Choc in Macedonia per l'arresto del controverso media tycoon Ramkoski, ex alleato di ferro del premier Gruevski, e di 13 suoi collaboratori, per reati fiscali. Un potere mediatico unico nel Paese, quello del suo gruppo e di A1 Tv, negli ultimi tempi schierato con l'opposizione
Il 24 dicembre a tarda notte la polizia ha arrestato Velija Ramkoski, patron di A1, la rete tv più influente della Macedonia, e proprietario di una galassia di altre società minori. Insomma notte di Natale in cella per il più potente magnate dei media del Paese.
Con lui sono finite in carcere altre 13 persone, tra cui la figlia maggiore e il fratello di Ramkoski, oltre alla direttore di A1 Tv, la giornalista Aneta Kociski. Tutti condannati a 30 giorni di detenzione. È invece latitante il figlio del magnate, sfuggito all’operazione con altre 4 indiziati, di nazionalità straniera.
Le accuse vanno dalla cospirazione, con fini di evasione fiscale, al riciclaggio di denaro e altri reati finanziari.
Operazione Tela del ragno alla vigilia di Natale
Nome in codice dell’operazione: Tela del ragno. Gli arrestati sono tutti dirigenti o ex responsabili di società controllate da Ramkoski: non solo aziende del suo gruppo media, ma industrie alimentari, società commerciali e altro ancora, vista l’ampiezza degli investimenti del tycoon.
L’attacco alla tela del ragno arriva ad un mese esatto dalla cosiddetta “protesta di Hedi”, dal nome con cui viene chiamata comunemente l’enorme rete di vendite al dettaglio in mano a Ramkoski in tutta la Macedonia.
Lo scorso 25 novembre la polizia era entrata nelle società con sede nel palazzo del gruppo Ramkoski, scortando gli ispettori fiscali, a cui finora era stato sistematicamente negato l’accesso ai bilanci.
Gli agenti allora precisarono che tra le amministrazioni visitate non c’era quella della rete tv A1, che ha sede nello stesso stabile, ma i giornalisti dell'emittente avevano alzato la voce contro la polizia “che limitava i loro movimenti e restringeva la loro libertà di informare”.
Un controverso eroe dei media
La protesta era andata in onda in diretta e la sera diversi politici dell’opposizione si erano radunati davanti alla sede della rete A1 per una maratona tv, trasmessa fino a notte alta. Da questi elementi sembrerebbe in atto una vera repressione: giornalisti che denunciano violenze, la mano pesante della polizia, la protesta legittima contro il governo che punta a controllare i media.
Ma l’istantanea è troppo netta, il senso degli eventi non è tutto qui. C’è una scala di grigi che i macedoni conoscono fin troppo bene. La “mossa reazionaria” mette bene in mostra il potere mediatico accumulato nelle mani del solo Ramkoski. Potere che più di una volta l’ha reso un fattore chiave della lotta politica in Macedonia. E che probabilmente gli è costata il mandato di cattura nel momento in cui ha deciso di spalleggiare l’opposizione, e non più il governo.
Gli arresti sono stati spettacolari. Davanti alle telecamere. Con un rituale che - specie sotto l’attuale governo, sebbene non ne sia l’inventore - si è visto spesso a carico di altri oppositori politici.
La sfilata avviene con le manette in un corridoio di telecamere e fotografi. in questo modo i sospetti vengono portati via a bordo di una camionetta della polizia. Il gioco si chiama: come toglierti l’onore e rovinarti la reputazione. Poco male se alcuni partiti di opposizione hanno denunciato questa pratica come una violazione della presunzione di innocenza.
Di solito i giornalisti vengono informati sull’ora esatta dell’arrivo del furgone della polizia. Così mentre Ramkoski affrontava il rituale previsto per lui, ha potuto dire ai macedoni attraverso il televisore “Questa è la democrazia del premier Gruevski!” mostrando le manette.
Ispezioni fiscali per A1 tv dopo gli attacchi al governo
Lo sanno anche i passeri sugli alberi, come si dice in Macedonia, che cosa c’è dietro questi arresti clamorosi. Ramkoski viene punito per aver voltato le spalle al VMRO DPMNE, il partito del premier, oggi al governo, ed essersi avvicinato all’opposizione. La sua A1 tv era diventata decisamente antigovernativa.
Così ha perso l’immunità che gli veniva dall’essere un magnate dei media amico del governo. Così è finito sotto attacco diretto.
Ma lui stesso non avrebbe immaginato quest’evoluzione drastica. Sapeva troppo, si sentiva intoccabile. Quando lo scorso 25 novembre la polizia ha invaso il suo impero, aveva risposto al colpo accusando il partito di maggioranza VMRO DPMNE di aver pagato con denaro pubblico gli spot elettorali trasmessi sulla sua A1 tv. Denunciando così un reato grave. Il governo aveva immediatamente respinto le accuse.
E per replicare più efficacemente ha mandato nelle società del magnate ribelle gli ispettori fiscali, a cui da mesi era negato l’accesso ai registri finanziari. Gli ispettori delle tasse sono gente che non ammette repliche, in tutti i Paesi, compresa la Macedonia. Bisogna averne di potere per permettersi di tenerli fuori della porta. Nel caso di Ramkoski, grazie alle sue tv amiche del governo, questo era possibile.
Braccio di ferro tra potere mediatico e politico
Ora l’iter giudiziario stabilirà se Ramkoski è colpevole e di quali reati, ma la battaglia mediatica fatta di apparenza di legittimità lo ha reso più vulnerabile. Negli anni è stato spesso accostato ad affari controversi. Perfino oscuri.
Vestire i panni della vittima è una strategia efficace, specie ora che sono in gioco diritti come la libertà di stampa e di parola. Ma pochi in Macedonia vedono il magnate in questa luce. Forse è una vittima, ma non un martire, visto che l’attuale governo a guida VMRO è tutto tranne che trasparente e corretto con l’opposizione.
Tuttavia gli analisti che abitualmente non fanno sconti al premier Gruevski notano che l’unica volta in cui si sono sentiti in qualche modo desolati per il governo è stato durante la “protesta” del 25 novembre, quando il ministro dell’Interno e il suo portavoce avevano dovuto ripetere decine di volte che “l’operazione non era contro A1 tv”. E i poliziotti avevano dovuto subire come manichini le grida dei giornalisti inferociti. Quella fu l’esibizione plateale del potere di A1 tv. Ora il governo assesta il suo secondo colpo. Non è detto che sia finita. I prossimi giorni ci diranno se Ramkovski ha un asso nella manica.