In Moldavia il disegno di legge sulla lotta alla discriminazione divide l'opinione pubblica. Principale oggetto della disputa è l'inserimento dell'espressione "orientamento sessuale" tra i criteri discriminatori da combattere che, secondo alcuni, aprirebbe le porte a comportamenti "immorali"

02/10/2008 -  Iulia Postica Chisinau

La legge sulla prevenzione e sulla lotta alla discriminazione è un vantaggio o un pericolo per la Moldavia? Il paese non ha ancora una legge generale sulla discriminazione, e sulla sua adozione si è acceso un dibattito nella sfera pubblica. La Coalizione per la Non Discriminazione, che riunisce dieci Ong, ha posto tra i suoi principali obiettivi quello di far adottare la legge entro l'inizio del prossimo anno, mentre altri esponenti della società civile, principalmente di organizzazioni cristiane, hanno criticato severamente il progetto di legge perché, a loro avviso, va a minare valori quali famiglia e moralità.

La Moldavia non è l'unico tra i paesi europei a non aver ancora adottato una legge generale contro la discriminazione. Tuttavia, il principio di non discriminazione è un pilastro fondamentale delle politiche sociali, per questo il quadro legislativo nazionale moldavo include molti provvedimenti in questo settore.

Una condizione di pari opportunità è la cornice necessaria per l'implementazione delle politiche sociali a livello nazionale ed europeo. Sull'esempio dei paesi che hanno già adottato leggi antidiscriminatorie, come ad esempio Romania, Irlanda, Finlandia, Norvegia e Grecia, il ministero di Giustizia della Repubblica di Moldavia ha preparato un disegno di legge basato sull'esperienza europea, ed ha invitato le istituzioni governative, le organizzazioni internazionali e la società civile locale ad aprire un dibattito pubblico sulla questione.

I mesi scorsi, a partire dall'8 luglio 2008, quando il progetto di legge è stato reso pubblico, hanno visto susseguirsi reazioni controverse e dibattiti all'interno della società moldava. Le opinioni si dividono tra coloro che sostengono il disegno legislativo e coloro che contrastano categoricamente la sua attuazione.

"La legge sulla prevenzione e sulla lotta contro la discriminazione - vantaggio o pericolo per la Moldavia" era il titolo del dibattito dell'ultima tavola rotonda dedicata a questo problema, tenutasi a Chisinau lo scorso 10 settembre. L'incontro è stato organizzato e moderato dal sacerdote Vasile Filat.

Da una parte del tavolo di discussione erano seduti Sergiu Ostaf, direttore esecutivo del Centro di Ricerca "Diritti Umani" (CreDO), e Veaceslav Balan, esperto di diritti umani di Amnesty International Moldavia, che hanno presentato tutti i vantaggi dell'approvazione della legge. Questa comporterebbe la possibilità d'integrazione sociale a tutte le minoranze, la possibilità di introdurre misure affermative, e la creazione di un quadro istituzionale che offra non solo leggi, ma anche libertà.

Dall'altra parte c'erano l'avvocato Viorica Grecu e il giurista Viorel Cornescu, i quali hanno argomentato che l'adozione del disegno di legge nella sua formulazione attuale costituisce un grande pericolo per la Moldavia. Il giurista ha fatto riferimento in particolare all'inclusione nel testo di legge dell'"orientamento sessuale", tra i criteri discriminatori da combattere, che farebbe riferimento a pratiche sessuale definite "immorali". Questo significa che un datore di lavoro che non vuole assumere una persona di orientamento omosessuale sarebbe accusato di discriminazione.

La Chiesa ortodossa moldava ha espresso chiaramente la sua posizione riguardo al progetto di legge. "La Chiesa metropolita moldava è categoricamente contraria ad ogni tolleranza giuridica dell'omosessualità nella Repubblica di Moldavia", fa sapere la Chiesa in una nota del 9 luglio 2008 indirizzata al ministero di Giustizia. "Siamo uno stato cristiano ortodosso con credenze e valori morali che accettano solo consacrazioni di matrimoni tra uomo e donna quale espressione di ciò che è santo e naturale nell'essere umano".

"La Chiesa metropolita moldava insiste nell'escludere l'espressione "orientamento sessuale" dai criteri di discriminazione previsti dall'articolo 1 del disegno di legge, in quanto ciò darebbe uno sviluppo senza precedenti alla licenziosità e all'immoralità nel paese", si conclude nella nota.

Questa opinione è condivisa da tutte le organizzazioni non governative cristiane che si sono unite nelle Coalizione per la Protezione della Famiglia e della Moralità, in risposta alla settima parata gay tenutasi in Moldavia lo scorso 11 maggio, organizzata in supporto alla legge sulla non discriminazione, al tempo in fase di elaborazione.

Data la preoccupazione per una successiva introduzione di un'educazione antidiscriminatoria che corromperebbe i giovani portandoli a diventare omosessuali, la Coalizione per la Protezione della Famiglia e della Moralità ha organizzato una campagna di raccolta firme per l'esclusione dell'espressione "orientamento sessuale" dal disegno di legge. Finora sono riusciti a raccogliere 30 mila firme.

Nonostante le reazioni negative della comunità religiosa riguardo al progetto legislativo, la Coalizione sulla Non Discriminazione, ha dichiarato il suo impegno per promuovere il progetto di legge in una conferenza stampa tenuta lo scorso 15 settembre. Vera Turcanu, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani della Moldavia, ha affermato che la Coalizione sulla Non Discriminazione mira a far passare entro il prossimo anno la legge sulla prevenzione e la lotta contro la discriminazione, al fine di sbloccare la tensione e risolvere i casi di discriminazione.

Nonostante l'esistenza di provvedimenti multipli sulla non discriminazione nella legislazione nazionale, non esiste una legge generale in questo ambito, cosa che rende difficile la pratica giudiziaria su questioni antidiscriminatorie. Le ambizioni europee della Repubblica moldava, oltre al suo impegno in diversi trattati internazionali per la tutela dei diritti umani, rende necessaria l'armonizzazione della legislazione nazionale con quella europea ed internazionale, commentano i membri della Coalizione.

Sergiu Ostaf, direttore esecutivo di CreDO, membro della Coalizione sulla Non Discriminazione, ha affermato alla conferenza stampa che il progetto di legge risponde ai principi e alle pratiche europee, ma necessita di alcuni miglioramenti, senza i quali i documenti resterebbero dichiarativi e inefficienti. Tra le proposte di miglioramento, la Coalizione ha suggerito la creazione di una cornice istituzionale per prevenire la discriminazione e l'inclusione di un rappresentante della società civile nella Commissione governativa per la prevenzione e la lotta contro la discriminazione.

Nel quadro di queste attività, la Coalizione sulla Non Discriminazione ha lanciato il progetto "Promozione delle politiche di non discriminazione nella Repubblica di Moldavia", finanziato dal Comitato di Helsinki per i diritti umani della Svezia, e dall'Open Society Institute di Budapest, con un budget totale di 62.000 euro. Nell'ambito di questo progetto si terrà una serie di tavole rotonde per informare le categorie discriminate dei loro diritti, oltre che riguardo al progetto legislativo antidiscriminazione. La Coalizione sulla Non Discriminazione ha istituito anche una linea telefonica diretta per i cittadini moldavi che ritengono di essere stati oggetto di discriminazione.