Minaccia di sgombero per 44 famiglie di profughi che da cinque anni alloggiano vicino al porto di Bar. Le autorità del porto vogliono utilizzare il terreno per altri scopi ma, in attesa di soluzioni alternative, il sindaco blocca le ruspe.
A Bar, città sulla costa del Montenegro, non lontano dal porto vi sono piccole baracche in legno costruite in passato dall'azienda "Trudbenik". Vi abitano 44 famiglie di profughi e 20 famiglie di operai, circa 200 persone tra le quali vi sono bambini, persone anziane e casi sociali. Per loro le baracche rappresentano l'unico alloggio.
Nelle baracche in precedenza abitavano 60 operai del porto ai quali poi sono stati consegnati alloggi più comodi. Alcuni giorni fa sono state rase al suolo le baracche occupate dalle famiglie degli operai perché. Secondo il nuovo piano urbanistico della città quella è un terreno che deve essere adibito ad altro. Sistava per procedere alla demolizione anche delle baracche occupate dai profughi ma quest'ultima è stata sospesa grazie all'intervento del sindaco di Bar, Borislav Lalevic che ha richiesto alle autorità portuali di non sgombrare i profughi.
"Non abbiamo soluzioni alternative e non ce ne andremo sino a quando non sarà chiaro dove potremo andare" ha dichiarato un portavoce delle famiglie di sfollati "non chiediamo niente di speciale se non un pezzo di terra sulla quale ricostruire le nostre baracche" ed ha poi aggiunto che confida nel sindaco e nella sua promessa, fatta in una assemblea precedente, di garantire la ricostruzione della "colonia" in un altro posto.
I profughi hanno oramai tenuto a precisare che abitano a Bar oramai da 5 anni. Qui molti di loro hanno trovato lavoro ed i bambini vanno a scuola e per questo non vogliono essere obbligati a spostarsi in un'altra città ("Dan", 02.07.02).