Un uomo è morto durante una battuta di caccia alla quale partecipavano uomini d'affari, giudici, funzionari di governo e lo stesso procuratore generale. La notizia, diventata pubblica solo due settimane più tardi, ha portato a galla tensioni profonde all'interno della coalizione di governo
Lo scorso 23 dicembre, un uomo d'affari di 34 anni, Sorin Paciu, ha partecipato a una battuta di caccia al cinghiale nella riserva “Pădurea Domnească”, in Moldavia. Assieme a lui altre 31 persone, tra cui funzionari di governo, uomini d'affari, giudici e procuratori, incluso lo stesso procuratore generale Valeriu Zubco. In quell'occasione, Sorin Paciu è stato ferito mortalmente da un colpo d'arma da fuoco. Ha lasciato la moglie e una bambina di tre anni.
I funzionari pubblici che hanno partecipato alla caccia hanno cercato di mantenere segreto l'accaduto fino a quando non è stato rivelato da Sergiu Mocanu, attivista e nota figura politica, in una conferenza stampa il 6 gennaio scorso.
Il presidente della repubblica Nicolae Timofti ha presto espresso preoccupazione su come le istituzioni non abbiano saputo gestire la questione. L'ufficio del procuratore di Falesti, città dove è avvenuto il dramma, fino ad ora ha identificato un solo sospetto, il vice-presidente della Corte d'appello, Gheorghe Cretu.
A causa del rischio di eventuali conflitti di interesse, il parlamento ha creato una commissione speciale, come suggerito dal presidente Timofti, per svolgere un'indagine indipendente.
Una commissione indipendente per le indagini
Si è deciso che i membri della commissione parlamentare interrogassero alcune figure pubbliche sull'accaduto, tra cui il presidente della camera Marian Lupu, il primo ministro Vlad Filat, il primo vice-presidente del parlamento Vlad Plahtoniuc e il leader del Partito liberale, Mihai Ghimpu. La commissione è riuscita a parlare con alcuni dei funzionari statali presenti alla seduta di caccia. Il procuratore generale, dimessosi in seguito allo scandalo, ha dichiarato che la battuta di caccia era assolutamente legale e che non aveva avuto affatto intenzione di coprire il delitto.
"Ero in un altro gruppo e in un luogo diverso da quello dell'incidente. Il crimine non è stato coperto, anzi è stato registrato. Non ho informato le istituzioni statali perché la procura dovrebbe essere indipendente e non subordinata", ha dichiarato il procuratore generale Valeriu Zubco dopo essere stato interrogato. Zubco ha sottolineato che alla base delle sue dimissioni vi erano le pressioni politiche che riceveva dal 2009 e che non poteva più sopportare.
Secondo i primi accertamenti della commissione, pare che anche il ministero dell'Interno e i servizi segreti fossero al corrente da subito dell'accaduto.
La notizia si è però diffusa solo dopo il 6 gennaio e i vari politici interrogati dalla commissione hanno affermato di essere venuti a conoscenza dell'accaduto dagli organi di stampa.
Il capo della delegazione UE in Moldavia, Dirk Schuebel, ha dichiarato che l'inchiesta sarà un test per la democrazia nel paese e per le sue aspirazioni di integrazione europea. Schuebel ha anche suggerito che i funzionari coinvolti nel caso farebbero bene a dare le proprie dimissioni, cosa che ben pochi fino ad ora hanno fatto.
Si attendono le conclusioni della commissione parlamentare per il 14 febbraio.
Nuove tensioni nella coalizione di governo
Lo scandalo ha portato a profondi scontri all'interno della coalizione al governo, non certo placati dalle dimissioni del procuratore generale Valeriu Zubco. Il Partito comunista, attualmente all'opposizione, ha richiesto le dimissioni del presidente del parlamento Marian Lupu e del suo vice Plahtoniuc, per aver contribuito a coprire Zubco. Il procuratore generale avrebbe infatti ottenuto il suo incarico nel 2009 proprio su suggerimento di Lupu.
In queste circostanze, la stessa coalizione di governo ha mostrato tutte le sue fratture interne. Il Partito Liberal-Democratico (PLD) guidato dal primo ministro Vlad Filat ha proposto una legge che avrebbe facilitato la rimozione del vice-presidente del parlamento. Anche se la legge non è stata approvata, questa è stata solo la prima di una serie di accuse tra i vari componenti della coalizione di governo, l'Alleanza per l'Integrazione Europea. Marian Lupu ha reagito accusando lo stesso Filat e il suo PLD di voler causare elezioni anticipate. Al contempo, Filat ha accusato Mihai Ghimpu, leader del Partito liberale, di aver fatto una alleanza separata con il Partito democratico. Ghimpu da parte sua ha rilevato che già da mesi i leader dei partiti della coalizione di governo non sono in grado di discutere civilmente tra loro e farebbero quindi bene a delegare altri membri dei loro partiti a prendere il loro posto.
Il presidente della repubblica Nicolae Timofti ha espresso la speranza che i partiti di governo trovino un compromesso e guardino oltre gli interessi politici e i conflitti particolari per guardare piuttosto al processo di riforme necessario all'integrazione europea.
Secondo l'analista politico Bogdan Ţârdea, il presidente dovrebbe insistere sulle dimissioni da incarichi pubblici di tutti coloro che hanno ostacolato una corretta indagine sul reato. "Il compromesso è il benvenuto, ma il Presidente dimentica ciò che ha generato questo conflitto. Non si tratta solo delle aspirazioni politiche del primo ministro o di chi sarà il prossimo procuratore generale. Si tratta di una crisi politica che riguarda lo stato di diritto e l'integrazione europea ", ha dichiarato Ţârdea.
Entro il 2014, la Moldavia ha in programma di firmare un accordo di associazione con l'UE e di ottenere l'esenzione dal regime dei visti. Varie organizzazioni internazionali hanno sollevato preoccupazioni per la nuova crisi politica. Il rappresentante UE in Moldavia Dirk Shuebel ha espresso la speranza che presto questi conflitti siano risolti e che tutti gli sforzi del governo siano orientati a proseguire il cammino di riforme giuridiche ed economiche e l'impegno per combattere contro la corruzione nel paese.