Lo scorso giugno l'Unione europea aveva promesso 100 milioni di euro d'aiuti alla Moldavia. Ma - per ora - non arriveranno a causa di riforme troppo lente e corruzione generalizzata

06/11/2017 -  Simion Ciochină

(Pubblicato originariamente da Deutsche Welle e selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)

A metà giugno 2017 l'Ue aveva approvato un accordo che garantiva alla Moldavia un aiuto finanziario di 100 milioni di euro: 60 sotto forma di prestito agevolato e 40 come sovvenzioni. Una somma che doveva integrare quella garantita dal Fondo monetario internazionale e da altre istituzioni internazionali.

Secondo i donatori avrebbe permesso di stabilizzare l'economia moldava e attivare riforme in campo economico. Ma il versamento di quanto pattuito era stato condizionato ad alcuni obiettivi da raggiungere monitorati dalla Commissione europea e dal Servizio europeo per l'azione esterna.

Ai primi di ottobre, durante una seduta del Parlamento europeo, i rappresentanti del Partito popolare europeo hanno però chiesto la sospensione di questi aiuti. Le motivazioni? La mancanza di riforme, la persistenza di una corruzione endemica, le derive autoritarie del potere e la modifica del sistema elettorale nonostante la contrarietà manifestata dalla Commissione di Venezia.

Altri deputati europei, in particolare quelli dell'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici, che in più occasioni hanno manifestato il loro sostegno al Partito democratico moldavo (PDM), hanno ribattuto che sospendere l'assistenza finanziaria aumenterebbe l'influenza russa in Moldavia.

Per l'eurodeputato romeno Marian-Jean Marinescu, membro del PPE, la Moldavia deve però adempiere le condizioni poste se vuole ricevere fondi dall'Ue. Andi Cristea, membro del Partito social-democratico romeno (PSD), ritiene invece che la situazione in Moldavia sia in via di miglioramento e che l'Ue dovrebbe collaborare con tutti i partiti del paese. Per Veaceslav Negruță, esperto di Transparency International ed ex ministro dell'Economia in Moldavia, gli aiuti in questione non verranno versati quest'anno e le autorità moldave devono aumentare il ritmo delle loro riforme.

Niente riforme? Niente soldi!

"Sapevamo fin dall'inizio che questo sostegno economico sarebbe stato condizionato al raggiungimento di determinati obiettivi economici e politici. Si sarebbe dovuto seguire le indicazioni della Commissione di Venezia in merito alla modifica del sistema elettorale. Il primo ministro Pavel Filip ha annunciato che quest'anno 30 elementi di riforma previsti non sono stati applicati. Il versamento degli aiuti dipende da questo", ha dichiarato l'ex ministro a Deutsche Welle.

Il primo ministro Pavel Filip ha ammesso che la Moldavia non riceverà di certo aiuti finanziari per il 2017, ma stima che invece avverrà nel 2018. “Una missione di valutazione del Fondo monetario internazionale arriverà alla fine del mese (ndr, ottobre) per fare chiarezza sulla situazione finanziaria. E temo che si rischi la sospensione anche dei programmi con l'FMI” prosegue Veaceslav Negruță.

Secondo un rapporto del think-tank Expert-Grup e della Friedrich-Ebert-Stiftung Moldova, la situazione nel paese sta, seppur lentamente, degenerando. La lieve crescita del PIL non ha alleviato la situazione precaria dei cittadini, come mostra la diminuzione dei posti di lavoro, e questo rischia di causare un ulteriore esodo di giovani lavoratori. Per Alexandru Fală, membro di Expert-Grup, la Moldavia sta accumulando molteplici difficoltà e questo ricade sulla crescita economica, meno alta del previsto.

“Ai problemi sistemici non risolti da anni, come la corruzione, si aggiungono delle evoluzioni politiche che nuocciono al paese e che colpiscono il mondo degli affari. Secondo le nostre stime la crescita economica, quest'anno, si arresterà al 3%, cifra inferiore alle aspettative. Da 18 mesi gli investimenti nel settore privato sono in diminuzione e si assiste più a chiusure di aziende che non aperture”, sottolinea l'analista.

A Chișinău ci si augura che i fantasmi del recente passato non si risveglino con il paese che affonda sotto la crisi politica e le frodi bancarie. Gli ultimatum dell'Ue continuano a mettere pressione ai politici moldavi, che però sembrano più preoccupati delle loro lotte intestine che del futuro dei propri cittadini. Per ora il paese resta dipendente da aiuti esterni e dipende dalla classe politica locale fare in modo che questi continuino ad arrivare.