Approvata a suon di maggioranza una nuova legge sulla scuola. Aperta la strada ai privati, data autonomia manageriale agli istituti, allungato l'obbligo scolastico. E' subito polemica soprattutto tra la classe docente.
L'Assemblea del Parlamento montenegrino, urgentemente convocata ieri, ha approvato sei nuove leggi sull'educazione. Non erano presenti in aula i rappresentanti dell'opposizione, cioè della Coalizione per i cambiamenti e dell' Alleanza liberale. In più i partiti albanesi hanno ad un certo punto lasciato l'Assemblea, perché gli emendamenti proposti dall'Alleanza democratica degli Albanesi, nei quali si richiedeva che la legge chiaramente precisasse che la lingua albanese sarà la lingua dell'insegnamento nei comuni dove gli Albanesi sono la maggioranza, non sono stati accettati. Alcuni dei deputati che se ne sono andati hanno commentato che alla fine le leggi sono state approvate senza il quorum necessario. Dato smentito dal Presidente del Parlamento che ha affermato che la metà più uno degli aventi diritto al voto era presente in aula ("Publika", 21.11.02).
Una delle novità che contiene la nuova legislazione, che sarà applicata a partire dall'anno scolastico 2003/2004, è che la scuola elementare durerà 9 anni, invece di 8, come finora. Poi si prevede che avranno la possibilità di fondare e creare istituzioni scolastiche private sia le persone domiciliate in Montenegro sia gli stranieri, che possiedano il capitale minimo richiesto dal Ministero dell'istruzione. Inoltre si prevede la possibilità di donare concessioni per lo svolgimento delle attività formative e educative presso gli stessi istituti pubblici. Spetterà al Ministro dell'istruzione pubblicare il bando per queste donazioni. L'ente responsabile per la gestione delle scuole sarà il Consiglio della scuola, che sarà in grado di assumere e licenziare i direttori e organizzare i posti lavorativi. D'altra parte i direttori potranno licenziare gli insegnanti. Se, per esempio, questi ultimi si rifiutassero di assicurare il minimo del processo lavorativo durante uno sciopero, o se si riscontrassero gravi imparzialità nell'esaminare e valutare gli studenti. Una delle novità è che il Montenegro riconoscerà tutti i certificati scolastici conseguiti nei paesi stranieri, con l' eccezione per i casi nei quali il percorso formativo grazie al quale il certificato viene ottenuto è radicalmente differente da quello montenegrino.
In merito alla questione delle minoranze la nuova legge prevede che nei municipi dove la maggioranza dei cittadini proviene da altri gruppi nazionali ed etnici si utilizzerà la loro lingua nell'insegnamento ("Dan", 25.11.02).
L'approvazione delle nuove leggi ha provocato polemiche sia tra gli insegnanti sia in un pubblico più vasto. I primi non sono per niente contenti con le regole che prevedono che i direttori potranno licenziarli se non assicurano il minimo del processo lavorativo durante lo sciopero, o se concludono che qualcuno di loro era di parte esaminando gli studenti. Secondo il Sindacato degli insegnanti con queste regole si indebolisce significativamente la posizione degli insegnanti. Altre critiche riguardano il fatto che l'approvazione è stata fatta in fretta senza discussione pubblica dopo che le leggi erano state rifiutate dal parlamento in agosto dall'allora maggioranza parlamentare. ( "Vijesti", 23.11.02).