L'arrivo della star del turbo folk nella rinomata località costiera montenegrina fa discutere e suscita commenti contrastanti. Chi pensa a divertirsi con la regina del folk serbo e chi pensa invece che sia il ritorno alla grande del nazionalismo serbo
"Dove vai a Capodanno?" "A Budva!" "A Budva, ad ascoltare Ceca!?".
In questi giorni per strada in Montenegro si potevano sentire scambi verbali di questo tipo. Senza alcun dubbio, la notizia che la più famosa "Folk star" serba, Ceca Ražnjatović - una delle principali "vittime" della "Sciabola" (l'operazione contro la criminalità condotta dalle autorità serbe a seguito dell'omicidio Djindjić) e vedova del controverso comandate Arkan assassinato qualche anno fa - per la sera di Capodanno canterà a Budva, ha provocato una forte reazione nel pubblico montenegrino.
Oltre a lei, ci doveva essere anche Aca Lukas, un altro cantante serbo arrestato durante la "Sciabola", però il suo arrivo rimane ancora non confermato. Secondo i media locali, Ceca terrà il concerto nella piazza principale di Budva fino alle 23, e continuerà il programma in uno dei vari club notturni della rinomata città costiera.
Durante le ultime settimane ci si chiedeva chi saranno mai i finanziatori del concerto. Finalmente è uscito fuori che per mancanza di soldi il municipio di Budva non parteciperà all'organizzazione del concerto di Capodanno come negli anni precedenti, e che questa volta tutto è nelle mani della TV locale. Inoltre a causa della mancanza di sponsor questa volta non si entrerà gratis come negli anni precedenti.
I proprietari del club vantano che le richieste per la prenotazione alla sera di Capodanno arrivano dalla Serbia, Croazia, Bosnia e Macedonia e si parla di una cifra enorme che le sarà pagata.
I sondaggi condotti sull'opinione pubblica hanno mostrato che le reazioni della gente a questo evento sono state piuttosto contrastanti.
Così, ci saranno sicuramente tante persone che andranno volentieri al suo concerto. Ma d'altra parte sono parecchi i commenti ironici: da quelli della gente che in Ceca vede il simbolo della mancanza di gusto e dell'ultranazionalismo, come si legge nell'articolo "La piccola musica criminale" pubblicato nel numero del 19 dicembre del settimanale "Monitor", che, ricordiamo, negli anni successivi alla separazione della ex Jugoslavia è sempre stato una delle fonti di analisi più critiche, sia della politica statale, sia dell'umore della società civile riguardo l'intolleranza e il nazionalismo.
Anche questa volta "Monitor" è stato duro parlando del ruolo di questa musica nelle ultime guerre nei Balcani e informando che tutti quelli che andranno ad ascoltare Ceca a Budva, sentiranno le stesse canzoni che accompagnavano i militari durante le più mostruose azioni di guerra. "Il folk nazionale ed il programma serbo nazionale (qui si tratta di ultranazionalismo) sono sì due fenomeni, però fortemente collegati. Ci sarà un ritorno di Ceca alla grande, come il ritorno del nazionalismo serbo alle ultime elezioni in Serbia".
Secondo le ultime notizie, durante il programma di tre giorni, Budva ospiterà anche Haris Džinović, cantante folk bosniaco e molti cantanti pop o rock della Croazia, Bosnia, Serbia. Queste notizie hanno cambiato un po' il sentimento mostrato nella citazione di "Monitor", nel senso che si tratta soltanto di un concerto con il quale si vuole provare a soddisfare tutti i gusti, sia degli amanti della musica folk, che degli amanti degli altri tipi di musica, niente di più.