Si tratta della prima missione militare dell'Unione Europea. 400 soldati avranno il compito di garantire la sicurezza dei team OSCE che monitoreranno l'implementazione degli Accordi di pace.
La prima missione militare di sempre dell'Unione Europea è iniziata ufficialmente lo scorso 31 marzo, con una cerimonia tenutasi a Skopje.
La cerimonia è stata introdotta dall'esecuzione dell'inno nazionale macedone ed alla presenza di Xavier Solana, Rappresentante speciale UE per la politica estera e per la difesa, di George Robertson, Segretario Generale della NATO e di rappresentanti del Governo macedone e numerose altre rappresentanze diplomatiche. Come il quotidiano Dnevnik non ha mancato di far notare l'unico vero assente era Georgos Papandreu, rappresentante dell'UE in questo semestre greco di presidenza. Era infatti a Bruxelles, dove si discuteva della crisi in Iraq.
Robertson ha applaudito alla prima missione militare dell'UE, stabilita per sostituire la presenza NATO ed in particolare per garantire la sicurezza delle squadre dell'OSCE a cui spetta il compito del monitoraggio sull'implementazione degli Accordi di Ohrid, ed ha aggiunto che questa novità significa che "il progetto dell'UE di una politica di sicurezza e di difesa comune è sulla buona strada". Ha aggiunto, in un messaggio rivolto alla leadership macedone che "le tre missioni NATO in Macedonia hanno avuto successo" e che "la situazione in merito alla sicurezza è progressivamente migliorata".
"Due anni fa il vostro Paese si confrontava con il grave rischio dello scoppio di una guerra civile (n.d.r, che in ogni caso si può affermare si sia effettivamente verificata). Dopo la Bosnia ed il Kossovo sembrava ci sarebbe stata una nuova tragedia. Ciononostante la Comunità internazionale ha impedito che questa catastrofe si verificasse" ha affermato sempre Robertson.
Solana ha a questo aggiunto che la strada macedone verso l'integrazione in Europa non sarà breve e potrebbe essere piena di ostacoli ma "la missione appena iniziata potrà aiutare la Macedonia a superare alcuni degli iniziali impedimenti".
Il Presidente Trajkovski, nel suo intervento, ha ringraziato la NATO e le sue truppe per il lavoro svolto. "Il passaggio dalla NATO all'UE significa l'entrata dell'Unione in una nuova fase di implementazione della sua identità della politica di sicurezza e di difesa. La presenza delle forze UE in Macedonia è un'ulteriore segnale che apparteniamo ad una comunità con gli stessi valori di riferimento e cioè la democrazia, lo stato di diritto e l'economia di mercato" ha affermato il Presidente Trajkovski.
Il Primo ministro Crvenkovski ha affermato che questa missione verrà giudicata di successo se, alla sua conclusione, la Macedonia sarà un paese stabile e se la crisi verrà superata.
La missione avrà a sua disposizione 400 soldati, metà dei quali francesi, ed utilizzerà le strutture lasciate dalla NATO.
Nei discorsi ufficiali dei rappresentanti UE, NATO e dei vertici militari della missione, si sono fatte le acrobazie per non nominare troppo spesso la Repubblica di Macedonia. Per non disturbare i colleghi greci che, dopotutto, sono sempre nei loro sei mesi di Presidenza. Interrogato dai giornalisti macedoni in merito ai numerosi "il vostro Paese", "questo Paese" presenti nei discorsi ufficiali Xavier Solana ha commentato che non vi è nessun dubbio che "il nome del vostro Paese sia Macedonia".
La disputa sui nomi tra Macedonia e Grecia potrebbe nelle prossime settimane riacutizzarsi anche perché sembra che sia proprio questa a bloccare la definitiva adozione dell'Accordo di Stabilizzazione ed Associazione tra Macedonia ed UE. La procedura prevede infatti che l'Accordo deve essere ratificato dai Parlamenti di tutti gli stati membri dell'UE ma la ratifica greca non è assolutamente certa. Solana si è comunque dichiarato sicuro che "l'Accordo verrà ratificato prima del Summit UE di Thessaloniki.