Pubblichiamo la sintesi dell'intervista col presidente della Unione di Serbia e Montenegro, Svetozar Marovic, registrata a Roma il 1 aprile 2004 e trasmessa da Scenari verso Est l'1 e il 2 aprile
Intervista di Angelo Saso - RaiNews 24
Il presidente di Serbia e Montenegro Svetozar Marovic è a Roma, dove ha avuto un colloquio con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Prima di ripartire per Belgrado il presidente Marovic ha accettato di rilasciare questa intervista a Rainews24.
Angelo Saso: Signor Presidente, quale era l'obiettivo della sua visita in Italia e quali risultati ritiene di aver ottenuto?
Svetozar Marovic: Il primo tema che abbiamo affrontato è stato quello della stabilizzazione del Kosovo. L'Italia ha giocato un ruolo molto importante in questa area, specialmente dopo le recenti violenze etniche. Ho colto questa occasione per ringraziare il governo e i militari italiani: con il loro coraggio hanno salvato tanti uomini e tante donne, hanno preservato i beni culturali come chiese e monasteri ortodossi. Sono sicuro che questo sarà ricordato nella storia dei rapporti tra Serbia Montenegro e Italia. Il secondo tema che abbiamo affrontato è il processo di integrazione europea. Come Serbia-Montenegro abbiamo ricevuto il pieno appoggio dell'Italia.
AS: L'ultimo rapporto dell'Unione europea sulla Serbia-Montenegro segnala qualche progresso ma denuncia forti ritardi e forti carenze nel processo di riforma e nella collaborazione con il tribunale dell'Aja. Il commissario dell'Unione Europea Patten ha detto che è improbabile l'ingresso di Belgrado nella Ue nel 2010. Ritiene che sia una bocciatura per il nuovo corso intrapreso dalla Serbia di Kostunica?
SM: Sono sicuro che quel giudizio potrà cambiare, con il sostegno dell'Unione europea. L'Europa ci deve sostenere e deve capire che la Serbia-Montenegro vive una situazione particolare, potenzialmente ricca di conflitti.
Conosco il signor Kostunica, so che crede nei valori sui quali si fonda l'Unione europea. Il nostro governo ha meno di due mesi di vita: diamogli il tempo di dimostrare quanto è pronto ad entrare nell'Unione europea
AS: Proprio martedì il parlamento della Serbia ha approvato una legge in base alla quale sarà il governo a pagare le spese per gli imputati sotto processo all'Aja, tra i quali - ovviamente - c'è Slobodan Milosevic. Un brutto segnale, secondo molti analisti internazionali. Qual è la sua opinione?
SM: Questa legge dovrebbe aumentare la collaborazione con l'Aja. Aiutando economicamente gli imputati il parlamento ha inteso ridurre le loro preoccupazioni pratiche in modo che si sentano più liberi di collaborare con la giustizia. Non finanziamo persone sospettate di crimini di guerra, finanziamo la collaborazione con L'Aja. Io, almeno, interpreto la legge in questo senso. Ma non sono sicuro che tutti coloro che l'hanno votata avessero in mente questo...
AS: Per la prima volta dalla caduta di Milosevic anche gli Stati Uniti hanno congelato gli aiuti finanziari - i 26 milioni di dollari che Belgrado avrebbe dovuto ancora incassare quest'anno - a causa della scarsa cooperazione del vostro governo con il Tribunale dell'Aja. Quali saranno gli effetti economici e politici di questa decisione?
SM: E' una decisione che ci aspettavamo. Potrebbe avere gravi conseguenze finanziarie per la Serbia-Montenegro. Potrebbe avere anche gravi riflessi indiretti sugli investimenti perché la decisione degli Stati Uniti condiziona anche le scelte del Fondo monetario e della Banca Mondiale. Per questo dobbiamo rispettare le condizioni poste dagli Stati Uniti, collaborando con il tribunale dell'Aja. Se non lo faremo non potremo guardare con ottimismo al futuro del Paese. Sarebbe una grande sfida per il governo di Kostunica.
AS: Che cosa pensa del piano per il Kosovo presentato dall'amministratore Onu Harri Holkeri?
SM: C'è tanta confusione in quel programma. Noi pensiamo che davvero bisogna migliorare gli standard prima di decidere sullo status finale. Questa idea a prima vista può sembrare in contraddizione con l'ipotesi di decentramento o cantonizzazione. Ma non è così. Io credo che la cantonizzazione sia uno degli effetti della politica degli standard prima dello status.
AS: Che cosa succederà nel 2005, quando i politici albanesi del Kosovo chiederanno la piena indipendenza della provincia?
SM: La richiesta di indipendenza può innescare un effetto domino in tutti i Balcani occidentali. I leader politici di ogni popolo devono avere in mente tutte le possibili conseguenze delle loro decisioni, e assumersene la responsabilità.
AS: In questi giorni in Italia ha avuto modo di parlare anche del caso giudiziario che nel nostro paese riguarda il primo ministro del Montenegro Milo Djukanovic?
SM: E' una questione che in questo momento compete alla giustizia italiana. Sono certo che il signor Djukanovic potrà dimostrare la sua innocenza.
AS: Una eventuale condanna di Djukanovic quali conseguenze avrebbe?
SM: In questo momento non vedo alcuna ragione per la quale dovrebbe dimettersi.
Repliche previste nel prossimo numero di Levante, in onda da mercoledì 7 aprile.
Mentre sul sito di Rainews24 a partire da oggi dovrebbe essere disponibile il video dell'intervista.
Vedi anche:
Rainews 24: 'Levante, tra l'Europa e l'Oriente