Da lunedì gran parte della pubblica amministrazione in sciopero. "Continueremo sino a quando le nostre richieste non verranno accolte dal governo" annunciano i sindacati. Ed intanto procedono (con difficoltà) le negoziazioni con il FMI.
"Considerando che gli asili e le scuole nei prossimi giorni resteranno chiuse consiglio ai genitori di prendersi alcuni giorni di ferie per stare con i propri bambini. E non dovrebbero reagire in modo negativo agli scioperi perché anche loro fanno parte di questa società e stiamo portando avanti questa battaglia anche per loro", questo il commento di Vanco Muratovski, presidente dell'Unione dei sindacati della Macedonia, all'uscita da un fallimentare incontro con i rappresentanti del governo.E dunque da lunedì, come minacciato dai sindacati, tutto il pubblico impiego in Macedonia è in sciopero. Con qualche rara eccezione asili, ospedali, tribunali e scuole di tutto il Paese hanno chiuso le porte (pur garantendo i servizi essenziali): più di 70.000 impiegati delle pubblica amministrazione non si sono recati al lavoro.
"E a questi scioperanti si aggiungeranno presto quelli delle grandi industrie" ha annunciato Muratovski.
I sindacati lamentano il mancato accordo sulla questione del "salario minimo" (nonostante con il governo, nei mesi scorsi, se ne fosse raggiunto uno poi non rispettato da quest'ultimo) e protestano per la lentezza con la quale il governo sta procedendo nell'approvazione della legge sulle grandi industrie statali in perdita e sulla riforma del sistema sanitario e socio-assistenziale.
Bedredin Ibrahimi, ministro del lavoro e delle politiche sociali, assieme al collega Nikola Gujovski, responsabile delle finanze hanno tentato, invano, di evitare lo sciopero o perlomeno posporlo alla fine delle negoziazioni che in questi giorni si stanno tenendo con i funzionari del FMI. Ma lo scontro è emerso ed il ministro Ibrahimi non ha potuto che sbottare con un "se avete il piacere di scioperare allora fatelo". I sindacati hanno risposto affermando che il governo ha le possibilità, se intenzionato realmente, di risolvere le questioni attualmente dibattute. "Se il governo non si rivela un partner e controparte credibile ne subirà le conseguenze".
Per quanto riguarda le negoziazioni con il FMI "Utrinski Venisk" riporta che a Washington si è arrivati ad una fase di stallo. I funzionari dell'istituzione internazionale stanno infatti premendo per l'adozione di un'IVA uniformata al 19% ma questo significherebbe un aumento dei prezzi di beni fondamentali quali ad esempio il pane ed il latte ed i rappresentanti macedoni sono riluttanti ad accettare che, alla vigilia delle elezioni, si arrivi ad un rincaro dei prezzi.
Il ministro delle finanze Gujovski si è come scusato affermando che "normalmente il FMI non si accorda per nuove riforme proprio alla vigilia delle elezioni" ma subito è stato contraddetto da fonti interne al FMI che hanno ribattuto che sono molto più interessati ai programmi ed alla progettualità politica che non alle imminenti elezioni e che su questo il FMI baserà la concessione di sostegno finanziario al governo di Skopje.