Si è da poco conclusa la Summer School organizzata dall'Associazione delle Adl in collaborazione con l'Osservatorio sui Balcani. Un breve resoconto di Silvia Nejrotti, responsabile delle attività formative dell'Osservatorio
A fine luglio si è svolta ad Ohrid in Macedonia, sulle rive di un lago cristallino e inquieto, la Summer School delle Agenzie della democrazia locale. Qui, alla presenza di una pioggia quotidiana e persistente, si è tematizzato e discusso il processo di democratizzazione nell'area balcanica, in relazione al contributo che diversi attori sociali e politici vi possono apportare.
Ci si è via via soffermati sull'esperienza e sulla realtà delle Agenzie della democrazia locale a dieci anni dalla nascita, sul sistema legislativo e amministrativo che regola l'esercizio delle istituzioni locali nei Balcani, sul ruolo e sull'azione di alcune organizzazioni non-governative balcaniche, sull' operato controverso della comunità internazionale.
Una parole chiave, tra le tante, è risuonata con maggiore ricorrenza nelle discussioni: Europa. Più o meno chiara e definita, è stata percezione condivisa che in una comune casa europea si diano chance di futuro per i Balcani.
Non ai soli delegati e membri interni al network delle ADL era rivolta la scuola. Ed infatti eterogenea, per provenienza geografica (Sud-Est e Nord-Ovest d'Europa) e per appartenenza organizzativa, è stata la composizione dei partecipanti, così come quella dei relatori. Tra i partecipanti erano presenti rappresentanti degli enti locali, delegati delle agenzie di democrazia locale, operatori di organizzazioni non governative, ricercatori universitari; tra i relatori sono intervenuti esponenti di Unmik, Osce, Università macedone, società civile organizzata e mondo non-governativo.
E forse proprio in questo, nell'intreccio tra dimensione istituzionale, culturale e sociale, è consistito il valore della proposta. A significare che il processo di democratizzazione e pacificazione dell'area balcanica, quando non voglia essere imposizione dall'alto secondo schemi pre-costituiti e formali - per non dire funzionali alle logiche di espansione neoliberista - che risultano ben presto squarciati dalle dinamiche storico-materiali che attraversano i territori, è processo complesso, multidimensionale, di lenta e partecipata costruzione. E' un processo che, per potersi articolare e sviluppare secondo logiche di autogoverno e autosviluppo delle comunità, richiede spazi di discussione, confronto e lavoro tra gli attori - interni ed esterni - che vi prendono parte. Ad Ohrid si è tentato un passo in questa direzione.
La Summer School, al suo esordio quest'anno, è stata organizzata dall'Associazione delle Agenzie della democrazia locale, con il supporto dell'Osservatorio sui Balcani.