Il Montenegro adotta una nuova legge sulle liste elettorali, toccando la delicata questione della doppia cittadinanza. Entro il 22 ottobre i cittadini dovranno scegliere a che paese appartenere. L'opposizione denuncia il tentativo di cancellare dalle liste elettorali migliaia di cittadini
Le autorità del Montenegro hanno recentemente adottato una nuova legge sugli elenchi elettorali, che ha provocato forti reazioni da parte dell'opposizione montenegrina. La suddetta legge ha infatti toccato la questione ancora irrisolta della doppia cittadinanza tra il Montenegro e le altre repubbliche ex-jugoslave. Durante il mese di agosto, i diplomatici di Podgorica hanno poi ribadito la necessità di concludere quanto prima un accordo che affronti in maniera inclusiva la questione della doppia cittadinanza.
Il problema della doppia cittadinanza è stato affrontato in maniera diversa in Montenegro e in Serbia dopo il referendum e la proclamazione dell'indipendenza montenegrina: il Montenegro la prevede soltanto come eccezione, mentre per la Serbia questa può essere garantita a tutti i serbi che risiedono oltre i confini del paese. La Costituzione del Montenegro dà tempo ai propri cittadini fino al prossimo 22 ottobre per decidere se richiedere la cittadinanza del Montenegro o di un altro paese, e a quanto affermato dal ministro degli Interni montenegrino Jusuf Kalamperović, chi riceverà la cittadinanza di un altro paese dopo il 22 ottobre perderà automaticamente quella del Montenegro.
Il governo del Montenegro sta lavorando alla stesura di un protocollo riguardante la doppia cittadinanza per i cittadini delle ex repubbliche della Jugoslavia, che potrebbe entrare in vigore durante il mese di settembre. Lo ha annunciato lo stesso Kalamperović, spiegando che la doppia cittadinanza verrà concessa solo a chi ha uno dei due genitori con cittadinanza di un altro paese. Tuttavia, ottenere la doppia cittadinanza sarà estremamente difficile, e questa possibilità sarà accessibile solo ad una piccola minoranza della popolazione, con l'eccezione di chi l'ha già ottenuta il 3 giugno 2006, quando il Montenegro ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia, avendo così la possibilità di mantenerla.
Questa scelta politica escluderebbe la possibilità per tutti i serbi del Montenegro di ottenere la doppia cittadinanza ed anche la possibilità per il Montenegro di avere più cittadini all'estero piuttosto che all'interno dei propri confini nazionali (Republika, 27/8/08).
D'altra parte, il ministro degli Interni serbo Ivica Dačić ha dichiarato che anche la Serbia offrirà a Podgorica un accordo per la doppia cittadinanza, dopo aver ribadito che la Serbia è pronta a dialogare con il Montenegro, anche se da Belgrado il problema viene visto con occhi diversi (B92, 27/8/08).
Dačić ha affermato che per la normalizzazione delle relazioni tra Montenegro e Serbia la doppia cittadinanza è un elemento necessario, e per questo motivo è necessario raggiungere un accordo al più presto possibile. Dačić ha aggiunto che alcune centinaia di migliaia di persone sono attualmente cittadini sia della Serbia che del Montenegro, e che in Serbia vive un gran numero di montenegrini, per i quali la questione è di interesse vitale.
"Per ritornare alla normalità deve entrare in vigore un accordo sulla doppia nazionalità, perché adesso chi prende la cittadinanza serba deve rinunciare a quella del Montenegro, e viceversa", ha affermato Dačić.
La questione della doppia nazionalità ha effetti immediati e diretti su un altro problema ancora irrisolto: quello dell'iscrizione nelle liste elettorali e del diritto al voto in Montenegro.
Secondo quanto riporta l'emittente B92 dell'8 agosto scorso, il presidente del partito di opposizione, Partito Socialista Popolare (SNP), Srđan Milić, ha dichiarato che la legge sulle liste elettorali, firmata dal presidente Filip Vujanović, "in un articolo presenta differenze rispetto alla proposta adottata dal parlamento montenegrino."
Milić ha affermato che dalla nuova stesura della legge è scomparso l'articolo 25, che prevedeva che l'elettore iscritto nelle liste elettorali al 3 giugno del 2006 non poteva essere cancellato dalle stesse fino a risoluzione dello proprio status, secondo l'articolo 12 della "Legge costituzionale per l'implementazione della Costituzione di Montenegro".
Di conseguenza l'SNP ha fatto ricorso alla Corte costituzionale del Montenegro riguardo alla questione, ed ora è in attesa di una risposta. Milić ha poi accusato il Partito Democratico Socialista (DPS), formazione oggi al potere, di voler modificare le liste elettorali a proprio piacimento, estromettendone i cittadini che trova "poco convenienti".
L'alto funzionario del DPS Miodrag Vuković ha ribattuto alle accuse del SNP, definite "inaccettabili", dichiarando che la versione finale della legge sulle liste elettorali è in accordo con la Costituzione del Montenegro. Vuković è stato categorico: "Secondo la Costituzione, il diritto al voto è garantito esclusivamente ai cittadini del Montenegro. La possibilità di scegliere la propria cittadinanza è stata garantita a tutti i cittadini. Coloro che non vogliono la cittadinanza montenegrina, perderanno il diritto al voto."
Vuković ha aggiunto che questa scelta non prefigura alcuna discriminazione né persecuzione dei cittadini, ma che il diritto al voto deriva dalla cittadinanza. "In questa fase di modificazione delle liste elettorali, i cittadini possono richiedere la cittadinanza montenegrina, abbandonando quella di un altro paese. C'è chi vuole decidere in Montenegro, pur essendo straniero. In quale paese esiste una situazione del genere?", ha ribadito Vuković.
D'altra parte, il vicepresidente del SNP, Neven Gošović, ha spiegato che la proposta di legge sulle liste elettorali, che il "Gruppo di lavoro per la definizione della legge elettorale" aveva presentato al parlamento nel dicembre dell'anno scorso, era costituita da 27 articoli, tra i quali anche l'articolo 25 che provvedeva "la concordanza del provvedimento con la Costituzione e la legge sulla cittadinanza montenegrina." Gošović ha anche dichiarato che "Esaminando la documentazione in parlamento, abbiamo constatato che sulla proposta di legge sulle liste elettorali non è stato proposto nessun emendamento."
Inoltre, Gošović sostiene che le decisioni di "cancellazione" dalle liste elettorali viene presa senza alcuna partecipazione da parte dei cittadini, e che gran parte di queste decisioni non viene nemmeno comunicata ai diretti interessati. Inoltre, la legge prescrive una scadenza di 48 ore per presentare ricorso, e di altre 48 ore per decidere sul ricorso presentato.
Secondo informazioni non ufficiali sono circa 30mila i cittadini del Montenegro interessati da questo problema. In una dichiarazione ufficiale il SNP ribadisce che "il DPS sta cominciando a praticare un nuovo metodo di truffa elettorale, cancellando dalle liste elettorali tutte le persone che non hanno la cittadinanza montenegrina, anche se molti degli interessati vivono e lavorano in Montenegro da più di un decennio ed hanno votato nelle precedenti consultazioni."