religiosa
Anche se la Moldavia è formalmente uno stato laico, i leader religiosi entrano spesso in modo molto attivo nel dibattito politico. In questo caso, ad esempio, i membri del clero e sostenitori della Chiesa Ortodossa hanno protestato per due anni nelle strade della capitale, di fronte al governo e al parlamento contro l'adozione della legge con con canti religiosi, manifesti omofobici e benedizioni dell'edificio in cui i deputati dovevano discutere la legge. Con loro, contro “l'agenda omosessuale”, si sono apertamente alleate l'opposizione comunista e la sinistra extra-partitica.
Nonostante la legge sia stata approvata con le modifiche proposte dal ministero della Giustizia (cioè, fra le altre cose, limitando le disposizioni in materia di orientamento sessuale al mercato del lavoro), ogni deputato che usciva dal Parlamento è stato offeso ed etichettato come “frocio”. Il giorno successivo, il leader comunista Vladimir Voronin, ha attaccato i deputati che hanno votato per la legge di omosessualità e giurato vendetta contro di loro.
Kalman Mizsei, ex-rappresentante UE in MoldaviaI cosiddetti partiti di sinistra non sono
di sinistra per i loro valori, ma solo per
orientamento geopolitico, [...] fanno
campagna per idee retrograde e inumane
Successivamente, alcuni rappresentanti delle associazioni religiose hanno proposto l'esclusione dai servizi ecclesiastici di tutti i deputati che hanno votato a favore della legge. Inoltre, estremisti religiosi hanno diffuso in chiese e università volantini offensivi verso il governo, accusato di promuovere l'omosessualità. Il Partito socialista ha fatto ricorso alla Corte costituzionale contro la legge, rea di “omosessualizzare” tutto il Paese senza ottenere risultati sul regime dei visti, mentre l'opposizione comunista ha annunciato un referendum per annullare quei 53 voti a favore della legge.
Riferendosi ai "cosiddetti partiti di sinistra" in Moldavia, l'ex Rappresentante UE in Moldavia Kalman Mizsei ha dichiarato che “non sono di sinistra per i loro valori, ma solo per orientamento geopolitico" e che "fanno campagna per idee retrograde e inumane".
Il sostegno internazionale
La comunità e le ONG internazionali hanno avuto un impatto notevole nel processo di approvazione della legge. Secondo Dirk Schuebel, capo delegazione UE in Moldavia, questo impegno fa parte della tabella di marcia per la liberalizzazione del regime dei visti. "Gli oppositori di questa legge dovrebbero analizzarla a fondo, perché a beneficiarne sarà almeno metà dei cittadini moldavi. La non-discriminazione delle minoranze sessuali è solo uno degli aspetti di questo disegno di legge".
L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha esortato il governo moldavo a rinnovare il suo impegno per una legge organica contro le discriminazioni. "Data l'ostilità verso le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali in Moldavia, compreso l'incitamento all'odio da parte di politici e funzionari pubblici, è indispensabile che queste disposizioni rimangano nella legge", ha affermato Ravina Shamdasani, portavoce OHCHR, prima dell'approvazione.
La legge è stata approvata anche grazie agli sforzi della diaspora moldava, che, attraverso appelli pubblicati da associazioni di residenti all'estero, ha esortato il governo ad avere più coraggio e ad approvare la legge anti-discriminazioni in linea con le richieste dell'UE, anche per velocizzare i negoziati sulla liberalizzazione dei visti.
La legge in vigore dal 2013
Entro sei mesi il Parlamento nominerà 4 membri di un Consiglio nazionale anti-discriminazioni, che avrà il compito di esaminare le discriminazioni e rappresentare chi faccia denuncia in tribunale ma, fanno notare le ONG, non avrà il mandato di imporre sanzioni, a differenza di organi analoghi in altri Paesi. Indipendentemente da queste carenze, la Moldavia sembra aver fatto un passo avanti rispetto a Ucraina o Russia, dove nessuna legge analoga è stata discussa. Ancora più lavoro deve essere però fatto per educare alla tolleranza e al rispetto per la diversità.
Secondo il sondaggio "Percezioni della popolazione in materia di discriminazione " pubblicato dalla fondazione Soros, le persone omosessuali sono la categoria più discriminata in Moldavia, a fianco di persone malate di AIDS e quelle con disabilità mentali. Secondo la stessa indagine, per il 46% degli intervistati i rapporti omosessuali dovrebbero essere vietati, per il 24% puniti con delle multe e per il 23% con il carcere. Per il 70% degli intervistati i bambini malati di AIDS dovrebbero studiare in classi separate, mentre per il 41% alle persone malate di AIDS dovrebbe essere vietato l'uso dei mezzi pubblici.