Nikola Gruevski, leader della VMRO DPMNE

Nikola Gruevski, leader della VMRO DPMNE - europeanpeoplesparty/flickr

La VMRO del premier uscente Nikola Gruevski esce vincitrice dalle elezioni anticipate in Macedonia. Dalle consultazioni, però, esce molto rafforzato il principale partito di opposizione, il SDSM di Branko Crvenkovski. Sconfitti tutti i partiti minori. Poche denunce di irregolarità, sicuramente una buona notizia per la democrazia macedone

06/06/2011 -  Risto Karajkov Skopje

Il partito di governo, la VMRO DPMNE del primo ministro uscente Nikola Gruevski, ha vinto le elezioni anticipate tenutesi ieri in Macedonia. L'affluenza alle urne è stata alta, intorno al 64%, soprattutto se confrontata con quella delle consultazioni del 2008 (57%) e del 2006 (56%). Cosa ancora più importante, la giornata elettorale è stata tranquilla, e non sono state registrate irregolarità gravi. Il rapporto degli osservatori internazionali è atteso per oggi, ma dovrebbe essere nel complesso positivo. E' questo l'esito ideale per la Macedonia all'indomani delle elezioni.

I risultati

Secondo dati non ufficiali comunicati da MOST, un'Ong specializzata nel monitoring elettorale, poco dopo la mezzanotte quando le urne erano state chiuse da circa cinque ore, la VMRO DPMNE dovrebbe conquistare 56 dei 123 seggi totali in parlamento (il margine di errore è dato al 3%). Tre di questi seggi provengono dal voto della diaspora, che per la prima volta ha avuto la possibilità di esprimersi sulle elezioni politiche tenute in Macedonia.

Il principale partito di opposizione del “blocco macedone”, i social-democratici (SDSM) avrebbero raccolto circa 370mila voti, conquistando così 43 seggi all'assemblea nazionale. Rispetto alle ultime consultazioni, l'SDSM ha ottenuto ben 150mila voti in più (nel 2008 si era fermato a 23 seggi). La leadership del partito, presentandosi ieri davanti alle telecamere, ha così reclamato, con qualche diritto, la vittoria morale in queste elezioni.

Dalla parte opposta la VMRO, avendo confermato la vittoria del 2008, e a meno di brutte sorprese, dovrebbe essere in grado di formare il nuovo governo. Il toni utilizzati dal partito per commentare i risultati elettorali, però, non hanno nascosto sfumature di amarezza.

Nikola Gruevski ha centrato l'intera campagna elettorale nel tentativo di dare il colpo di grazia al suo avversario storico, il leader social-democratico Branko Crvenkovski. Il risultato, però, è lontano dalle sue aspettative. Crvenkovski è sicuramente uscito rafforzato dalle urne. Da questo punto di vista la VMRO, pur avendo vinto, ha in qualche modo perso la sfida. Al tempo stesso, lo sconfitto SDSM ha guadagnato non poco da queste consultazioni.

L'Unione democratica per l'integrazione (DUI) di Ali Ahmeti, alleato minore nel passato esecutivo guidato dalla VMRO ha vinto la battaglia nel campo politico albanese, e dovrebbe aver collezionato 14 seggi nel nuovo parlamento, quasi il doppio del suo rivale storico, il Partito democratico degli Albanesi (DPA) di Menduh Thaci, che dovrebbe averne conquistato 8. La novità di queste elezioni, il partito della Riforma nazionale democratica (NDR) del sindaco di Gostivar Rufi Osmani dovrebbe aver conquistato due seggi.

I dati presentati non sono ufficiali, ma vengono considerati molto affidabili. Qualche seggio potrebbe essere ridistribuito a causa dei margini di errore, ma questo non avrebbe impatto significativo sul risultato finale. La VMRO – Partito del popolo, dell'ex premier Ljubco Georgievski, separatasi dalla VMRO DPMNE, aspetta il conteggio definitivo per capire se ha ottenuto almeno un seggio in assemblea.

Sconfitti i partiti minori

La sorpresa più grande dei risultati elettorali è stato il fiasco di tutte le altre formazioni minori presentatesi alle urne. Con l'eccezione del movimento di Osmani, (e il possibile ingresso di Georgievski) nessuno ha raggiunto lo sbarramento del 5%.

Il Partito liberal-democratico di Jovan Manasijevski, “Uniti per la Macedonia” di Ljube Boskovski, “Nuova democrazia” dell'ex ministro della Sanità Imer Selmani (transfuga dal DPA), solo per citare I più importanti, hanno ottenuto tra i 10 e i 13mila voti. Non abbastanza per entrare in parlamento. Con queste elezioni il parlamento diventa, come e più di prima, riservato ai “grandi partiti”.

Il sistema elettorale adottato in Macedonia, anche se proporzionale, a causa della suddivisione in sei distretti elettorali e dello sbarramento al 5%, si rivela ostico per le formazioni politiche minori. E' una questione che dovrà sicuramente essere affrontata al più presto.

L'altra questione che solleverà sicuramente polemiche è il voto concesso alla diaspora. Introdotto dopo lunghe discussioni, non ha avuto però un impatto positivo, visto che solo una percentuale minima (non più di 7-8mila persone) della numerosa comunità macedone all'estero si è recata alle urne. L'aspettativa era quella di centinaia di migliaia di schede votate fuori dalla Macedonia. Risultato: poche migliaia di voti hanno deciso le sorti di ben tre seggi.

Scenari post-elettorali

I risultati di ieri hanno sbugiardato molti sondaggi pre-elettorali, che davano alla VMRO DPMNE un enorme vantaggio sull'SDSM. Allo stesso tempo, l'alta affluenza, secondo la maggior parte degli analisti, lascia trasparire elementi di scontento rispetto alle politiche perseguite negli ultimi anni da Gruevski. Un ulteriore messaggio che il partito di governo farebbe bene a tenere in considerazione.

Nonostante tutto, però, Gruevski sembra avere ancora la situazione sotto controllo. Può scegliere a piacere il partito albanese con cui formare una coalizione di governo. Sembra difficile che sia la DUI che il DPA possano voltare entrambi le spalle ad una proposta di Gruevski, scegliendo invece un accordo coi social-democratici. Il “matrimonio d'interesse” tra VMRO e DUI del passato governo era pieno di ansia e risentimento. Ora Gruevski può invitare al tavolo delle trattative il DPA di Menduh Thaci. La somma dei loro seggi (56 + 8) dovrebbe garantire i numeri per una maggioranza parlamentare. Questa possibilità potrebbe oltretutto rendere la DUI più malleabile e pronta al compromesso in un'eventuale trattativa con Gruevski.

Se la DUI dovesse scegliere di restare fuori dall'esecutivo, l'opposizione congiunta di questo partito e del SDSM risulterà molto forte in parlamento. Nel complesso una buona notizia: in queste condizioni la “migrazione” di parlamentari da un campo all'altro, pratica piuttosto comune nell'esperienza parlamentare macedone, dovrebbe essere fortemente scoraggiata.

Non sono state registrate accuse relative a frodi elettorali, al contrario di quanto avvento nel passato recente. “Uniti per la Macedonia” di Ljube Boskovski è stato l'unico partito a lamentare irregolarità, probabilmente anche a causa dello shock dei pochi voti ottenuti.

Gruevski non ha ottenuto tutto quello che otteneva da queste elezioni. Non è riuscito ad eliminare politicamente la sua nemesi, Crvenkovski. Sembra però che sia riuscito a guadagnare il diritto a governare per quattro anni ancora.