Il 5 luglio scorso le elezioni politiche. Ora l'annuncio dell'accordo raggiunto per il nuovo governo. Ma in Macedonia aleggia ancora lo spettro degli scontri armati del 2001
Dopo le elezioni politiche dello scorso 5 luglio in Macedonia è stato infine raggiunto l'accordo per formare il nuovo governo. Permane però un clima carico di tensione. Il modello politico macedone della divisione del potere ha dimostrato chiaramente che non necessariamente chi vince le elezioni poi va al governo. Ed è una consapevolezza con la quale non è facile convivere.
Il VMRO-DPMNE di Nikola Gruevski tra la comunità slavo-macedone ed il DUI di Ali Ahmeti tra gli albanesi di Macedonia hanno ottenuto la maggioranza dei voti. I perdenti sono stati i Socialdemocratici (che hanno governato assieme al DUI gli ultimi 4 anni) e il DPA di Arben Xhaferi.
Dalle negoziazioni iniziali per la creazione del nuovo governo sembrava che sarebbe emerso un accordo tra i due partiti vincitori, il VMRO-DPMNE e il DUI, assieme ad altri partiti minori. Più che sufficiente per creare una nuova maggioranza stabile. Sembrava che il VMRO-DPMNE e il DUI avessero addirittura iniziato a fissare le priorità politiche del nuovo governo.
Poi la situazione è cambiata. La scorsa settimana il VMRO-DPMNE e il DPA di Xhaferri hanno reso noto di essere pronti a creare il nuovo governo. Chi aveva perso le elezioni nel campo albanese ha avuto occasione di entrare nell maggioranza di governo. Non a caso del resto. Il DPA è stato partner del VMRO-DPMNE quando questi ultimi erano al potere tra il 1998 ed il 2002 e la cooperazione nel passato e la fiducia attuale ha permesso si raggiungesse un accordo.
"Abbiamo una maggioranza ed abbiamo un governo, abbiamo trovato l'accordo", ha affermato Antonio Milosevski, portavoce del VMRO-DPMNE. Milosevski ha poi chiarito le novità degli ultimi giorni sottolineando come si sia ritenuto che il DPA fosse il partner più affidabile. "La fiducia reciproca ha permesso di raggiungere più facilmente l'accordo, e questa è la base della collabroazione con il DPA e forse anche il motivo per cui le negoziazioni con altre forze politiche sono andate a rilento", ha aggiunto Milosevski.
Il DUI sembra essere stato preso in contropiede. Mentre veniva dato l'annuncio dell'accordo sul nuovo governo i suoi rappresentanti ancora rilasciavano dichiarazioni ai media sul fatto che le negoziazioni con il VMRO-DPMNE stessero procedendo. Hanno impiegato qualche giorno a capire che erano stati superati nella corsa al governo. A quel punto è emersa rabbia e la retorica è cambiata.
"Proteste, rivolte, kalashnikov nel caso Nikola Gruevski non rispetti la volontà espressa dalla maggioranza della comunità albanese". Sono parole che si dice abbia pronunciato in un'intervista al quotidiano Dnevnik Musa Xhaferi, alto dirigente del DUI e vice-primo ministro uscente.
Se arriva dal DUI, l'invito a tirar fuori i kalashnikovs è senza dubbio preoccupante. Il partito infatti è nato dalla guerriglia albanese che ha acceso la Macedonia nel conflitto del 2001. Paure che le posizioni del DUI, se lasciato all'opposizione, possano radicalizzarsi rimangono non dette ma presenti sia a livello locale che in seno alla comunità internazionale.
Queste dichiarazioni hanno segnato il definitivo allontanamento tra VMRO-DPMNE e il DUI. Sino ad allora, almeno a parole, il VMRO aveva lasciato aperta la possibilità che entrambi i partiti "albanesi" potessero far aprte del governo. Dopo le dichiarazioni di Xhaferri quest'ipotesi è stata esplicitamente esclusa.
