Difficoltà e problemi per i rifugiati in Macedonia. Le richieste degli IDPs non coincidono con quelle del governo, che ciò nonostante cerca di promuovere una forte politica di rientro, iniziando dalla sicurezza.
Il primo ministro Crvenkovski ha annunciato che il Governo agirà in modo decisivo per rendere possibile il ritorno di tutti i profughi nelle loro case, dal momento che qualsiasi altra soluzione significherebbe la vittoria degli estremisti e dei promotori della pulizia etnica. Egli ha detto che l'obiettivo principale sarà migliorare la sicurezza e recuperare i fondi per la costruzione delle case distrutte.
"Il ritorno della gente alle proprie case è un interesse statale e nazionale, non certo l'appoggiare la creazione di insediamenti etnicamente omogenei", ha detto il primo ministro durante l'incontro che ha avuto con i profughi macedoni di Aracinovo. "Lo stato non necessita di case senza le persone, ma di case con della gente che possa usare i propri beni per la personale sussistenza". Comunque, Crvenkovski ha ammesso che la situazione riguardo la sicurezza "non è ancora ad un livello che possa garantire un facile rientro".Jana Petruseva dell'Associazione "Zora" dei profughi di Aracinovo ha detto che non c'è stato alcun accordo per il loro ritorno, dal momento che non ci sono le condizioni per poterlo fare. Petruseva ha detto anche che i rifugiati mantengono le loro richieste, ossia la costruzione di un quartiere temporaneo nel distretto "Hipodrom" di Skopje, oppure di ricevere un compenso per la perdita della proprietà.
"Come possiamo lavorare alla costruzione di una coesistenza con le stesse persone che ci hanno bruciato le case? Il novanta percento dei macedoni non vi farà più ritorno. Noi vogliamo che il progetto "Hipodrom" venga implementato perché questa crisi durerà almeno dieci anni".
Crvenkovski ha annunciato che il sentimento di non ritorno è circoscritto ad alcuni individui e che il Governo trova il progetto "Hipodrom" inaccettabile. Egli ha inoltre annunciato la revisione della spesa riguardante il denaro che viene destinato agli IDPs, cifra che ammonta a 400 denari a persona o 1.600 per una famiglia di quattro persone, tenendo presente che "le condizioni nei centri collettivi sono disastrose".