Questa notte è stato freddato a colpi d'arma da fuoco Duško Jovanović, direttore del quotidiano montenegrino di opposizione "Dan". Breve cronaca dell'accaduto
Un altro giornalista è morto ammazzato. Verso la mezzanotte di ieri sera è stato ucciso Duško Jovanović, direttore e caporedattore del quotidiano montenegrino "Dan". Alcuni lo hanno già definito il Čuruvija. montenegrino (Slavko Čuruvija direttore del Dnevni Telegraf e di Evropljanin fu ucciso a Belgrado l'11 aprile del 1999, il processo è ancora in corso).
Contro Jovanović sono stati esplosi diversi colpi d'arma da fuoco da una non identificata macchina in corsa, mentre il direttore di "Dan" stava entrando nella sua vettura, dopo aver salutato davanti alla redazione un suo collega del quotidiano "Politika". La macchina degli assassini ha poi continuato la sua corsa in direzione della Facoltà di giurisprudenza. Secondo quanto scrive il quotidiano di Podgorica, "in meno di un minuto sul luogo, dopo l'attentato, sono giunti tre poliziotti, che probabilmente erano nelle vicinanze". Jovanović colpito in punti vitali è stato trasportato immediatamente alla Centro clinico del Montenegro, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico d'urgenza. Duško Jovanović è deceduto alle 4.30 di questa mattina a causa delle mortali ferite riportate.
Secondo il giudice per le indagini Radomir Ivanović, raggiunto dall'agenzia Beta, sarebbero già stati rintracciate alcune persone collegate con l'omicidio e sarebbe in corso il loro interrogatorio.
Per il momento non ci sono molte informazioni sulla vicenda. La redazione di "Dan" non nasconde però che il direttore riceveva da tempo messaggi contenenti minacce, mentre era ancora deputato per il partito SNP (Partito socialista popolare)aveva già subito un attacco sull'ingresso del suo appartamento, quando gli fu sottratta una borsa di documenti. Secondo la redazione, i documenti nella borsa avrebbero costituito l'accusa per alcuni uomini non lontani dal governo montenegrino.
Nel commento scritto dalla redazione di "Dan" si insiste sull'attentato come un modo per far tacere la voce del quotidiano di opposizione, che secondo la redazione "è stato spesso accusato dagli uomini dei più alti vertici del potere, compreso lo stesso premier, la polizia, il capo della polizia segreta e gli uomini più vicini all'attuale potere".
È noto che "Dan" è un quotidiano vicino all'opposizione, in particolare al partito di Predrag Bulatović, SNP, vicino al partito di Milošević. Va notato al contempo che "Dan" è un quotidiano di orientamento nazionalista e filo serbo, spesso contenente inchieste dichiaratamente anti albanesi o tese a mettere in evidenza il pericolo albanese in Montenegro. Fu uno degli obiettivi contro cui si scagliò la operazione "Sciabola" condotta contro la criminalità organizzata a seguito dell'omicidio Ðinđić nel marzo dello scorso anno, vietandogli la pubblicazione in Serbia. Inoltre il direttore Jovanović era già stato accusato, lo scorso anno, di aver rivelato sul suo giornale il nome di un testimone protetto del Tribunale dell'Aja.
"Dan" era stato al centro dell'attenzione pure per le accuse di contrabbando contro il premier Djukanović. Il quotidiano di Podgorica aveva più volte ripreso ampiamente i servizi del settimanale croato "Nacional" in cui si poneva l'accento sul ruolo del premier montenegrino nel contrabbando di sigarette.
Il quotidiano di Podgorica aveva una politica espressa da una linea redazionale da molti ritenuta discutibile. L'uccisione di un giornalista in un attentato di stampo criminal mafioso rappresenta tuttavia un ulteriore segnale inaccettabile e gravissimo dello stato della libertà di stampa nei Balcani.
Secondo la redazione di "Dan" non si è trattato solo di un attentato contro un uomo coraggioso "ma di un colpo sparato contro la libertà di parola, contro la libertà giornalistica montenegrina e contro la democrazia".