In risposta alle dichiarazioni del vice-primo ministro uscente Milosevski ha affermato che "non si compera al supermercato una cultura politica democratica e nemmeno si porta giù dalle montagne. Occorre impararla, lavorarci sopra e dovrebbe caratterizzare ogni partito politico in Macedonia". Ha inoltre aggiunto che il proprio partito non intende piegarsi a minacce o intimidazioni chiedendo poi che venissero presentate delle scuse per le dichiarazioni di Xhaferi. Da parte del DUI la replica è stata però che non vi è nulla per cui scusarsi anche se poi sono stati accusati i media di aver esagerato le dichiarazioni di Xhaferi.
"I media usano la parola kalashikov come pare a loro", ha affermato Ermira Mehmeti, portavoce del DUI. Secondo lei comunque è un dato di fatto che "i kalashnikov fanno parte della quotidianità della Macedonia. Un nostro attivista è stato recentemente aggredito a Kondovo e a Rasce con dei kalashinkov e nessuno ha dimostrato interesse per la vicenda".
Ali Ahmeti, leader del DUI, ha alleggerito la dichiarazione del collega di partito senza però nei fatti smentirla. "Il tempo dei kalashnikov è finito. Ora stiamo vivendo una situazione diversa. Ritengo che la dichiarazione di Xhaferi sia stata fraintesa. Però ritengo abbia fatto quella dichiarazione per ricordare come la volontà della maggioranza albanese debba essere rispettata". Dal punto di vista di Mehmeti il nuovo governo potrebbe avere "dei problemi con la comuntà albanese".
"Questa è retorica degna dei tempi di Milosevic e Seselj", ha affermato Menduh Taci, vice-presidente del DPA, contendente del DUI.
Nei giorni successivi il DUI ha fatto capire chiaramente che non ha alcuna intenziona si starsene tranquillamente all'opposizione. Ali Ahmeti ha organizzato un incontro con i suoi ex comandanti militari presso il quartier generale del partito a Tetovo. L'incontro si è tenuto a porte chiuse e l'unica cosa che i giornalisti hanno percepito sono stati i lunghi applausi provenienti dalla sala dell'incontro. "Siamo venuti per vedere se Ali Ahmeti è in buona salute", ha dichiarato cinicamente uno tra gli ex comandanti dela guerriglia presenti.
I giorni precedenti i sindaci dei comuni a maggioranza albanese, la maggior parte dei quali espressione del DUI, hanno annunciato che interromperanno la loro collaborazione con le istituzioni macedoni che si occupano di governo locale.
I rappresentanti del DUI hanno inoltre inviato una lettera a NATO, Unione europea e Stati uniti in richiesta di sostegno.
"Dopo gli Accordi di Ohrid gli albanesi non hanno intenzione di accettare il fatto che il loro futuro venga determinato dalla maggioranza macedone. La nuiova situazione creatasi pone il dilemma su chi prenda le decisioni: i legittimi rappresentanti dell'elettorato albanese o il partito macedone che ha ottenuto il mandato di creare il governo?", si legge nella lettera.
Sino ad ora solo l'ufficio dell'Alto rappresentante della politica estera europea Javier Solana ha risposto alla lettera con un breve commento nel quale ci si auspica un "dialogo costruttivo". Sotto traccia comunque molti rappresentanti internazionali sembrano del tutto insoddisfatti della retorica violenta scatenata dal DUI.
Secondo Ali Mehmeti "la comunità internazionale è corresponsabile della costruzione della Macedonia post-Ohrid e lui si aspetta che intervenga tutte le volte che emerga un problema nel promuovere una democrazia consociativa ... dopo il 2001 è nata una nuova Macedonia, dove si rispetta il volere degli albanesi. Altrimenti si rischia di fare passi indietro rispetto alla democrazia".
Per Menduh Taci invece il DUI dovrebbe realizzare al più presto di essere all'opposizione. "Devono affrontare questo dato di fatto", ha aggiunto "è terminata l'epoca dei grandi leader e delle grandi idee e la gente non deve più essere minacciata".
Anche se non sono stati ancora resi noti i nomi di tutti i ministri il nuovo governo sembra essere cosa fatta. Ci si augura il DUI se ne renda conto, più prima che dopo.