Romano Prodi a Skopje

La Macedonia ha consegnato all'UE il questionario standard per poter avviare i negoziati di adesione all'Unione. La strada è ancora lunga ed è difficile fare previsioni sulla data di ingresso. Un primo test sono le imminenti elezioni locali

23/02/2005 -  Risto Karajkov Skopje

"La Macedonia spera di diventare candidato entro la fine del 2005, di avviare i colloqui per l'adesione l'anno prossimo e di diventare membro dell'UE nel 2010". Sinteticamente questo è il messaggio che il primo ministro Vlado Buckovski ha presentato a Bruxelles la scorsa settimana, in occasione della presentazione ufficiale delle risposte al questionario dell'UE - un accurato monitoraggio del Paese sulla base del quale la UE vaglia il progresso fatto dalla Macedonia nell'ottica della sua aspirazione a diventare membro dell'UE.

Al governo sono serviti 4 mesi e 14.000 pagine per rispondere alle 4.000 domande poste dall'UE, una procedura standard nel processo di avvicinamento. Il questionario copre tutti gli aspetti della vita macedone, indagando persino i più sottili livelli di governo, lo stato di diritto, le garanzie di equità nella società e tutti gli aspetti della vita economica. Le domande arrivano fino ad indagare su temi come le autenticazioni sui biglietti del cinema o la legislazione sulla riduzione dell'impatto acustico nei pressi degli aeroporti. Il questionario fu portato a Skopje dall'ex presidente della Commissione, Romano Prodi, il 1 ottobre 2004. Il completamento delle risposte è terminato entro la data prestabilita del 31 gennaio 2005.

I passi che seguono alla consegna del questionario includono una dettagliata analisi da parte degli esperti dell'UE, per essere poi seguiti dalla espressione della cosiddetta "opinione" da parte della Commissione, attesa per il prossimo autunno, e una eventuale opinione positiva, riguardante lo status da candidato da parte del Consiglio europeo nel suo summit previsto per il dicembre 2005. Se questo accadrà, come sottointeso da alcuni funzionari dell'UE e sperato dai Macedoni, si tratterebbe del più veloce responso dell'UE che sia mai seguito alla presentazione di un questionario. I Paesi solitamente devono attendere tra i 12 e i 18 mesi per fare in modo che venga espressa un'opinione in merito.

Ciò che va a favore della Macedonia, e che viene interpretato come un indicatore positivo, è il fatto che sia stato creato un ufficio di esperti dentro la DG per l'allargamento (Direzione generale, ndt.) esclusivamente per il caso macedone. Ciò è stato visto sia come un aumento della disponibilità messa a disposizione per "trasferire" la Macedonia sul conto della Commissione, ma anche come segno di una speciale attenzione per questo caso. La Macedonia è stata spostata dalla DG Affari esteri alla DG Allargamento lo scorso giugno.

Se la Macedonia raggiungerà ciò che spera, tutto dipenderà dalla sua velocità e dalla sua capacità di realizzare le riforme. "E' difficile parlare di date specifiche per l'ingresso della Macedonia nella UE, ciò che è importante è che le riforme nella giustizia e nell'economia siano seguite", ha detto l'Alto rappresentante della UE per la sicurezza e gli affari esteri, Javier Solana, durante la conferenza stampa col premier Buckovski, dopo la consegna del questionario.

L'impressione generale è che la "sparata" della Macedonia per il 2010 come anno per la piena membership, benché chiaramente fissata così presto per motivi legati ai negoziati, suoni un po' troppo ottimistica e immodesta. La UE, nonostante desideri premiare la Macedonia per aver superato la crisi del referendum del 2004 e per aver mantenuto il giusto corso, ha detto che non ci saranno discussioni sulle date. Inoltre, come una sorta di sport favorito, l'allargamento lascia spazio a speculazioni, e ognuno tira ad indovinare. Il direttore dell'International Crisis Group per i Balcani, Nicolas White, ha detto che la Macedonia potrebbe avviare i colloqui per l'accesso nel 2007.

White nel suo punto di vista ha tenuto conto del vicino Kosovo, encomiando la neutralità della Macedonia sul tema dello status finale della provincia amministrata dall'ONU, letta come una posizione che potrebbe ulteriormente aiutare la sua integrazione nell'UE. Il Kosovo è ritenuto essere un tema di particolare attenzione internazionale nel 2005 dal momento che i colloqui sullo status sono previsti per quest'anno, e tutto ciò che accadrà avrà delle serie ripercussioni sulla Macedonia. Per alcuni non ci sono linee di demarcazione fra la macedonia e il Kosovo, e il presidente del Partito democratico del Kosovo, Hashim Thaci, ha detto recentemente a Skopje che la linea di confine potrà far parte dell'agenda solo dopo la soluzione dello status. White pensa inoltre che la riuscita della Macedonia nelle riforme e non il Kosovo sarà il punto critico per il progresso del Paese verso l'adesione all'UE.

L'altra grande sfida nella prospettiva di integrazione nell'UE della Macedonia è il contenzioso aperto con la Grecia riguardo il nome del Paese. Rispondendo ad un reporter in occasione della consegna del questionario, il presidente della Commissione, Jose Manuel Baroso, ha detto che la Grecia è uno stato membro dell'UE e le tematiche dell'allargamento sono prese sulla base del consenso. Questo è stato un chiaro messaggio alla Macedonia, che dovrebbe cercare di risolvere la questione se non vuole ulteriori ostacoli da parte della Grecia, la quale può facilmente porre il veto su ogni passo del processo di avvicinamento. Nella sua dichiarazione ufficiale Baroso ha mantenuto il riferimento alla Macedonia usando il prefisso "Former Yugoslav Republic of". Ad ogni modo, anche la Commissione non ha una posizione unanime su questa questione, fatto che è stato testimoniato il giorno stesso, quando durante la conferenza stampa con Buckovski, Javier Solana si è opposto pubblicamente alla posizione di Baroso, usando il nome di Repubblica di Macedonia.

La Macedonia ha vinto un'enorme battaglia nella disputa con la Grecia, quando recentemente ha ottenuto il supporto dagli USA, i quali hanno riconosciuto nel novembre dello scorso anno, il nome costituzionale del Paese, alla vigilia del referendum. Gli esperti legali hanno interpretato questo fatto come una sorta di chiusura dell'annosa disputa. D'altra parte, l'UE è rimasta a fianco della Grecia criticando l'unilateralità degli USA nel trattamento della questione.

Alcuni diplomatici dell'UE affermano che la Grecia non dovrebbe fare ostruzione alla Macedonia, utilizzando il veto e tenendola in questo modo in una situazione di ulteriore instabilità, almeno non durante la fase iniziale del processo di avvicinamento. Sembra comunque ragionevole che la Macedonia non potrà entrare nell'UE senza una reciproca soddisfazione finale sulla questione.

Le riforme, la giustizia, il decentramento, la lotta contro la corruzione, le condizioni per la crescita economica. Questi sono gli argomenti che si sentono più di frequente. La Macedonia necessita di mettere a punto le riforme se vuole mantenere il passo con la UE. Il primo test per il Paese saranno le elezioni locali, che si terranno a breve. Non sono ammessi errori.