Secondo molti politici di Chisinau e numerosi analisti internazionali la Moldavia è al sicuro dalla crisi internazionale, paradossalmente proprio grazie all'isolamento del proprio sistema bancario e all'assenza di un vero mercato dei mutui. Ma il paese è davvero al riparo dai rischi?

23/10/2008 -  Iulia Postica Chisinau

La crisi finanziaria internazionale non contagerà l'economia della Moldavia: è questa la posizione rassicurante che emerge dalle dichiarazioni delle autorità di Chisinau. I politici moldavi hanno ripetuto più volte ai propri cittadini che il sistema finanziario nazionale è al riparo dalla tempesta dei mercati, anche se queste affermazioni sono state giudicate da alcuni analisti economici indipendenti come esageratamente ottimiste.

A ottobre Chisinau è stata il teatro di numerosi meeting internazionali, in cui è stato dibattuto l'attuale stato di crisi della finanza globale, e i possibili effetti sull'economia moldava.

Il crollo dei mercati valutari è stato uno dei temi centrali dibattuti all'11° Forum Economico dell'Iniziativa Centro Europea (CEI), tenuto nella capitale moldava tra l'8 e il 9 ottobre scorsi. L'evento ha rappresentato una prima assoluta per la Moldavia, e quest'anno ha coinciso con il 5° Forum annuale degli Investitori Esteri, tradizionalmente organizzato a Chisinau.

La CEI, creata nel 1989, rappresenta una forma flessibile di cooperazione regionale per promuovere l'integrazione europea e lo sviluppo economico. L'Iniziativa conta diciotto stati dell'Europa centrale ed orientale, inclusi nove membri dell'Unione Europea e otto membri della Nato. Dal 1 gennaio 2008 la Moldavia regge la presidenza della CEI, che viene assegnata ogni anno attraverso un meccanismo di rotazione.

Oltre ai paesi dell'Iniziativa, il summit di Chisinau ha visto la presenza dei rappresentanti di altre organizzazioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e la Black Sea Trade and Development Bank.

La discussione si è focalizzata sullo sviluppo del commercio e delle politiche di concorrenza, sul supporto alle piccole e medie imprese, sulla realizzazione di riforme economiche in Moldavia e negli altri paesi CEI, sul raggiungimento di uno sviluppo economico sostenibile e su come convogliare gli investimenti verso i settori economici primari.

I partecipanti al forum hanno concluso che la crisi finanziaria internazionale può avere sbocchi imprevedibili, ma che soluzioni reali possono essere elaborate. "Il mondo sta vivendo una situazione finanziaria, e forse anche economica, difficile. Le misure che possono essere prese durante questo meeting potrebbero avere un impatto internazionale importante", ha dichiarato Pietro Ercole Ago, segretario generale della CEI.

Il vice premier moldavo Igor Dodon ha ribadito che la Moldavia non è interessata direttamente dalla crisi finanziaria. Una posizione simile a quella adottata dal ministro delle Finanze, Mariana Durleşteanu al convegno del dibattito "Free economic area", tenuto il 3 ottobre scorso a Chisinau. "La situazione macro-economica in Moldavia è stabile, fatto confermato dai rapporti delle grandi organizzazioni economiche internazionali, e la Banca Nazionale di Moldavia ha risorse sufficienti a tenere sotto controllo quanto succede all'economia del paese". Secondo la Durleşteanu, poi, il mercato dei mutui nel paese non è sviluppato a sufficienza per poter provocare una crisi.

"La nostra arretratezza stavolta è il nostro salvatore", ha dichiarato durante il dibattito Alexandru Muravschi, economista indipendente, sottolineando lo scarso stadio di sviluppo dei mercati azionari e dei mutui in Moldavia.

La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno espresso preoccupazione rispetto all'impatto negativo che la crisi potrebbe avere sulle rimesse e sul credito nei paesi post-sovietici. Johan Mathisen, rappresentante permanente del Fondo a Chisinau, ritiene che l'economia reale della Moldavia potrebbe risentire della crisi se questa dovesse continuare ad allargarsi. In questo caso la richiesta di prodotti moldavi sarebbe destinata a diminuire insieme agli investimenti esteri.

La crisi potrebbe poi toccare i cittadini moldavi che lavorano all'estero, rendendo più difficile trovare un lavoro. I settori in cui sono maggiormente impiegati, le costruzioni e i servizi, potrebbero ridurre la propria attività a causa dell'instabilità finanziaria. Questo causerebbe la diminuzione delle rimesse inviate in Moldavia, che rappresentano circa il 30% del Pil del paese, e dare il via ad una contro migrazione verso casa.

"La probabilità di una crisi valutaria in Moldavia sono ridotte", ha dichiarato Mathisen, "visto che la Banca Nazionale ha risorse sufficienti per mantenere la stabilità del cambio. Anche fallimenti bancari potrebbero essere del tutto assenti, visto che il settore in Moldavia ha iniziato solo recentemente ad integrarsi nel sistema internazionale, e quindi gli istituti moldavi al momento hanno surplus di liquidità".

Secondo Veaceslav Ioniţă, noto analista economico dell'Istituto per lo Sviluppo e le Iniziative Sociali "Viitorul", ci sono varie ragioni per cui la Moldavia non sarà colpita direttamente dalla crisi: i mutui, uno dei catalizzatori della crisi, non esistono in Moldavia, almeno nel senso e nelle proporzioni degli Usa e dell'Europa, e la Moldavia non è integrata nel sistema bancario internazionale.

D'altra parte, conclude Ioniţă, la crisi potrebbe arrivare a colpire la Moldavia se gli attori economici dovessero farsi prendere dal panico. In un panorama di isteria sociale, nessuno può prevedere cosa potrebbe succedere agli investimenti e ai risparmi inviati nel paese come rimesse.

A pensarla diversamente è però l'ex premier Ion Sturza. "E' esagerato sostenere che la Moldavia sia tanto isolata sul piano globale da non essere toccata, in un modo o nell'altro, dalla crisi", ha dichiarato Sturza durante una lezione pubblica tenuta il 20 ottobre scorso sulla necessità di introdurre il concetto di responsabilità sociale nel business privato.

La Moldavia risulta particolarmente esposta ai fattori esterni e, secondo l'ex premier, il modo in cui la crisi verrà avvertita nel paese dipenderà innanzitutto dall'intelligenza e abilità della classe dirigente di Chisinau. Sturza ha ricordato il 1998, quando la Moldavia fu colpita dalla forte crisi finanziaria che colpì l'intero spazio ex-sovietico, e che il politico ha vissuto da vicino, occupando allora il posto di ministro dell'Economia e delle Riforme. "La storia ha dimostrato che la Moldavia è stata allora l'unico paese della regione ha registrare un trend positivo solo alcuni mesi dopo il culmine della crisi, grazie alle misure prese da governo e Banca Nazionale", ha detto ancora Sturza.

L'ultimo "Global Competitiveness Index", pubblicato recentemente dal World Economic Forum, piazza al momento la Moldavia al 95° posto su 134 paesi esaminati, con un progresso di due posizioni rispetto all'anno scorso. Secondo questa analisi, la competitività economica della Moldavia è severamente danneggiata dalla scarsa qualità delle infrastrutture, da corruzione, inflazione, ridotto accesso al credito, instabilità politica e regolamenti fiscali complicati. D'altra parte, però, al paese viene riconosciuto un certo progresso nel livello di stabilità macro-economica e in quello dell'efficienza del mercato del lavoro.