Lo scorso 20 maggio si è tenuta la cerimonia di insediamento del neo eletto presidente del Montenegro Jakov Milatović. Tra le priorità del neopresidente l’ingresso del Montenegro nell’UE, la riconciliazione nazionale e il rafforzamento dei rapporti di buon vicinato
(Originariamente pubblicato sul portale Dnevni evropski servis , il 20 maggio 2023)
Sabato 20 maggio, nel suo discorso di insediamento, il neo eletto presidente del Montenegro Jakov Milatović ha dichiarato che sarà il vero presidente di tutti i montenegrini indipendentemente dalla loro appartenenza etnica, religiosa e di altro tipo, e che si impegnerà per una riconciliazione interna alla società montenegrina senza fare alcuna distinzione tra chi lo ha votato e chi no. Milatović ha sottolineato che il suo primo obiettivo da presidente sarà l’ingresso del Montenegro nell’UE, aggiungendo di volersi adoperare anche per migliorare le relazioni con i paesi vicini.
“Se avessi potuto scegliere, avrei scelto di nascere proprio qui, nell’angolo più bello del mondo, segnato da una lotta secolare per la sopravvivenza, stretto tra mare e rocce, all’eterno crocevia tra est e ovest, tra nord e sud”, ha affermato Milatović.
Il neopresidente ha poi spiegato che nello svolgimento delle sue funzioni intende ispirarsi “all’idea di statualità dei Vojislavljević, Balšić e Crnojević, agli sforzi libertari della sacra dinastia dei Petrović, alla lotta antifascista del Montenegro e all’impegno delle nostre generazioni del dopoguerra”.
“Profondamente consapevole della responsabilità derivante dall’enorme fiducia che mi è stata accordata alle urne, sarò un vero presidente di tutti i cittadini, indipendentemente dall’appartenenza politica, nazionale e religiosa e da qualsiasi caratteristica personale”, ha ribadito Milatović.
La cerimonia si è aperta con l’inno nazionale montenegrino Oj svijetla majska zoro [O alba limpida di maggio], dopodiché Milatović ha prestato giuramento sulla Costituzione.
Nel suo discorso, il neo eletto presidente ha sottolineato che il cambio dell’establishment politico e il consolidamento della democrazia fanno sperare che nel prossimo periodo alcune questioni, tuttora aperte, “di vitale importanza per il futuro del Montenegro” possano essere affrontate con un maggior senso di comunità.
Il neopresidente ha ribadito che si impegnerà a portare avanti il processo di riconciliazione nazionale perché, come ha sottolineato, l'unico vero Montenegro è un Montenegro riconciliato.
Spiegando che il sistema istituzionale creato a misura di una sola forza politica non ha retto alle sfide arrivate con il cambio di potere, Milatović ha affermato che lo stato saprà sfruttare importanti lezioni imparate da questa esperienza per costruire istituzioni forti capaci di garantire la sicurezza giuridica dei cittadini.
Il neo eletto presidente ha assicurato che si impegnerà con ancora maggiore dedizione nel creare un sistema economico sostenibile, focalizzandosi su grandi progetti e l’apertura di nuovi posti di lavoro meglio retribuiti, nonché sulla promozione economica del Montenegro a livello internazionale.
Milatović ha anche sottolineato che il Montenegro proseguirà il suo percorso di integrazione europea.
“Il contesto globale è in gran parte determinato dall’aggressione russa all’Ucraina. Non può esserci, e non ci sarà alcun allontanamento dal percorso e dalle scelte che abbiamo intrapreso e che vedono il Montenegro come parte integrante della famiglia europea. Lo abbiamo già dimostrato assumendo una chiara presa di posizione di fronte a sfide securitarie. Per me non vi è alcun dilemma: apparteniamo ad un’Europa unita nella diversità”, ha dichiarato Milatović.
Soffermandosi infine sulle relazioni con i paesi della regione, il neopresidente ha assicurato di voler contribuire al rafforzamento dei rapporti di buon vicinato e alla promozione di iniziative regionali per sostenere l'adesione dei Balcani occidentali all’UE come obiettivo comune.
