Iniziato il nuovo anno scolastico in Macedonia, moltissime le difficoltà. Da quelle di carattere economico, riguardanti le spese da sostenere per mandare i figli a scuola, a quelle riguardanti una compromessa convivenza multietnica.
Il 2 di settembre, le scuole in Macedonia hanno riaperto le porte ai loro studenti. Tuttavia, pare che nulla sia andato così tranquillamente come sarebbe potuto, o forse dovuto, andare. Fra i vari problemi, e certo questo non è il primo anno che si verificano questo tipo di situazioni, c'è la questione economica e lo sforzo che, per ogni anno scolastico, una famiglia media macedone deve sostenere. Il costo complessivo dei libri di testo e degli strumenti va dai 1.300 denari per i più economici, per il terzo anno della scuola primaria, sino a 3.500 denari per l'ottavo anno. Per il primo anno, per esempio, i genitori dovranno sborsare 1.850 denari. Se aggiungete a ciò anche i costi dello zaino dove poter mettere tutti i libri, di qualche vestito nuovo e delle scarpe, è piuttosto difficile per ogni famiglia recuperare i circa 100 euro necessari per ogni bambino in età scolastica, soprattutto quando nel paese lo stipendio medio è di circa 160 euro, e quando la maggior parte della popolazione deve mantenersi con una cifra molto al di sotto di questa. Non stupisce, allora, che molte librerie abbiano deciso di accettare che i libri di testo vengano pagati in rate mensili.
Per i sempre più poveri genitori macedoni una soluzione può essere il mercato dei libri usati, che ogni anno appare nelle principali città e nelle piazze di tutto il paese. Si può trovare un set di libri in buono stato tra gli 800 e i 1.500 denari. Un libro di testo, a seconda della materia e dell'anno scolastico, costa tra i 50 e i 150 denari. I rivenditori dicono di essere soddisfatti degli affari. Comprano i libri vecchi e li rivendono con un piccolo guadagno. Tuttavia un genitore mi ha riferito che ha deciso di "comprare i libri in libreria, dal momento che non c'è una significativa differenza di prezzo", aggiungendo che "alcuni dei libri al mercato dell'usato sono così rovinati che non vale la pena comprarli".
Naturalmente, quest'anno scolastico non passerà senza problemi politici. Uno di questi problemi è l'iniziativa lanciata da Nenad Novkovski, ministro dell'educazione, di introdurre l'educazione religiosa nelle scuole macedoni. Attualmente, la maggioranza dei macedoni gli è contro e considerano questa idea essenzialmente come un'azione ridicola. Abbiamo anche un commento di Darko Markovic, eminente disegnatore di fumetti, col suo consueto cartone "Pecko" pubblicato ogni giorno dal quotidiano "Dnevnik". Nel fumetto, il personaggio principale Pecko dice a suo figlio che alla sera può guardare "solo cinque minuti in più di Novkovski in televisione, ma dopo deve andare a letto".
Molta gente converrebbe, comunque, nel sostenere che il problema più serio, all'inizio dell'anno scolastico, riguarda gli studenti macedoni provenienti dalle regioni di crisi. I loro genitori in particolare si rifiutano di mandarli a scuola, dicendo di temere per la loro sicurezza. Inoltre, c'è stata una proliferazione di monumenti dedicati ai combattenti dell'UCK che sono morti durante il conflitto dello scorso anno, molti situati nei cortili delle scuole. In Macedonia tutti i politici di qualsiasi posizione, compresa la comunità internazionale, hanno invitato gli studenti a far ritorno nelle scuole. Apparentemente la già esistente barriera tra le due comunità (anche prima della guerra dello scorso anno, gli studenti delle nazionalità macedone e albanese studiavano in edifici separati o usavano turni separati per cercare di evitarsi l'un altro) è cresciuta così tanto che ci vorranno anni anche per cercare di riconciliarsi.
Sul tema, il quotidiano "Dnevnik" ha così commentato in un editoriale del 4 settembre: "Macedoni e Albanesi non possono continuare con le scuole separate. Se ciò accadesse, allora l'UCK avrebbe vinto, gli estremisti avrebbero vinto e il paese, in cui un giovane non può incontrarne un altro a scuola, continuerà a marciare verso la separazione".
Vedi anche:
Il sistema scolastico in Macedonia
Cronologia della crisi albano-macedone