I ministri macedoni a Bruxelles per presentare un programma per l'integrazione del paese nella NATO. Non semplice. "Non capiamo perché volete entrare nella NATO e poi non fate nulla per sostenerne l'immagine nel paese" rispondono dal Consiglio Atlantico.
La scorsa settimana una delegazione macedone si è recata a Bruxelles per presentare al Consiglio Nord Atlantico il programma definito dal governo per l'integrazione del paese nella NATO. Il ministro della difesa Vlado Popovski e quello degli esteri Slobodan Chashule, non hanno certamente passato una giornata rilassata.
Il Consiglio della NATO ha infatti su più punti contestato l'operato del governo macedone. Innanzitutto affermando che attualmente l'esercito macedone è sovradimensionato per quanto riguarda gli armamenti pesanti e che dovrebbe diminuire di almeno 60 unità i propri carroarmati (durante la crisi della primavera-estate scorsa la Macedonia non solo ricevette senza doverli pagare 90 carroarmati T-55 dalla Bulgaria ma acquistò 32 T-72 dall'Ucraina). Inoltre gli ambasciatori dei paesi parte della NATO hanno chiesto alla Macedonia di smobilitare la forza speciale della polizia chiamata "Leoni" visto che il ministero degli interni già ha a disposizione un'unità di polizia speciale: le "Tigri".
Ma queste non sono state le contestazioni più rilevanti mosse ai due ministri macedoni macedoni. I rappresentanti della NATO hanno infatti fatto notare come, a loro avviso, il governo macedone non promuova abbastanza l'immagine della NATO nel paese. Come riporta Svetlana Jovanovska, corrispondente del quotidiano Dnevnik da Bruxelles, è stato domandato direttamente alla delegazione macedone come mai questo avviene ed alla domanda non è seguita alcuna risposta.
Un alto ufficiale della NATO, che preferisce non essere nominato, ha dichiarato alla giornalista di Dnevnik che "è totalmente contraddittorio. Voi dite di voler entrare nella NATO ma poi criticate severamente la NATO stessa".
In Macedonia i dati riguardanti l'apprezzamento dei cittadini nei confronti della NATO sono in caduta libera. Dal 90% del 1995 si è arrivati a meno del 50% l'anno scorso. E quest'ultimo dato è il risultato del grande appoggio che la NATO gode tra i cittadini di etnia albanese (92%) piuttosto che della popolarità che gode tra quelli slavo-macedoni (inferiore al 20%).
Hristo Ivanovski, capo-redattore della sezione esteri di Dnevnik, ha cercato di dare qualche risposta al perché di questa decrescente popolarità. In un suo editoriale pubblicato sabato 23 marzo ha scritto: "Il precedente portavoce del governo, Antonio Milosovski (conosciuto per la sua retorica anti-NATO) due anni fa in una conferenza tenutasi ad Ohrid aveva annunciato che la popolarità della NATO stava diminuendo drasticamente. Non ne aveva chiarito i motivi. Aleksander Dimitrov, ex ministro degli esteri, impedì che sulla questione si proponesse un sondaggio d'opinione ... Agli occhi dei macedoni il prestigio della NATO è caduto drasticamente all'epoca della guerra in Kossovo. E' chiaro che la NATO ha parteggiato per qualcuno durante quella crisi, è stata dalla parte dei kossovari-albanesi. Bruxelles, in ogni caso, non ha mai sospettato questo potesse creare dei problemi in Macedonia. Sono poi venuti qui con quel peso sulle spalle e con l'idea che "la Macedonia è un paese in transizione" ... I responsabili della NATO trovano difficile comprendere i sentimenti dei macedoni che, ai loro occhi, sono ridotti solo ad un'altro segmento della "cospirazione anti-albanese". Per questo non si riesce a convincerli che in realtà non siamo contro la NATO".