“L’adozione del sistema di valori dell’Unione europea e l’avvicinamento della regione all’UE è il miglior rimedio contro la recrudescenza delle politiche distruttive del passato. È di estrema importanza rilanciare il processo di Berlino, che resta il principale ponte tra i Balcani occidentali e Bruxelles”, ha concluso il neopresidente.
Al termine del discorso Milatović ha baciato la moglie.
Alla cerimonia di giuramento e insediamento del nuovo presidente del Montenegro hanno partecipato il presidente serbo Aleksandar Vučić, il suo omologo croato Zoran Milanović, due membri della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Željka Cvijanović e Željko Komšić, il presidente dell’Albania Bajram Begaj e la presidente del Kosovo Vjosa Osmani. Tra i presenti c’erano anche i due ex presidenti montenegrini, Milo Đukanović e Filip Vujanović, e gli ex premier Zdravko Krivokapić, Duško Marković e Igor Lukšić. La cerimonia ha visto la partecipazione anche di molti ospiti internazionali, tra cui Gabriel Escobar, Stuart Peach e Manuel Sarrazin, inviati speciali per i Balcani occidentali rispettivamente di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, nonché il primo ministro bulgaro Galeb Donev. Al giuramento del nuovo presidente montenegrino non hanno preso parte i rappresentanti delle comunità religiose presenti nel paese.
Al termine della cerimonia il presidente serbo Aleksandar Vučić ha dichiarato che la Serbia sarà sempre “un amico sincero e un buon partner” del Montenegro.
Rispondendo alle domande dei giornalisti davanti alla sede del parlamento di Podgorica, Vučić ha spiegato che la sua presenza alla cerimonia di giuramento del nuovo presidente del Montenegro è un gesto di rispetto della Serbia nei confronti del popolo e dei cittadini montenegrini.
“Abbiamo alcune differenze, ma ciò non deve diventare un ostacolo al rafforzamento dei rapporti bilaterali. Dobbiamo assumere un atteggiamento razionale e impegnarci a rendere le nostre relazioni le migliori possibili”, ha affermato Vučić, aggiungendo di aver parlato più volte con Milatović, l’ultima volta dopo le elezioni presidenziali.
Alla domanda su come abbia interpretato il discorso di insediamento del nuovo presidente montenegrino, Vučić ha risposto di aver ascoltato attentamente, ma di preferire non rivelare l’idea che se n’è fatto.
“È chiaro che il Montenegro resta strategicamente orientato al perseguimento della sua politica legata alla partecipazione alla NATO. Noi invece abbiamo una percezione diversa della nostra posizione militare e vogliamo preservare gelosamente la nostra neutralità militare. Vogliamo proteggere da soli il nostro cielo e la nostra terra. Inoltre, abbiamo opinioni alquanto diverse su alcune vicende internazionali, ma questo non incide, e non può incidere sull’atteggiamento amichevole della Serbia nei confronti del Montenegro. Rispettiamo le scelte dei cittadini montenegrini”, ha dichiarato Vučić.
Il presidente serbo si è poi soffermato su alcuni aspetti economici sottolineati da Milatović nel suo discorso di insediamento.
“Da quello che ho capito, il presidente Milatović vuole rafforzare anche i rapporti commerciali, percependo l’economia come una questione estremamente importante. Sia la Serbia che il Montenegro perseguono la strada europea. È vero che ci sono delle differenze, ma non devono rappresentare un ostacolo allo sviluppo dei nostri rapporti amichevoli. Senza voler offendere nessuno, oserei utilizzare l’espressione rapporti fraterni. Dobbiamo però mantenere un atteggiamento razionale”, ha affermato Vučić, aggiungendo che nessun altro paese ha così tanti punti in comune con la Serbia come il Montenegro.
