I media montenegrini vengono tacciati di non dare spazio alla questione del referendum. L'analisi che accusa gli organi di informazione per ora è anonima, ma reca il timbro del Ministero degli Esteri. Protestano i giornalisti
Nei giorni scorsi il Montenegro è stato scosso dallo scandalo provocato da una controversa Analisi dei media intitolata: "Analisi dei media in Montenegro nell'anno in cui è necessario fare dei passi decisivi verso l'indipendenza montenegrina". Si tratta di un documento recante il timbro del Ministero degli Esteri, inoltrato, lo scorso febbraio, ai gabinetti del Primo ministro e del Presidente del parlamento, contenente delle indicazioni su come disciplinare i media locali, senza gravi turbolenze.
Il documento è stato reso noto, di recente, dal partito d'opposizione SNP (Partito popolare serbo) che lo ha inoltrato all'Agenzia informativa montenegrina MINA, per poi tenere una conferenza stampa straordinaria dandone notizia a tutti i media locali.
L'autore del documento, tuttora sconosciuto al pubblico, analizza la situazione dei media montenegrini giudicandola sfavorevole al referendum per l'indipendenza montenegrina, previsto per il 2006. Secondo l'analisi, i media locali concedono poco spazio ai leader governativi, favorevoli al referendum e danno troppo spazio ai partiti di opposizione, contrari al referendum.
Secondo l'autore dell'analisi, per promuovere l'indipendenza bisogna dare delle informazioni corrette e precise sul concetto stesso di indipendenza. Per ottenere questo scopo è necessario introdurre una strategia statale verso i media, con dei rappresentanti di governo, che saprebbero spiegare la superiorità dell'idea d'indipendenza e che coordinerebbero i media in modo tale da poter presentare al pubblico l'idea del referendum con obiettività e professionalità.
Il documento suggerisce la fondazione di una nuova agenzia informativa, visto che MINA (attualmente l'unica agenzia in Montenegro) dipende dalle donazioni straniere. A parte questo, l'agenzia è stata caratterizzata come poco professionale, tacciata di mantenere una posizione monopolista e di cadere nella possibilità di interpretare le informazioni in modo tendenzioso e quindi di confondere i media locali.
Nella controversa analisi i giornalisti sportivi hanno subito le critiche più gravi, perché si ritiene siano tifosi delle squadre sportive dell'Unione statale della Serbia e Montenegro. Nell'analisi si arriva ad indagare, addirittura, la biografia di alcuni giornalisti ed editori per spiegare il loro criticismo verso il Governo.
L'autore non manca di suggerire anche i metodi per disciplinare i media locali: mediante il controllo finanziario delle TV statali, la modificazione della politica editoriale, ed anche l'aumento dei finanziamenti per alcuni media privati favorevoli alla linea del Governo.
Quasi tutti i media ed anche i partiti politici hanno qualificato il documento come un atto scandaloso ed hanno chiesto spiegazioni al Ministro degli Esteri, Miodrag Vlahovic, dal cui ministero sembra provenire l'oscura analisi.
L'agenzia MINA ha anche annunciato di intraprendere una causa legale contro l'autore del documento in questione. Inoltre, MINA ha negato la notizia sulla sua scarsa professionalità, difendendosi con il fatto di aver pubblicato oltre 100 mila notizie dal giorno in cui è stata registrata, cioè dal 12 marzo del 2002, e di non essere mai stata smentita. MINA ha anche ricordato che in Montenegro esistono i corrispondenti delle varie agenzie e che, quindi, la sua posizione come fonte d'informazione non può essere considerata come una posizione monopolistica.
Dal canto suo, il Ministro degli esteri, Miodrag Vlahovic, ha negato l'ipotesi che ci sia il Governo dietro la dibattuta analisi o che il documento possa essere considerato un atto ufficiale, ma che piuttosto esso rappresenta la mera opinione del suo autore. Anche se il Ministro ha dichiarato di essere a conoscenza del nome dell'autore, ha preferito non renderlo pubblico, spiegando che ciò non sarebbe moralmente corretto, ha voluto lasciare questa decisione all'autore. Inoltre, Vlahovic si è scusato con i giornalisti ed ha anche offerto le sue dimissioni. Il Primo ministro Milo Djukanovic ha rifiutato le dimissioni di Vlahovic e ha ripetuto che il governo montenegrino non ha alcun legame con il documento, caratterizzandolo come un atto puramente individuale.
La giornalista del settimanale montenegrino "Monitor", Milka Tadic, nell'edizione del 29 aprile scorso, si chiede perché proprio adesso viene alla luce questo documento, a distanza di oltre di 2 mesi da quando è stato scritto e ufficialmente inviato al Governo. La Tadic avanza una possibile spiegazione collegando il fatto alla vicenda della sospetta privatizzazione del Complesso industriale di produzione dell'alluminio di Podgorica (KAP). Un affare poco chiaro, in cui il KAP, che sta per essere venduto alla compagnia russa Rusal, è stato al centro dell'attenzione dei media e del pubblico finché non è scoppiato lo scandalo sull'analisi dei media.
La giornalista Tadic aggiunge che il documento controverso non rappresenta una grande novità, perché la TV statale già soffre della riduzione del budget per i programmi speciali ed i soldi per altri programmi arrivano in ritardo. Per corroborare le sue posizioni la Tadic ricorda che il Consiglio d'amministrazione della TV statale non ha giudicato il documento, che peraltro prevede varie sanzioni per i giornalisti, proprio a causa della dipendenza dai finanziamenti statali.
Inoltre, la redattrice del primo programma della TV statale, Snezana Nikcevic, interpreta il documento come una preparazione del terreno per individuare dei colpevoli tra i giornalisti se il referendum per l'indipendenza montenegrina dovesse fallire. Nikcevic spiega che si profila l'intenzione di caratterizzare ogni critica al governo come un atto di inimicizia, contrario all'indipendenza del Montenegro, e di conseguenza si tenta di creare dei nemici dello stato tra i giornalisti.
Ad ogni modo, la vicenda Vlahovic è arrivata nel momento meno opportuno, perché il Montenegro sta cercando di convincere la comunità internazionale della solidità delle sue istituzioni, evitando l'imposizione di leggi sempre più severe e sfavorevoli al referendum. Ma sembra che sarà difficile spiegare alla comunità internazionale com'è possibile organizzare un referendum trasparente in un Paese dove succedono ancora scandali del genere.