In un recente articolo a sua firma pubblicato dal "Washington Post" afferma: "Per evitare il conflitto occorre un intervento urgente di Washington e Bruxelles".
Il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, in un articolo pubblicato lo scorso 20 agosto sul "Washington Post" (20 agosto), ha affermato che "certi circoli europei dovrebbero smettere di condurre una politica estera con le parti che nei fatti rappresentano, in Montenegro, attori anti-europei. Nel testo, intitolato "Il tradimento balcanico" (Balkan Betrayal), Djukanovic ha invocato l'intervento diretto americano per scongiurare la crisi.
"La destabilizzante coalizione anti-riforme, sostenuta da alcuni burocrati dell'Unione Europea sta minacciando di impedire il progresso della democrazia in Montenegro" dichiara l'attuale Presidente ricordando poi che dalla firma dell'Accordo di Belgrado sulla nuova "Serbia e Montenegro", nel marzo di questo anno, una nuova coalizione di forze in Yugoslavia sta provando a prendere il controllo del processo di negoziazione e a spingere il Montenegro verso un angusto ruolo satellite della Serbia". Tra questi vi sarebbero, sempre secondo Djukanovic, "i fedeli all'ex Presidente della Yugoslavia, Slobodan Milosevic, gli estremisti che sostengono il leader dei serbi bosniaci del tempo di guerra, Radovan Karadzic, i leader dell'Alleanza liberale e diversi membri dei servizi di sicurezza yugoslavi. Ed ora questo asse anti-democratico e' riuscito a trovare riscontri in qualche circolo politico a Bruxelles e nei paesi dell'Europa dell'ovest" ha fatto presente il Presidente nel suo articolo. Djukanovic ha inoltre accusato la "burocrazia europea" di mirare a modificare l'Accordo di Belgrado a danno del Montenegro. L'articolo termina con la constatazione che senza il diretto e imparziale coinvolgimento di Washington, i tentativi di Bruxells per costruire lo stato possono anche provocare nuove crisi nei Balcani.
Naturalmente vi sono state reazioni sia da Bruxelles che da Washington. In comune viene dichiarato che ci si auspica che presto si arrivi agli accordi tra i due Paesi che possano rendere effettive e concrete le disposizione dell'Accordo di Belgrado. Ma se Bruxells rifiuta le accuse di stare influenzando troppo le negoziazioni tra Belgrado e Podgorica e puntualizza che vuole solo contribuire al progresso nella preparazione del documento costituzionale (Reuters), un funzionario dello State Department ha sottolineato che gli Stati Uniti supportano la analisi della situazione in Montenegro fornita dal Presidente Djukanovic, ma "con la buona volontà di tutte le parti si può raggiungere un compromesso sui dettagli del documento costituzionale anche senza l'intervento di Washington. (Washington Post 20/08/2202,Publika 21/08/2002, Pcnen 21/08/2002, Vijesti, 23 agosto).