Le elezioni parlamentari in Macedonia dello scorso 15 settembre si sono svolte in un'atmosfera quasi impeccabile, il periodo che ne è seguito non è però certo stato così tranquillo.
Molti sono rimasti sorpresi dal brusco ritorno ai toni poco concilianti del VMRO-DPMNE soprattutto dopo il discorso molto politically correct del premier Georgjievski che, all'indomani del voto, aveva trovato la forza di recarsi in televisione e riconoscere pubblicamente la sconfitta della sua coalizione di governo e di congratularsi con gli avversari. Ma è toccato, come spesso è accaduto in passato, al Ministro degli interni Boskovski giocare la "parte del duro", che gli riesce in effetti particolarmente bene.
Boskovski è improvvisamente apparso presso la Commissione elettorale centrale, seguito presto da altri politici di alto livello del VMRO-DPMNE, ed ha denunciato irregolarità e frodi nelle elezioni, orchestrate, a suo avviso, dai Governi occidentali e dalla Open Society Foundation, finanziata dal miliardario Soros. Secondo il Ministro degli interni uscente, supportato nelle sue opinioni da molti partitini usciti del tutto sconfitti nelle ultime elezioni, un numero ingente di schede elettorali sarebbero state stampate in Danimarca e stoccate presso il battaglione danese del contingente NATO in Macedonia per poi essere utilizzate nel processo elettorale. La vicenda assumerebbe caratteristiche da vera e propria spy story. Boskovski afferma infatti che le schede sarebbero state segnate a favore dell'SDSM con un inchiostro speciale la cui particolare struttura chimica avrebbe garantito che apparisse 12 ore e 5 minuti dopo l'inizio del voto.
Come si è chiesto Sasho Cholakovski in un suo editoriale pubblicato su 'Utrinski Vesnik' titolato 'frode o non frode', "...l'intera questione è ridicola. Cosa è accaduto ad esempio a quelle persone che hanno votato alle 17.45? Si sono forse trovati in mano una scheda pre-votata?".
La vicenda non è ancora terminata e vi sono persone in Macedonia convinte che vi sia stata effettivamente una frode dato che 'la NATO e l'Occidente non trovavano il VMRO-DPMNE sufficientemente pro-occidentale per permettergli di vincere le elezioni'.
Altri sono stati i segnali di tensione. La tipografia '11 Oktomvri', con sede a Prilep, è stata letteralmente assediata per ore da reparti delle forze speciali di polizia macedoni guidate dal direttore dell'ufficio anti-spionaggio, Zoran Keckovski, alla ricerca di campioni della carta con la quale si sospettava fossero state stampate schede illegali.Il direttore della tipografia ha rifiutato di adempiere alle richieste della polizia sostenendo che il loro mandato di perquisizione non era legale e non era stato concesso dalla Corte competente.
Intanto Ljube Boskovski ha continuato la sua offensiva contro la Commissione elettorale centrale richiedendo campioni della carta utilizzata per stampare le schede elettorali e dell'inchiostro delle penne utilizzate durante il voto. La Commissione ha denunciato queste richieste come illegali ed ha accusato Boskovski di "tentare un colpo di stato". Denuncia che non è passata inosservata. Un gruppo di ONG e di intellettuali di spicco hanno presentato un documento nel quale si presentano tutte le violazioni della legge di cui si è macchiato l'attuale Ministro degli interni. In particolare quest'ultimo viene accusato di abuso d'ufficio e di attentare alla sicurezza pubblica.
Altra questione emersa in questo periodo post-elettorale quella legata alla effettiva ripartizione dei seggi in Parlamento. I numeri resi pubblici dai quartieri generali a questo proposito coincidevano. 60 parlamentari alla coalizione 'Insieme per la Macedonia', 33 alla coalizione VMRO DPMNE/LP, 16 al DUI di Ali Ahmeti, 7 al DPA, 2 al PDP, 1 all'NDP ed 1 al Partito socialista macedone. Ma per termini non rispettati ad 'Insieme per la Macedonia' è stato tolto un seggio poi 'restituito' in seguito ad un ricorso alla Corte Suprema.
Appena resi pubblici i risultati elettorali sono iniziate le speculazioni sul nuovo Governo, partendo naturalmente da chi ricoprirà l'incarico di Primo ministro (nella 'classifica dei media' ha vinto senza dubbio Branko Crvenkovski) e su che influenza avranno sulla coalizione 'Insieme per la Macedonia' le pressioni interne e soprattutto internazionali affinché venga inserito nella compagine governativa anche il DUI di Ahmeti. Sino ad ora la posizione dell'SDSM e dei suoi alleati sembra chiara. Non vi sarà spazio nel futuro Governo per chi in passato ha impugnato le armi contro lo Stato macedone. Posizioni uscite ancor più rafforzate dalle voci circolate in questi giorni secondo le quali Ahmeti potrebbe addirittura rinunciare al suo posto in Parlamento "cosciente - come affermano alcune fonti internazionali - dell'energia negativa che ancora crea nella maggior parte dei macedoni". In ogni caso Agron Buxhaku, portavoce del DUI, ha affermato che non vi è dubbio che il suo partito entrerà nel Governo e che richiederanno il Ministero degli interni o quello della difesa. Ma tutto rimane ancora nella sfera delle mere speculazioni.
Lo scorso venerdì i neo-eletti dovevano ritirare i certificati inerenti al loro nuovo status. Solo 61 di loro si sono presentati, e tra questi nessuno dei leader di partito e nessuno dell'intera dirigenza del DUI. Presente invece Ljube Boskovski che ricevendo i suoi documenti dalle mani di Markovska-Trajkovska, a capo della Commissione elettorale centrale, le ha rivolto la parola affermando che "se ci fosse in Macedonia un vero stato di diritto lei sarebbe già in prigione".
All'uscita Boskovski non ha rilasciato dichiarazioni tranne qualche insulto ai giornalisti.
Giornalisti che proprio in questi giorni stanno protestando sotto i suoi uffici per denunciare l'ennesima aggressione da parte delle forze speciali di polizia ad un collega. La vittima del pestaggio è stato un giornalista di una radio di Kumanovo, Zoran Bozinovski, aggredito nel suo studio da persone che poi si è scoperto fare parte dei 'Leoni'.
In ogni caso finalmente le elezioni vi sono state. La maggior parte della gente sembra coltivare grandi speranze per l'operato del nuovo Governo. Tra i più ottimisti i rappresentanti internazionali che sembrano ritenere che tutti i problemi verranno risolti da una coabitazione di governo di SDSM e DUI. Anche se noi macedoni vorremmo condividere il loro ottimismo, sembra più probabile che questioni quali la corruzione, la povertà, gli standard di vita conteranno di più per gli elettori che non le relazioni interetniche. Una cosa è comunque certa. Le persone desiderano che la situazione migliori. E che migliori fin da subito.