“Non posso dire che il Montenegro non mostri rispetto nei confronti della Serbia. Ma siamo contenti di ogni decisione presa da Podgorica? No, però non dobbiamo necessariamente esserne contenti. È sempre meglio impegnarsi a trovare un denominatore comune su cui fondare la cooperazione, invece di cercare, con una nonchalance insostenibile, punti di discordia e di scontro”, ha concluso Vučić.
Al secondo turno delle elezioni presidenziali dello scorso 2 aprile, Jakov Milatović ha ottenuto una vittoria schiacciante su Milo Đukanović, conquistando il 60% dei voti.
Milatović ha abbandonato la consueta prassi di prestare giuramento a Cetinje, l’antica capitale del Montenegro, decidendo di farlo nel palazzo del parlamento a Podgorica. Milatović, trentasette anni, è il terzo presidente del Montenegro dalla proclamazione dell’indipendenza nel 2006. A precederlo sono stati Milo Đukanović e Filip Vujanović.
Impegnato in politica dal 2020, Milatović è stato ministro dello Sviluppo economico nel cosiddetto governo di esperti guidato da Zdravko Krivokapić, formato dopo le elezioni politiche dell’agosto 2020, dalle quali il Partito democratico dei socialisti (DPS) di Đukanović è uscito duramente sconfitto.
Milatović è salito alla ribalta dell’opinione pubblica grazie ad un controverso programma economico che ha raddoppiato lo stipendio medio nel paese. Nel settembre del 2022, pochi mesi dopo la caduta del governo Krivokapić, Milatović, insieme all’ex ministro delle Finanze Milojko Spajić, ha fondato il movimento “Evropa sad” (Europa adesso, PES). Ha guidato il PES alle elezioni comunali a Podgorica dell’ottobre 2022, sconfiggendo il DPS.
La partecipazione alle elezioni presidenziali è stata una mossa obbligata. Milatović si stava apprestando ad assumere l’incarico di sindaco di Podgorica, per poi decidere all’ultimo momento di candidarsi alla presidenza dopo l’estromissione dalla corsa del suo compagno di partito Milojko Spajić.
Il movimento guidato da Milatović sta guadagnando popolarità in vista delle elezioni politiche anticipate fissate per il prossimo 11 giugno.
Domenica 21 maggio il Montenegro ha celebrato il diciassettesimo anniversario dell’indipendenza con una serie di manifestazioni, iniziate nella serata di venerdì 19 maggio con una cerimonia nella piazza principale di Podgorica, organizzata dal governo.
In occasione dell’anniversario dell’indipendenza, il premier ad interim Dritan Abazović ha dichiarato che il Montenegro è finalmente un paese unito e che ora occorre focalizzarsi sullo sviluppo.
“Oggi il Montenegro è il paese con lo stipendio medio più alto e il tasso di disoccupazione più basso della regione. Abbiamo aperto la strada verso nuove destinazioni lontane e grandi mercati, collegando il Montenegro con la regione e con l‘Europa, e ci aspettiamo una stagione turistica da record. Oggi il Montenegro è un paese più giusto [rispetto al passato] in cui non ci sono intoccabili. Fieri delle generazioni che hanno costruito il nostro stato, voltiamo pagina. Ottimismo e fiducia, concentriamoci sulla riconciliazione. Questo paese appartiene a tutti i suoi cittadini. Terra di sole, mare e monti, impegniamoci affinché diventi la terra di eterni sorrisi”, ha affermato Abazović.
Alla cerimonia di celebrazione del diciassettesimo anniversario dell’indipendenza del Montenegro hanno partecipato il neo eletto presidente Jakov Milatović, gli esponenti del governo e di alcune forze politiche, nonché l’inviato speciale statunitense per i Balcani occidentali Gabriel Escobar.
Diciassette anni fa, il 21 maggio 2006, al referendum sull’indipendenza del Montenegro il sì aveva vinto con il 55,5% dei voti. Stando ai dati ufficiali, alle urne si era recato l’86,3% degli aventi diritto, di questi il 55,5% si era espresso a favore dell’indipendenza del Montenegro, mentre il 44,5 aveva votato per la sopravvivenza dell’unione con la Serbia.