Il settore agricolo dà lavoro a 400.000 persone in Moldavia e costituisce uno dei pilastri dell'economia nazionale. Ma i contadini moldavi si sentono abbandonati dalle istituzioni
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 25 maggio 2015)
“Rispettateci, siamo noi a nutrirvi!”. Era questo uno degli slogan delle manifestazioni dello scorso 27 marzo e 15 aprile. Quattromila contadini hanno in quelle occasioni sfilato con i loro trattori in tutto il paese per dimostrare la loro insoddisfazione.
Mihai Savin, originario di Jora de Mijloc, regione di Orhei, aveva dichiarato ai microfoni di Europa Liberă: “Abbiamo perso la pazienza, non è la prima volta che chi ci dirige non ci prende sul serio. Vogliamo essere ascoltati ed aiutati in momenti difficili come questo. Il blocco dell'export verso la Russia ha fatto molti danni”.
In effetti l'embargo sui vini moldavi – che data settembre 2013 - e quello sulla carne, frutta e verdura moldava imposti dalla Russia dopo la sottoscrizione dell'Accordo di associazione con l'Unione europea stanno avendo conseguenze drammatiche. Tra l'altro tutte le esportazioni verso la Russia - non solo quelle sotto embargo - hanno subito un calo drammatico. Nel 2013 le esportazioni verso la Russia rappresentavano il 26% dell'export totale del paese, contro il 18% del 2014.
Gli agricoltori moldavi denunciano ora di essere ai limiti del fallimento e chiedono al governo di raddoppiare le sovvenzioni a loro favore, che si stima nel 2015 siano attorno ai 1,2 miliardi di lei (60,2 milioni di euro).
Le autorità di Chișinău rispondono però picche e hanno già in arretrato 230 milioni di lei (11,5 milioni di euro) dovuti ma non ancora pagati.
I numeri della crisi
Come la gran parte della popolazione moldava, anche gli agricoltori sono stati colpiti duramente dalla crisi. La valuta nazionale ha perso il 30% del suo valore dallo scorso novembre. I prezzi dei pesticidi – per la maggior parte importati – sono quindi aumentati di molto e lo stesso vale per carburanti e attrezzatura agricola. Tutto questo rende il pagamento di eventuali prestiti molto difficile. Ed è per questo che gli agricoltori chiedono anche facilitazioni nell'accesso al credito.
Lo spiega bene Valeriu Cosarciuc, Presidente della Federazione nazionale degli agricoltori: “Abbiamo chiesto che venga approvata urgentemente una legge che garantisca credito agricolo ai coltivatori. Quelli che non hanno garanzie devono poter accedere comunque a speciali fondi, come avviene ad esempio in Romania o in altri paesi europei”.
Un'altra rivendicazione degli agricoltori moldavi è quella dell'abbassamento del tasso di interesse all'1% pagato sui cosiddetti “mutui polacchi”. Nel dicembre scorso la Polonia aveva messo a disposizione della Moldavia 100 milioni di euro per la modernizzazione di macchinari agricoli e per adattarsi a standard europei. Varsavia ha imposto due condizioni a chi avrebbe ottenuto credito: dovevano acquisire materiale agricolo di aziende polacche e restituire il prestito ad un tasso del 3%. Il governo moldavo è poi riuscito a negoziare un abbassamento del tasso al 2% ma questo non ha risposto che parzialmente alle richieste degli agricoltori.
Malgrado numerosi incontri con le autorità, i rappresentanti dei sindacati degli agricoltori non sono riusciti a farsi capire. E ora minacciano di bloccare il prossimo 27 maggio tutte le strade che portano alla capitale Chișinău.
Da parte governativa si risponde di aver ascoltato le rivendicazioni e di aver fatto sforzi per andare incontro agli agricoltori. Ion Sula, ministro dell'Agricoltura, afferma di aver provato a fare ogni cosa per porre a termine l'embargo russo: “Abbiamo inviato una lettera al Rosselhoznadzor, il servizio veterinario e fitosanitario russo, chiedendo loro di riprendere il dialogo e da allora le esportazioni sono state riavviate per una decina di aziende che producono carne e patate”.
L'Europa
Mosca sembra però sino ad ora recalcitrante a riavviare il dialogo ed allora Chișinău si sta sempre più girando verso l'Unione europea e si aspetta molto da quest'ultima.
La strumentazione obsoleta e gli imballaggi non a norma sono però dei freni all'esportazione verso l'Ue. La Commissione europea ha quindi deciso, lo scorso 26 marzo, di accordare un finanziamento di 56 milioni di euro – ripartito in tre tranche sino al 2018 – nel quadro della Politica di vicinato, per l'agricoltura ed il suo sviluppo (ENPARD).
Ciononostante Alexandru Slusari, le presidente dell'associazione UniAgroProtect, sottolinea che questa prima tranche di 17 milioni di euro è stata inserita nel budget del ministero delle Finanze per l'anno 2015. “Ma tutti sanno che il progetto EMPARD dovrebbe essere in aggiunta alle politiche governative già adottate e non in sostituzione!”, si indigna.
La Moldavia conta anche sulla vicina Romania per sostenere la sua produzione. In passato vi esportava in particolare prodotti industriali ma in questi ultimi mesi sono aumentate notevolmente le esportazioni di prugne, granaglie, vino e uva, rendendo la Romania il secondo importatore al mondo di prodotti moldavi. Tutto questo è stato facilitato dalla firma dell'Accordo di associazione con l'Ue che prevede l'eliminazione di tasse doganali con la Romania. Secondo Mihai Daraban, a capo della camera di commercio e dell'industria della Romania “la Romania è un vero partner d'affari per la Moldavia e può offrire grandi possibilità al suo export”.