Pride Podgorica (foto M. Canka)

Pride Podgorica (foto M. Canka)

Si è tenuto ieri il secondo Gay Pride montenegrino: un successo, meno persone dello scorso anno ma nessun incidente. Un passo avanti verso il rispetto dei diritti umani nel paese anche se non per tutti: i critici del potere continuano ad essere vessati

03/11/2014 -  Mustafa Canka Ulcinj

Un anno fa il Pride di Podgorica si era tenuto in un’atmosfera molto tesa. Quello di quest’anno invece è stato molto più tranquillo, solo i partecipanti erano in numero leggermente inferiore al 2013. L’intera manifestazione si è svolta senza il minimo incidente, ed a far sì che questo avvenisse si sono impegnati sia il governo che gli organizzatori del Pride di Podgorica, raccolti sotto l’associazione “Queer Montenegro”. I manifestanti hanno raggiunto il loro obiettivo: domenica hanno marciato, in una bella giornata autunnale, e hanno dispiegato sul ponte più famoso della capitale montenegrina un’enorme bandiera arcobaleno.

Per garantire l'ordine e la sicurezza v'erano 1800 poliziotti, cioè dieci volte di più dei manifestanti raccolti sotto lo slogan “Tradizionalmente orgogliosi”. Stato d'allerta anche per i pubblici ministeri.

Il governo del premier Milo Đukanović alla vigilia della manifestazione aveva avvisato che tutti quelli che avessero voluto sabotare la manifestazione sarebbero stati severamente puniti. La polizia ha persino preso misure di sicurezza impopolari, come trattenere in fermo una decina di persone che potenzialmente avrebbero potuto innescare scontri con i membri della comunità LGBT.

Un invito a evitare la violenza è giunto anche dai rappresentanti religiosi del Montenegro, i quali regolarmente condannano questo tipo di manifestazioni come “parata della vergogna e dell’immoralità”.

Rappresentanti istituzionali e congratulazioni dall’UE

Questa volta alla manifestazione hanno partecipato molti più rappresentanti del potere. Oltre al ministro per i Diritti umani Suad Numanović, al Pride era presente anche il sindaco di Podgorica Slavoljub Stjepović. “La capitale del Montenegro ha superato il test della tolleranza. Podgorica ha mostrato di essere una città europea, aperta”, ha precisato il primo cittadino.

La cosa più importante per il governo montenegrino sono stati i messaggi positivi e le congratulazioni per il lavoro svolto giunti dalle cancellerie occidentali. Il capo della Delegazione dell’UE in Montenegro, Mitija Drobnič, ha fatto sapere che il Montenegro, che lo scorso anno ha avviato i negoziati di adesione con l’UE, sarà premiato nel prossimo progress report della Commissione europea per la positiva riuscita del Pride di Podgorica.

Per tutte queste ragioni all’associazione “Queer Montenegro” ritengono che al prossimo Pride ci saranno molti più partecipanti “Forse allora marceremo anche in altre vie di Podgorica. Forse persino in via della Libertà, perché alla fine lottiamo per quella libertà”, ha precisato il responsabile dell’organizzazione Danijel Kalezić.

Vanja Ćalović ancora sotto attacco

Nel frattempo in Montenegro è in atto una volgarissima campagna contro Vanja Ćalović, direttrice dell’organizzazione Rete per l’affermazione del settore non governativo (MANS). Il quotidiano serbo Informer, che ha un’edizione montenegrina ed è molto vicino al governo di Podgorica, sta demonizzando la più influente personalità pubblica del paese nonché severa critica del regime del premier Đukanović.

La campagna di Informer è stata condannata da tutte le più importanti ambasciate, dal Parlamento europeo e dall’ordine dei giornalisti, mentre il tribunale di Podgorica ha chiesto la cancellazione dei testi in questione.

Tra la società civile si condivide l’idea che questo tabloid, che ha inquinato la scena mediatica del Montenegro, andrebbe vietato. Ma il potere montenegrino, almeno per ora, non sembra avere intenzione di fare questo passo.