Milioni di metri di area costiera dati in appalto a Ulcinj, in cambio di investimenti miliardari. "Un modo per uscire dalla crisi", dice il governo montenegrino. "Non sono certo progetti di sviluppo sostenibile", rispondono molti abitanti del luogo
Dopo aver bandito una gara d'appalto internazionale per la valorizzazione dell'insenatura di Valdanos, Montenegro meridionale, il parlamento montenegrino ha deciso di dare in appalto, nella stessa zona, anche la cosiddetta Spiaggia grande, lunga 13 chilometri, e Ada, l'isola di cinque ettari che si trova alla foce del fiume Bojana. Praticamente si tratta dell'intera zona costiera di Ulcinj.
Al parlamento montenegrino sembrano aver già calcolato tutto: nei tre anni successivi alla firma del contratto d'appalto, il futuro investitore dovrà realizzare per la Spiaggia grande (Velika plaža) un programma d'investimento di almeno un miliardo di euro. "Ulteriori investimenti dovranno essere di almeno tre miliardi di euro", ha precisato il ministro per lo Sviluppo economico Branimir Gvozdenović, sottolineando che si tratta di uno dei più grandi progetti europei in materia.
Ma, allo stesso tempo, questo scattante membro del gabinetto di Ðukanović ha aggiunto che dall'appalto annuale di ben 17 milioni di metri quadrati della Spiaggia grande e dell'isola Ada sul fiume Bojana sono attesi due milioni di euro per le casse dello Stato. Se si tiene presente che per l'appalto annuale di Valdanos, il quale comprende una superficie di 3,5 milioni di metri quadrati, si incasserà poco più di mezzo milione di euro (il prezzo al metro quadro è di 15 eurocent), allora è facile concludere che l'appalto annuale per i 20 chilometri di costa a Ulcinj, per tre quarti composti da spiaggia sabbiosa, è inferiore ai tre milioni di euro.
Il governo ha ritenuto che, in una fase in cui la crisi economica e finanziaria sta scuotendo il Montenegro, la cosa più importante è garantire grandi investimenti e favorire grandi progetti, che assicureranno crescita e sviluppo dello sgualcito "miracolo economico montenegrino".
Grazie al forte impatto mediatico, si è cercato di convincere i cittadini di Ulcinj che la loro città presto diventerà come Dubai, Rimini, Nizza, Cannes, Monaco, Montecarlo. Insomma tutto, fuorché Ulcinj.
Tuttavia, l'esito delle recenti elezioni politiche dimostra che i cittadini di questo comune non ci hanno creduto. Infatti, nella circoscrizione elettorale albanese di Ulcinj, Ðukanović e i suoi alleati hanno ottenuto solo 1 seggio sui 5 disponibili.
Gli albanesi compongono i tre quarti della popolazione di Ulcinj, e per ora il potere della città più meridionale della costa montenegrina è ancora detenuto dalla "Coalizione per una Ulcinj europea", composta dal Partito democratico di Ðukanović, dall'Unione democratica degli albanesi (DUA) di Ferhat Dinoša e dal Partito socialdemocratico di Ranko Krivokapić, e infine dal Partito della prosperità democratica di Ali Redža.
Il sindaco di Ulcinj, Gzim Hajdinaga, funzionario del DUA, è anche membro della commissione per la gara d'appalto per la valorizzazione turistica di Valdanos, della Spiaggia grande e di Ada.
"Se il parlamento montenegrino non si esprime su questa questione, allora lo dovrà fare l'Assemblea del comune di Ulcinj", ha dichiarato Mehmet Bardhi, presidente dell'Unione democratica in Montenegro e deputato al parlamento montenegrino.
Bardhi ha poi sottolineato che la via più efficace per garantire lo sviluppo di un'area è coinvolgere in prima persona gli enti locali, solo così infatti a suo avviso si può orientare lo sviluppo a vantaggio della popolazione locale.
Il suo collega al parlamento montenegrino, il vicepresidente della "Nuova forza democratica - FORCA", Genc Nimanbegu ha dichiarato che il bando per la gara d'appalto relativa alla Spiaggia grande e all'isola Ada, per una concessione in affitto della durata di 90 anni, non è stata certo una decisione ben ponderata. "La possibilità che un unico soggetto imprenditoriale possa disporre di questo spazio, cela al suo interno tutta una serie di pericoli. Lo sviluppo del turismo montenegrino e quello di Ulcinj, o di qualsiasi altro ramo dell'economia, non deve dipendere da un'azienda o da un individuo", ha sottolineato Nimanbegu e ha citato l'esempio del "partner strategico montenegrino", l'oligarca russo Oleg Deripaska, già proprietario del Kombinat di Podgorica e delle miniere di Bauxite.
Nimanbegu è convinto che lo sviluppo sostenibile debba essere il presupposto chiave per il futuro economico di Ulcinj. "A noi servono cinque-sei alberghi moderni, ma prima di tutto servono progetti di sviluppo e di gestione del territorio che siano di qualità, e non progetti parziali che, come per esempio succede adesso in questa zona, saranno in contrasto tra loro", ha detto il deputato montengrino.
I cittadini di Ulcinj, in particolare gli anziani residenti, sono molto sensibili quando si parla di Valdanos. E' sempre stata la parte migliore degli uliveti di Ulcinj, con 19mila alberi centenari, oltre che un luogo per il riposo e la ricreazione.
Nel 1978 questo spazio fu confiscato dall'allora Esercito jugoslavo per l'ipotetica realizzazione di un porto militare, ma alla fine diventò un luogo di riposo riservato ai militari. "Questo uliveto non viene più coltivato, è stato sommerso dalla vegetazione selvatica e si trova in stato di completo abbandono! Se venisse restituito di nuovo a noi ritorneranno gli uliveti ben sistemati", dice Luka Ðakonović, ex-proprietario di parte dei terreni confiscati e vicepresidente del Comitato per la restituzione degli uliveti a Valdanos.
Il presidente del Parlamento dell'Unione dei raccoglitori di olive di Ulcinj, Basrija Derviši, aggiunge che tutti quelli che hanno intenzione di prendere in appalto Valdanos, la più bella insenatura del Mediterraneo, devono sapere che su parte di questa proprietà è in corso un processo.
Derviši sottolinea che una ventina di ex proprietari degli uliveti di questa insenatura hanno fatto ricorso al Tribunale europeo per i diritti umani di Strasburgo.
Per i cittadini di Ulcinj, Valdanos non è soltanto legata alla restituzione delle proprietà "usurpate" ma è soprattutto una questione che riguarda la tutela delle tradizioni locali, il rapporto con la natura e il modo di concepire il futuro.
Per questo motivo, i cittadini di Ulcinj sperano che l'intero affare riguardante l'appalto di Valdanos non vada in porto. "Nessuno in questa città è contrario agli investimenti e allo sviluppo, ma prima bisogna sapere cosa ci guadagnano Ulcinj e il Montenegro - dice il 45-enne Jusuf Karamanaga - a noi serve uno sviluppo sostenibile e dobbiamo lasciare qualcosa alle generazioni future. Non possiamo permetterci di sbagliare".