La nostra corrispondente da Podgorica, Tanja Boskovic, riporta alcune considerazioni sulla prima settimana dopo il trionfo di Djukanovic in Montenegro.
Lo scorso 22 ottobre la Commissione Elettorale della Repubblica (RIK) ha pubblicato i risultati ufficiali delle elezioni parlamentari in Montenegro. Non sono però ancora definitivi poiché si attendono i risultati delle elezioni in un unico seggio dove il processo elettorale dovrà essere ripetuto. Ma saranno troppo pochi i votanti di quest'ultimo seggio per modificare la destinazione dei seggi parlamentari.
Già domenica sera, dai risultati resi pubblici da CEMI e CESID, risultava chiaro che la coalizione 'La lista democratica per un Montenegro europeo', guidata da Milo Djukanovic, aveva ottenuto la maggioranza assoluta guadagnando 39 seggi parlamentari. Seguiva, con 30 seggi, 'Insieme per i cambiamenti' (ex Insieme per la Jugoslavia), ed infine due seggi per 'Albanesi insieme' e 4 per i liberali, i veri sconfitti di questa tornata elettorale (Vijesti, 23.10.02). Una vittoria così schiacciante della coalizione DPS ed SDP è stata comunque una sorpresa per tutti.
A parte i dibattiti sulle regole elettorali, la recente crisi sui media e le pesanti parole scambiate tra i vari rappresentanti dei partiti, la campagna elettorale appena conclusasi è stata la più serena da quando il Montenegro ha optato per il multipartitismo. I partiti non hanno optato per le grandi assemblee nelle piazze ed hanno preferito una campagna mirata al singolo elettore, casa per casa. Solo nei tre giorni precedenti al silenzio elettorale si sono tenuti incontri nella piazza centrale di Podgorica: la prima sera dall'Alleanza Liberale, la seconda dalla 'Coalizione per i cambiamenti' e l'ultima sera dalla coalizione di DPS e SDP. Ma anche durante questi ultimi giorni non si percepiva un clima di tensione. In generale questa campagna elettorale non è stata caratterizzata da una chiara divisione tra due blocchi, il blocco pro-indipedenza e quello anti-indipendenza, probabilmente perché l'Accordo di Belgrado ha concluso la questione. D'altra parte può essere che i montenegrini si siano infine stancati di sentire quest'ultima questione come cruciale e che su questa si debba scegliere un blocco o l'altro. Tuttavia, i cittadini non sono rimasti sordi agli inviti dei politici, perché l'affluenza alle urne è stata alta, pari al 77,48% degli aventi diritto al voto.
Anche la giornata delle elezioni è proseguita tranquilla e senza incidenti, a parte la notte quando i vincitori e i loro sostenitori hanno festeggiato fino all'alba, ma senza nessun incidente.
L'OSCE ha dichiarato che le elezioni sono state condotte in armonia con gli standard internazionali ed ha specificato che i media statali hanno seguito la campagna elettorale in modo più corretto rispetto alle elezioni precedenti.
L'ottenimento della maggioranza assoluta da parte di DPS e SDP viene vista positivamente dagli esperti sia nazionali sia stranieri poiché ci si augura possa garantire stabilità di governo e la soluzione di problematiche tanto a lungo discusse e mai affrontate. D'altra parte c'è anche il rischio che la maggioranza assoluta permetta alla coalizione 'Per un Montenegro Europeo' di condurre una politica esclusivamente unilaterale. Comunque, rimane il fatto che il budget del Montenegro dipende decisamente dai fondi della Comunità Internazionale ed è ora che il nuovo governo, ottenuta questa chiara maggioranza, cominci con le riforme vere. Sperando che lo sguardo della Comunità Internazionale sia sufficiente a garantire riforme rapide ed esenti da corruzione.
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