In Macedonia formalizzata l'entrata in politica di Ali Ahmeti, leader politico dell'ex UCK. Quest'ultimo ha fondato un nuovo partito, destinato a mutare notevolmente il panorama politico macedone.
Venerdì 5 giugno, in un incontro tenutosi a Tetovo, Ali Ahmeti ha infine annunciato la nascita di un nuovo partito da lui guidato, l'Unione Democratica per l'Integrazione. L'annuncio ha messo in fibrillazione i media macedoni che hanno iniziato a discutere su come la nascita di questo nuovo partito modificherà lo scenario politico attuale. Come prima cosa è stato notato come il nuovo partito, ancor prima di nascere ufficialmente, era già rappresentato in Parlamento, grazie alla defezione di due parlamentari del PDP (Partito per la Democrazia e la Prosperità) che avevano dichiarato di sostenere Ahmeti. Quest'ultimo ha reso noto, durante la presentazione ufficiale, che il partito si batterà per "una Macedonia multietnica, con un forte grado di decentralizzazione e libera dalla corruzione". Ha inoltre aggiunto di essere pienamente a favore dell'implementazione degli Accordi di Ohrid ed a favore dell'integrazione del Paese nelle strutture euro-atlantiche.
Tutti i media hanno concordato sul fatto che il nuovo partito "drenerà i propri voti dalle file del PDP e dell'NDP di Kastriot Haxhirexha (il più radicale nel blocco che rappresenta la comunità albanese) e che l'unico partito in grado di tener testa alla nuova formazione politica sarà il DPA di Arben Xhaferi".
Quest'ultimo ha iniziato subito con le contro-mosse convocando una grande convention del suo partito a Kumanovo, proprio nei giorni nei quali Ahmeti dava il suo annuncio. "Correremo alle elezioni da soli" ha chiarito Xhaferi, che ha raccolto la sfida di Ahmeti anche se ben cosciente, come hanno sottolineato molti analisti politici, della difficoltà di battere quest'ultimo.E' dato per scontato che se il VMRO-DPMNE, attualmente al governo, dovesse vincere le elezioni cercherebbe nuovamente un'alleanza con il DPA, con il quale le relazioni sono ultimamente migliorate.
D'altra parte l'SDSM, che con tutta probabilità risulterà alle elezioni il partito con il maggior numero di consensi, si troverà senza un possibile partner di governo dato che il suo alleato "tradizionale", il PDP, ha poche chance di sopravvivere alla nascita del nuovo partito di Ahmeti. E questo lascerebbe l'SDSM con l'unica opzione di coalizzarsi con Ahmeti stesso, nonostante i suoi rappresentati abbiano più volte ribadito l'intenzione di non entrare mai in una coalizione di questo tipo.
Gli analisti politici sono certi che "l'SDSM riceverà forti pressioni internazionali per accettare Ahmeti". In questi giorni il quotidiano Vecer, controllato dal VMRO-DPMNE, ha pubblicato una serie di articoli dove si mette in luce come il rappresentante in Macedonia dell'ICG abbia recentemente organizzato un party al quale erano presenti sia rappresentanti dell'SDSM che persone vicine ad Ahmeti. Questo, secondo il quotidiano, sarebbe da interpretare come tentativo dell' ICG e quindi della Comunità Internazionale (Stati Uniti) di avvicinare i due raggruppamenti.
SDSM non avrà comunque grandi alternative almeno non riesca a stravincere le elezioni guadagnando più di 60 posti in Parlamento (maggioranza qualificata) e riesca a formare da solo un governo (che è comunque improbabile).
Ma c'è qualcuno che prospetta un'opzione ancora più spregiudicata, per alcuni nemmeno pronunciabile. Si tratta di una possibile alleanza tra VMRO-DPMNE ed Ahmeti. Questo causerebbe con tutta probabilità la sconfitta elettorale del DPA e l'impossibilità per l'SDSM di trovare possibili altri partner di coalizione.
Molti ritengono che la possibilità che la politica macedone si possa sviluppare in questa direzione sia remota anche considerando il fatto che il VMRO si sta sempre più movendo verso posizioni nazionaliste, posizioni latenti nello stesso Ahmeti. In ogni caso il VMRO-DPMNE ha sorpreso tutti già una volta, quando è entrato in coalizione con il DPA quattro anni fa e non vi è nessuna ragione per escludere possa sorprendere tutti nuovamente.
Inoltre a corroborare questa possibile opzione vi è la convinzione di chi non vede in Ahmeti il benevolo socialdemocratico che ha dovuto impugnare le armi solo perché nessun altra possibilità gli era rimasta ma un politico piuttosto interessato alla "Grande Albania".
Altra premessa ad un'alleanza di questo tipo è che il Premier Georgievski sia pronto ad una partizione della Macedonia, in modo da liberarsi dei "poco cooperativi" albanesi. In un recente discorso al Parlamento il Primo Ministro ha proposto una sorta di conferenza albano-serba-macedone che possa finalmente risolvere le questioni territoriali tra Kossovo, Serbia e Macedonia e che praticamente porterebbe ad una nuova demarcazione dei confini tra i tre "Paesi".
Per fortuna quest'ultima opzione è ancora solo una speculazione ed appartiene al campo delle "alchimie politiche".
Qualunque sia il risultato delle elezioni e delle trattative tra i partiti attualmente in corso sembra che il nuovo partito di Ahmeti giocherà un ruolo chiave nella Macedonia dei prossimi anni. Inoltre la sua figura verrà demistificata dall'entrata in politica. Come è stato scritto sul settimanale Aktuel "Ahmeti sta entrando ufficialmente in politica... ottimo! Adesso dovrà abbandonare la sua aurea di eroe nazionale e sporcarsi le mani come tutti noi".