Il caporedattore del quotidiano "Dan" è stato accusato da Carla del Ponte per aver rivelato, lo scorso anno, il nome di un testimone del TPI. Il caporedattore si difende dicendo che non è stato l'unico ad averlo fatto.
Il Tribunale dell'Aja ha accusato Dusko Jovanovic capo redattore responsabile di "Dan", quotidiano di Podgorica, perché il 30 agosto dell'anno scorso aveva svelato l'identità di un testimone protetto e così ne aveva messo in pericolo la vita. Infatti alcuni giorni dopo la pubblicazione dell'articolo nel quale è stata rivelata la sua identità, il testimone ha ricevuto minacce di morte.In questo modo Jovanovic aveva commesso il reato di "non rispettare il Tribunale" secondo la regola 77 del Linee guida sui procedimenti e le prove del TPI dell'Aja.
"La pena massima che potrebbe essere imposta per un crimine del genere è di un massimo 7 anni di reclusione, oppure una pena pecuniaria del valore massimo di 100.000 €, o entrambe insieme", è scritto nella regola 77.
Jovanovic considera che l'accusa abbia qualche relazione con lo stato d'emergenza in Serbia ed il divieto della distribuzione del quotidiano "Dan".
"Ci sono diversi interessi dietro questa accusa, probabilmente legati agli eventi nella Serbia ed i nostri commenti sullo stato di emergenza. Non è stato soltanto il nostro quotidiano che ha svelato il nome di un testimone protetto, ma questa è la prima volta che accusano qualcuno di 'non rispettare il Tribunale'", ha detto Jovanovic all'agenzia MINA.
Nella accusa che è stata firmata da Carla del Ponte è scritto: "Venerdì 30 agosto, il quotidiano montenegrino 'Dan' ha pubblicato l'articolo titolato 'Dan ha scoperto l'identità del testimone protetto del Tribunale dell'Aja...- testimone K32'. In quel articolo si trova il nome del testimone, e si insiste che niente può restare nascosto, neanche l'identità del testimone protetto dal Tribunale dell'Aja". Il giorno 5 e 6 settembre il Tribunale ha contattato l'editore di "Dan", Dusko Jovanovic e gli ha chiesto spiegazioni sulla rivelazione dei dettagli che riguardano il testimone protetto. Dusko Jovanovic ha dichiarato che ha pubblicato l'articolo per aumentare la vendita del suo quotidiano. Il giorno 28 settembre il Tribunale ha ancora contattato Dusko Jovanovic per avvertirlo sulle conseguenze legali del suo atto e Jovanovic ha confermato che come capo redattore e responsabile di "Dan" ha la responsabilità ultima di tutti gli articoli pubblicati. Egli ha confermato di capire le misure di protezione che il Tribunale usa per offrire sicurezza ad alcuni testimoni, e che in quel senso vengono usati gli pseudonimi per la protezione dell'identità...
A titolo di cronaca rendiamo noto che mercoledì 10 aprile, verso le 3.00 di mattina, un'ora dopo la chiusura della stampa del quotidiano, è scoppiato un incendio nei locali dove viene stampato "Dan". L'editore Jovanovic insiste che questa cosa è stata fatta di proposito e il danno sarebbe di 50.000 €, e fino a quando non sarà comperata una nuova rotativa, "Dan" sarà stampato tramite le rotative di "Pobjeda", un altro quotidiano di Podgorica.
vedi anche:
- In Serbia arrestati due giornalisti del quotidiano 'Dan'
- Stato d'emergenza in Serbia: cosa dicono i giornalisti indipendenti