Dopo i gravi incidenti accaduti lunedì scorso alla sede del Parlamento di Skopje la situazione ha raggiunto una tensione altissima. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno autorizzato il personale non essenziale delle ambasciate ad abbandonare il paese. Ieri le forze di sicurezza macedoni sono entrate nel villaggio di Aracinovo, dopo che i guerriglieri albanesi l'avevano abbandonato nei giorni scorsi. Le truppe macedoni sono state seguite da osservatori internazionali e alcuni reporter, come previsto dagli accordi sulla smilitarizzazione di Aracinovo. Il villaggio dopo tre giorni di intensi bombardamenti è ridotto piuttosto male. Case sventrate e animali morti per le strade. Immagini dei combattimenti vengono trasmesse dalle televisioni che, dopo mesi di silenzio e dopo gli incidenti al Parlamento di Skopje, finalmente si sono accorte che è in atto (già dalla fine del mese di gennaio) una guerra.Le possibilità di soluzione sono legate ad un filo. Nella giornata di oggi è atteso a Skopje il neo eletto rappresentate europeo, l'ex ministro francese della difesa Francois Leotard.
Tuttavia l'uscita in pubblico di Leotard, come riferisce l'Ansa, è già stata macchiata da una sorta di equivoco. Leotard avrebbe dichiarato in un primo momento di considerare la partecipazione dell'Esercito di Liberazione albanese alle trattative, però il governo di Skopje aveva replicato immediatamente che se tali dichiarazioni fossero confermate, "Leotard non sarebbe ben visto". Ciò probabilmente ha indotto l'ex ministro francese a rimangiarsi qualche ora dopo quanto aveva detto escludendo qualsiasi dialogo politico con l'UCK e ad affermare che "i guerriglieri albanesi non avranno posto al tavolo della trattativa, che dovrà invece essere portata avanti solo con i legittimi rappresentanti dei partiti".
Una accordo sulla soluzione della crisi è atteso anche dalla NATO per poter far intervenire una task force di 3.000 uomini chiesta dal presidente Trajkovski per il disarmo dei guerriglieri. L'operazione della NATO, denominata "Essential harvest", secondo quanto dichiarato, non avrà compiti di interposizione, ma solo di raccolta delle armi dei guerriglieri, ed entrerà in azione solo se, e quando, verrà raggiunto un accordo tra il governo di Skopje e i leader degli estremisti albanesi. Il presidente americano George Bush, dopo aver approvato un decreto che impedisce a cittadini americani di finanziare gli attivisti albanesi di Macedonia e pone delle restrizioni alle visite degli stessi negli USA, ha dichiarato che non esclude un invio di truppe americane nella ex Repubblica jugoslava.
È scaduta, nel frattempo, alla mezzanotte di ieri sera la tregua che l'UCK aveva dichiarato il 15 giugno scorso al fine di facilitare il dialogo tra le parti in conflitto. Anche se l'impressione è che la tregua sia stata violata più volte, l'Esercito di Liberazione Nazionale ha dichiarato di aver aperto il fuoco "per autodifesa".
Sono in molti a temere un attacco diretto alla capitale Skopje. L'UCK, tramite colui che viene chiamato comandante Hoxha, ha fatto sapere di essere già all'interno della città con due battaglioni di civili che sono "pronti a compiere azioni per difendere la nostra gente". Lo scoppio di una guerra civile in Macedonia è - come ha affermato il coordinatore del Patto di Stabilità, Bodo Hombach - "sospeso a un filo".
Dopo i gravi incidenti accaduti lunedì scorso alla sede del Parlamento di Skopje la situazione ha raggiunto una tensione altissima. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno autorizzato il personale non essenziale delle ambasciate ad abbandonare il paese. Ieri le forze di sicurezza macedoni sono entrate nel villaggio di Aracinovo, dopo che i guerriglieri albanesi l'avevano abbandonato nei giorni scorsi. Le truppe macedoni sono state seguite da osservatori internazionali e alcuni reporter, come previsto dagli accordi sulla smilitarizzazione di Aracinovo. Il villaggio dopo tre giorni di intensi bombardamenti è ridotto piuttosto male. Case sventrate e animali morti per le strade. Immagini dei combattimenti vengono trasmesse dalle televisioni che, dopo mesi di silenzio e dopo gli incidenti al Parlamento di Skopje, finalmente si sono accorte che è in atto (già dalla fine del mese di gennaio) una guerra.Le possibilità di soluzione sono legate ad un filo. Nella giornata di oggi è atteso a Skopje il neo eletto rappresentate europeo, l'ex ministro francese della difesa Francois Leotard.
Tuttavia l'uscita in pubblico di Leotard, come riferisce l'Ansa, è già stata macchiata da una sorta di equivoco. Leotard avrebbe dichiarato in un primo momento di considerare la partecipazione dell'Esercito di Liberazione albanese alle trattative, però il governo di Skopje aveva replicato immediatamente che se tali dichiarazioni fossero confermate, "Leotard non sarebbe ben visto". Ciò probabilmente ha indotto l'ex ministro francese a rimangiarsi qualche ora dopo quanto aveva detto escludendo qualsiasi dialogo politico con l'UCK e ad affermare che "i guerriglieri albanesi non avranno posto al tavolo della trattativa, che dovrà invece essere portata avanti solo con i legittimi rappresentanti dei partiti".
Una accordo sulla soluzione della crisi è atteso anche dalla NATO per poter far intervenire una task force di 3.000 uomini chiesta dal presidente Trajkovski per il disarmo dei guerriglieri. L'operazione della NATO, denominata "Essential harvest", secondo quanto dichiarato, non avrà compiti di interposizione, ma solo di raccolta delle armi dei guerriglieri, ed entrerà in azione solo se, e quando, verrà raggiunto un accordo tra il governo di Skopje e i leader degli estremisti albanesi. Il presidente americano George Bush, dopo aver approvato un decreto che impedisce a cittadini americani di finanziare gli attivisti albanesi di Macedonia e pone delle restrizioni alle visite degli stessi negli USA, ha dichiarato che non esclude un invio di truppe americane nella ex Repubblica jugoslava.
È scaduta, nel frattempo, alla mezzanotte di ieri sera la tregua che l'UCK aveva dichiarato il 15 giugno scorso al fine di facilitare il dialogo tra le parti in conflitto. Anche se l'impressione è che la tregua sia stata violata più volte, l'Esercito di Liberazione Nazionale ha dichiarato di aver aperto il fuoco "per autodifesa".
Sono in molti a temere un attacco diretto alla capitale Skopje. L'UCK, tramite colui che viene chiamato comandante Hoxha, ha fatto sapere di essere già all'interno della città con due battaglioni di civili che sono "pronti a compiere azioni per difendere la nostra gente". Lo scoppio di una guerra civile in Macedonia è - come ha affermato il coordinatore del Patto di Stabilità, Bodo Hombach - "sospeso a un filo".