In Montenegro si discute del nuovo Governo: ci devono essere o meno esperti esterni? Intanto l'SNP annuncia di voler boicottare il Parlamento. Ribattono dalla maggioranza: anche gli elettori risultati minoritari debbono essere rappresentati.
Sulla scena politica montenegrina la questione attualmente più rilevante è senza ombra di dubbio la creazione del nuovo Governo. Il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, ha preparato una lista di sei candidati a Primo Ministro, tutti alti funzionanti del DPS, il suo partito, e sembra che la decisione su un nome specifico avverrà entro la settimana.
E si dibatte molto dei criteri che dovrebbero essere seguiti per la formazione di questo Governo. Srdjan Dramanovic, Presidente del CEDEM (Centro per la democrazia ed i diritti umani), ritiene che in questo specifico momento il Governo dovrebbe essere costituito sia da rappresentanti dei partiti vincitori, ma anche da un certo numero di esperti, specializzati principalmente in questioni economiche. "Sarebbe un buon segnale a tutta la società: chi ha vinto le elezioni è aperto al contributo di tutti coloro i quali possono promuovere lo sviluppo del Paese" ha affermato quest'ultimo. Dramanovic argomenta questa sua posizione chiarendo come in una situazione in cui il Montenegro non vi è un'opposizione forte con un buon programma di riforme, esiste il pericolo di esagerata self-confidence e mancanza di critica rispetto all'azione di governo ("Pobjeda", 29.10.02).
"Vjesti", quotidiano tra i più letti in Montenegro, ha intervistato un professore d'economia, un direttore di banca ed un politico chiedendo loro cosa si aspettano dal nuovo Governo.
Alla domanda se sostiene un "governo di esperti", il professore di economia, Bozo Mihajlovica, ha risposto affermando che, a suo avviso, non tutti debbono essere degli esperti esterni, ma quelli che occuperanno posti chiave, quali ad esempio i Ministeri legati all'economia, dovranno dimostrare alte competenze altrimenti si rischierà un crac del Paese.
Il Presidente del consiglio dei direttori della più importante banca montenegrina "Hipotekarna banka", Slavko Drljevic, ha addirittura affermato che il Governo dovrebbe essere scelto con concorso pubblico. "Nel caso ad esempio si dovesse selezionare il Ministro delle finanze si dovrebbe specificare un curricula minimo e definire anche il livello di stipendio che quest'ultimo riceverebbe" afferma Drljevic.
"Il Primo Ministro deve appartenere alla coalizione 'Per il Montenegro europeo' perché è a questa lista che i cittadini hanno dato le loro preferenze. Perciò il Governo deve essere condotto da una delle persone più responsabili di questa coalizione. Quando Schroeder vince in Germania, o Blair nel Regno Unito non si fa un concorso per il Presidente del Governo, esistono già delle regole, sono quelle garantite dalla democrazia", ritiene invece Svetozar Marović, il vice presidente del DPS. ("Vijesti", 28.10.02).
Intanto il Comitato esecutivo dell'SNP ha deciso di non partecipare al lavoro del nuovo Parlamento montenegrino, tranne che nelle sessioni che si occuperanno del Documento costituzionale alla base della nuova "Serbia e Montenegro". Il boicottaggio è stato pensato per un periodo di cento giorni da quando il Parlamento entrerà in carica. Questa scadenza sarà condizionata dai risultati del nuovo Governo e dal suo impegno nel risolvere i problemi sociali, ritenuti dall'SNP prioritari. L'SNP ha proposto di boicottare il lavoro del Parlamento anche agli alleati nella coalizione "Insieme per i cambiamenti". Si aspetta che il boicottaggio venga accettato anche da "Alleanza liberale" ("Glas Crnogorca", 26.10.02).
Il Presidente dell'SDP (il Partito social-democratico), Ranko Krivokapic, ha reagito alla presa di posizione dell'SNP affermando che un eventuale boicottaggio del Parlamento montenegrino sarebbe un contributo al Parlamento stesso poiché quest'ultimo riuscirebbe in questo modo ad approvare leggi più tranquillamente. Ma ha poi fatto notare che l'opposizione dovrebbe in ogni caso rappresentare in Parlamento coloro i quali l'hanno votata ("Pobjeda", 26.10.02).
Ed il quotidiano "Vijesti" parla, in questi giorni, di un possibile boicottaggio da parte della Coalizione "Insieme per i cambiamenti" (SNP, SNS, NS) delle elezioni presidenziali. Il mandato di Djukanovic scade il prossimo 15 gennaio e, secondo la legge attuale, per l'elezione di quest'ultimo è necessaria la metà più uno degli aventi diritto.