Il premier montenegrino e il commissario europeo

Il 15 ottobre scorso il Montenegro ha firmato l'Accordo di Associazione e Stabilizzazione con l'Ue. E' il quarto paese dei Balcani a farlo. Intanto scoppia una disputa sull'uso dell'euro

22/10/2007 -  Jadranka Gilić Podgorica

Il Montenegro e l'Unione europea hanno firmato il 15 ottobre scorso a Lussemburgo l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione, primo passo ufficiale verso l'integrazione nell'Ue.

Prima di entrare in vigore, l'accordo dovrà essere ratificato dai 27 stati membri e dal Montenegro, una procedura che potrebbe durare anche due anni. Per non perdere tempo prezioso, un accordo economico provvisorio entrerà in vigore il primo gennaio prossimo.

L'Accordo di Associazione e Stabilizzazione prevede l'ingresso graduale nell'area di libero commercio dell'Ue, questo permetterà l'accesso immediato dei prodotti montenegrini sul mercato europeo, in cambio di un'apertura progressiva del mercato montenegrino alle merci europee.

Il Montenegro aveva iniziato i negoziati per l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione già nell'ottobre del 2005, quando faceva ancora parte dell'Unione Serbia e Montenegro. Dopo la dichiarazione d'indipendenza montenegrina, l'Unione europea ha iniziato ad adottare gli strumenti necessari per il processo di Associazione e Stabilizzazione, sono stati avviati i negoziati per il futuro accordo e nel novembre 2006 la Commissione ha pubblicato un primo Progress Report annuale sul Montenegro.

Il 22 gennaio 2007 a Bruxelles, i ministri esteri dell'Ue, hanno stabilito i principi, le priorità e le condizioni della partnership con il Montenegro. L'accordo ha individuato i passi da compiere per l'avvicinamento all'Unione europea che rappresentano una guida a cui il Montenegro dovrà affidarsi per compiere gli sforzi necessari all'ingresso nell'Ue, dove compaiono gli obiettivi da raggiungere a breve e lungo termine.

La condizione più importante riguardava l'adozione della nuova costituzione: fondata sul consenso generale, in linea con gli standard europei, particolarmente nell'ambito dei diritti umani e nell'ambito dell'organizzazione del sistema giuridico, del sistema della pubblica sicurezza e della difesa del Paese.

Nonostante le differenze politiche esistenti, il Montenegro è riuscito a raggiungere un consenso generale sulle questioni statali più importanti e ad adottare la carta costituzionale dentro il parlamento, il 19 ottobre scorso.

L'approvazione della carta costituzionale è la pre-condizione per la preparazione e l'adozione di una serie di leggi strategiche, ma, prima di tutto, era anche una pre-condizione per l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione.

Dopo la Croazia, la Macedonia e l'Albania il Montenegro è il quarto paese dei Balcani occidentali a firmare l'accordo con l'Ue.

"Questo è un giorno straordinario per il Montenegro ed i suoi abitanti", ha sottolineato il Primo ministro Zeljko Sturanovic al momento della firma.

Dall'altra parte il Commissario europeo per l'allargamento, Olli Rehn ha dichiarato: "Questo accordo dovrebbe rappresentare una motivazione per gli altri paesi dei Balcani occidentali. Il successo di oggi mostra che l'Unione europea continua a dedicarsi alla prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali. Il loro futuro e dentro l'Ue".

L'Accordo di Associazione e Stabilizzazione tra la Ue e il Montenegro non soltanto stabilizza la zona di libero commercio tra l'Unione europea e il Montenegro, ma prevede anche l'introduzione degli standard europei e la creazione dei meccanismi istituzionali necessari per l'integrazione con l'Ue.

C'è stato un momento però in cui la firma dell'Accordo a Lussemburgo non era più così scontata, perché i ministri degli Esteri dell'Ue hanno incontrato un problema con la Bulgaria in merito ad una disputa linguistica sulla scrittura "euro". La Bulgaria aveva minacciato di bloccare l'accordo con il Montenegro, se non le fosse stato concesso di tradurre in cirillico la parola "euro", che in bulgaro è scritto "evro", mentre una disposizione europea vorrebbe che tutti i paesi scrivessero "euro" a prescindere dalla propria lingua e alfabeto. La situazione si è risolta adottando una dichiarazione comune in cui si stabilisce che nella traduzione bulgara dell'accordo invece di "euro" sia utilizzata la sigla "Eur" usata nei mercati finanziari internazionali.

Avvicinandosi all'Unione europea, il Montenegro affronta un altro problema da risolvere: la valuta ufficiale nel Paese è l'euro, pur non facendo parte dell'Unione europea. Ricordiamo, il Montenegro aveva prima introdotto il marco tedesco e poi l'euro, per poter determinare la sua politica economica indipendentemente dalla Serbia, allora sotto il regime di Milosevic. Così, il Paese ha ottenuto la libertà economica con una moneta stabile e si è aperto agli investimenti stranieri, offrendo una stabilità macroeconomica agli investitori.

Ad ogni modo, la Commissione europea ha ricordato al Montenegro che l'eurozona rappresenta gli stati membri dell'Unione europea, che hanno adottato l'euro come valuta ufficiale. Le politiche monetarie dell'eurozona sono regolate esclusivamente dalla Banca Centrale Europea e il Montenegro riceverà un avvertimento ufficiale, dopo la firma dell'Accordo di Associazione e Stabilizzazione.

Il portavoce per gli Affari Economici e Monetari della Commissione europea, Amelia Torress, spiega che, per poter adottare l'euro come valuta ufficiale, un paese deve essere prima di tutto membro dell'Ue. "Anche quando il paese sarà diventato membro dell'Ue, dovrà rispettare determinati criteri", ha aggiunto Torress.

La Commissione europea insiste sul fatto che soltanto gli stati membri possono adottare l'euro come valuta ufficiale. Degli otto paesi che sono diventati membri nel 2004, soltanto la Slovenia è riuscita a diventare membro della eurozona. Gli altri stanno ancora cercando di raggiungere gli standard richiesti: una bassa inflazione, un basso deficit di bilancio e un basso debito pubblico.

La Banca Centrale Europea concorda con la Commissione che il Montenegro non è autorizzato ad usare l'euro come valuta ufficiale.

Comunque, i funzionari montenegrini non aspettano che il Paese venga chiamato a rinunciare alla sua valuta ufficiale. Si pensa, piuttosto, che una soluzione del problema verrà trovata. Ci sono due ragioni importanti per questo ottimismo: primo, Bruxelles non vuole danneggiare l'economia del Montenegro; secondo, non è un logico chiedere al Montenegro di rinunciare all'euro adesso, per poi chiedergli, fra qualche anno, di introdurlo di nuovo.

I funzionari dell'Unione europea porranno la questione sul sistema monetario del Montenegro probabilmente durante le prossime sedute sull'adesione del Paese all'Unione europea.

Il ministro delle Finanze montenegrino, Igor Luksic, è convinto che questa questione non causerà alcuna complicazione al Montenegro: "Non mi aspetto alcun problema speciale. La questione sull'uso dell'euro significa determinati obblighi per il Paese e questo sarà preso in considerazione durante il processo d'integrazione." Luksic ha anche aggiunto che: "L'euro era la base per il nostro sviluppo economico e questa questione dovrebbe essere osservata da questo punto di vista."