Il 2020 è stato terribile per l'industria turistica montenegrina. Ma la pandemia potrebbe aver aperto la strada a filiere turistiche alternative, più rispettose della natura, e distanti dal turismo di massa
(Pubblicato originariamente da Monitor il 19 febbraio 2021, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)
Aumento del rischio epidemiologico, chiusura delle frontiere in alta stagione, forte dipendenza dai turisti stranieri, scarsi collegamenti stradali con le città europee, negligenza, poco senso delle priorità... sono questi i fattori che hanno reso il 2020 un anno fatale per il turismo di massa in Montenegro. Alcuni operatori hanno però continuato a sviluppare rami particolari del turismo che potrebbero, senza necessitare di grandi investimenti finanziari, porre il paese sulla mappa globale dell'ecoturismo.
Tanto per il suo clima quanto per la sua natura, il Montenegro è un paese ideale per il "glamping", il campeggio di lusso. Marijana e Ivan Žegura offrono questo tipo di alloggio vicino alle Bocche di Cattaro. “Probabilmente siamo i primi in Montenegro ad aver intrapreso il glamping, che è di tendenza in tutto il mondo, ma l'amministrazione locale ha rallentato l'implementazione di questo progetto. Abbiamo comunque soddisfatto tutte le condizioni: una casa su ruote senza cemento, pannelli solari, raccolta dell'acqua piovana... Tutto è autonomo al 100%”, dicono. A differenza dei piccoli hotel, che sono ad alto dispendio energetico, gli alloggi glamping sono ecosostenibili.
Secondo Marijana e Ivan, le località più adatte per il glamping sono quelle poste ad una certa altitudine, con vista mare, sul mare e sulla montagna, dove il prezzo dei terreni è ancora basso. “Le singole unità per l'alloggio dovrebbero avere la massima privacy possibile, ciascuna con 1000-1500 metri quadrati di terreno intorno. Questa è la principale differenza dai soliti alloggi. Accoglieremo principalmente turisti provenienti dall'Europa occidentale, dagli Stati Uniti e dall'Australia. I russi, ad esempio, non amano questo tipo di turismo”.
Sebbene la pandemia abbia lo scorso anno rallentato l'attività, è probabile che questi accomodamenti isolati continuino a suscitare interesse. "Lo sviluppo di questa branca del turismo dipenderà dalla nostra capacità di riconoscerne il potenziale e dalla facilità o meno di ottenere i permessi, come già avviene in Croazia, Spagna o Portogallo", sottolineano Marijana e Ivan.
Turismo interno
L'impossibilità di attraversare i confini durante la pandemia ha spinto molti montenegrini a esplorare il loro paese. Per Saša Mijatović del Club Alpino “Vojo Maslovarić” di Berane l'alpinismo e l'escursionismo sono i modi migliori per farlo. “Sempre più turisti montenegrini e stranieri stanno prediligendo l'ecoturismo e il viaggio responsabile in natura. È stato con il Club Alpino, di cui sono membro da molto tempo, che ho visitato alcuni dei posti più belli del Montenegro. Per citarne alcuni Vasojevićki, Kučki, Ljevorečki, Hajla, Očnjak, Rosni vrh, Trojan, Maglić… Il Montenegro ha molto di cui essere orgoglioso", racconta Saša. A suo avviso sarebbe ora necessario sviluppare altre attività come canyoning, rafting, vie ferrate, cicloturismo o anche equitazione.
Il Montenegro presenta anche ottime condizioni per il parapendio, con molti siti di decollo. “Ogni anno sempre più persone vogliono provare il parapendio. Grazie alla promozione sui media e sui social network, vediamo un aumento del numero di piloti locali e di persone che vogliono conoscere questo sport", afferma Ksenija Pavićević, del Club Parapendio del Montenegro.
Grazie al parapendio, questo club fondato nel 2005, mira a promuovere il turismo eco-responsabile e una vita sana, ma anche a riunire i piloti montenegrini. “I nostri piloti più anziani hanno quasi 30 anni di esperienza nel parapendio. Al momento stiamo offrendo voli in tandem e addestramento per i piloti locali. In estate, la maggior parte dei turisti stranieri preferisce i voli in tandem. La primavera e l'autunno sono i periodi migliori per allenarsi. Può essere praticato in mare, a Budva, Kotor, Petrovac, Bar e Herceg Novi, ma anche nell'entroterra, a Podgorica, Žabljak, Bijelo Polje, Plav, Berane... Ogni città ha il suo club", spiega Ksenija.
Sport invernali, le piste poco utilizzate
Le autorità montenegrine hanno ripetutamente iniettato milioni di euro dal bilancio pubblico a favore della Skijališta Crne Gore , promettendo di trasformare il paese in un hub regionale per gli sport invernali. Tuttavia, ancora non lo è diventato.
Ci si è concentrati sulle stazioni sciistiche con piste prevalentemente al di sotto dei 1.800 metri di altitudine, non prendendo in considerazione la Strategia nazionale sul cambiamento climatico 2015, che prevedeva una diminuzione del 25% del manto nevoso entro il 2030, e anche fino al 50% negli anni successivi e che raccomandava quindi lo sviluppo di piste solo sopra 1800 metri.
“Il Montenegro come destinazione sciistica probabilmente non è abbastanza attraente per i turisti europei, ma può esserlo in una certa misura per i turisti della regione. Kopaonik (in Serbia) è un buon esempio che mostra che, una volta che il sistema è a posto, possiamo beneficiarne nonostante le problematiche rappresentate dal riscaldamento globale e dalla diminuzione del manto nevoso in montagna”, osserva Janko Šćepanović, guida turistica e esperto di sci.
Šćepanović vede anche un'opportunità importante nello sci alpinismo. "Lo sci alpinismo è esploso negli ultimi dieci-vent'anni ed è diventato lo sport invernale in più rapida crescita al mondo, portando decine di miliardi di dollari all'anno di indotto solo negli Stati Uniti. Con questa pratica gli sciatori non dipendono da centri sciistici, impianti di risalita e piste battute, hanno solo bisogno di attrezzature speciali per poter sciare ovunque ci sia neve”.
I turisti che svolgono questa attività, ha detto, provengono principalmente dai paesi occidentali e sono disposti a spendere molti soldi. “L'ex governo ha fornito 120 milioni di euro per lo sviluppo delle stazioni sciistiche in Montenegro. Lo sviluppo dello scialpinismo costa meno: il denaro serve per finanziare guide, mappe e pubblicità. La Norvegia ha capito: nel nord del paese non ci sono impianti di risalita ed è vietato fare heliski. I norvegesi continuano a promuovere il loro mix di vela e sci. I turisti sono sistemati in una barca e ogni giorno sciano in un fiordo diverso. Quando ci sono stato per la prima volta sette anni fa, questa strategia era ancora in fase di sviluppo. Quando sono tornato lì l'anno scorso, il traffico turistico era aumentato di venti volte".