Il Primo ministro macedone Nikola Gruevski con la Cancelliera tedesca Angela Merkel

Il 2008 per la Macedonia sarà un anno di trattative per l'avvio dei negoziati di pre-adesione con l'Europa, incoraggiati dalla presidenza slovena dell'Ue e dalle prospettive di entrata nella NATO

01/02/2008 -  Anonymous User

Di Sinisa-Jakov Marusic da Skopje, per Balkan Insight, 10 gennaio 2008 (titolo orig.: «Macedonia's Tight EU Timetable»)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Marzia Bona

Dopo aver mancato le tanto ambite raccomandazioni per iniziare il dialogo con l'Unione Europea nel 2007, i politici macedoni si mostrano ottimisti sul fatto che recupereranno il tempo perso nel corso dell'anno appena iniziato.

I leader macedoni hanno dovuto rivedere i propri programmi ripetendo, come l'anno scorso, che la priorità per il 2008 è la definizione di una data per l'inizio delle trattative sull'entrata in Europa.
I politici della coalizione governativa, così come l'opposizione e gli esperti in generale, si dicono convinti che quest'anno il loro paese riuscirà a compiere progressi significativi mettendo a frutto alcune circostanze favorevoli.

In primo luogo c'è fiducia nella capacità da parte della Slovenia di esercitare pressione durante il periodo nel quale ricoprirà la presidenza europea (la prima metà del 2008), a sostegno delle opportunità della Macedonia di riuscire a fissare una data d'inizio per le trattative di pre-adesione.

Più importante, forse, il superamento dello stallo nel processo delle riforme avvenuto in dicembre rappresenta ad inizio d'anno una nuova risorsa politica. Dopo una serie di incontri falliti nel corso del 2007, e sotto la pressione internazionale, i principali partiti politici hanno finalmente superato il punto morto nel quale si trovavano, riuscendo ad accordarsi su alcuni disegni di legge fondamentali per l'avvicinamento di Skopje alla NATO e all'UE.

Il raggiungimento degli accordi sulla riforma giudiziaria e sul miglioramento delle relazioni interetniche sono arrivati dopo mesi di critiche da parte di Bruxelles per la mancanza di dialoghi costruttivi e significativi fra i politici macedoni.

Infine, molti si aspettano che il tanto atteso invito ad aderire alla NATO si concretizzerà durante il summit dell'Alleanza che si terrà ad aprile a Bucarest e che, assieme alle incertezze inerenti al Kosovo, anche questo favorirà il semaforo verde da parte dell'UE per l'inizio dei dialoghi di pre-adesione.

In ogni caso, gli osservatori avvertono che Skopje dovrà compiere una corsa contro il tempo per far partire le trattative prima che l'attenzione dell'UE slitti dalla questione del processo di allargamento alle elezioni europee previste per il 2009.

La Slovenia ha già dichiarato che l'avvicinamento della Macedonia all'Europa sarà inserito fra le priorità da realizzare nel corso della propria presidenza, ma ha chiesto un maggior impegno sul fronte delle riforme da parte del paese.

"Un piano per la Macedonia era stato steso, e prevedeva di fissare la data di inizio dei negoziati di adesione durante la presidenza slovena, ma dopo la pubblicazione del progress report della Commissione Europea in novembre, abbiamo dovuto riscrivere tutto", dichiarata a Balkan Insight un diplomatico sloveno da Bruxelles.

Il rapporto sulla Macedonia sottolinea la mancanza di un effettivo dibattito politico all'interno del paese, e questa critica è una della principali ragioni per le quali non è ancora stata stabilita alcuna data per l'apertura dei negoziati con Skopje.

Ivan Damjanovski, esperto europeo dell'Istituto per la Democrazia, sostiene che contro tutti i ritardi registrati nel corso del 2007, la presidenza slovena offrirà un'opportunità notevole.

"La presidenza europea della Slovenia offre un significativo sostegno politico alla questione, già che al vertice dell'agenda politica si trova il miglioramento delle relazioni fra l'Europa e i Balcani. Per la Macedonia, questo rappresenta un passo avanti che passa attraverso la designazione di una data di apertura dei negoziati" dice Damjanovski a Balkan Insight.

Una fonte interna alla missione europea a Skopje sostiene che il sostegno e la pressione da parte della Slovenia potrebbero risultare "molto proficua" e aggiunge a Balkan Insight che "la Macedonia non può sperare in alcuna anticipazione del rapporto, la cui stesura è regolarmente prevista per l'autunno 2008, ma può attendersi, se tutto andrà bene, alcuni segnali positivi."

Damjanovski però avverte anche che la durata della presidenza slovena è limitata, e che è quasi impossibile che si realizzino tutti i progressi richiesti entro il 30 di giugno, quando l'incarico passerà in mano francese. "Nonostante le recenti dichiarazioni nelle quali la Francia annunciava che avrebbe ammorbidito la propria politica anti-allargamento, la presidenza di questo paese non aiuterà certo a migliorare la posizione della Macedonia nei confronti dell'Europa".

Fonti interne alla missione europea a Skopje confermano che il tempo è limitato, e prevedono che difficilmente la Macedonia otterrà una data per l'inizio delle negoziazioni entro la fine del 2008.

A questo proposito, esperti e politici macedoni sostengono che il principale argomento a favore della Macedonia potrebbe essere il successo nel rafforzare il dialogo politico all'interno del paese e la determinazione della sua leadership nel far avanzare il corso delle riforme.

"La questione è come trasformare il dialogo fra i vertici dei partiti in un dibattito parlamentare che attraversi tutte le istituzioni. Nonostante il tempo perso fino ad ora, questo sarebbe una risorsa notevole per la Macedonia" dice Damjanovski.

Carolina Ristova Astrud, esponente del principale partito d'opposizione - i Socialdemocratici - sostiene che visto che dal 2009 "la questione passerà in secondo piano a causa delle elezioni europee", la Macedonia non può permettersi di sprecare il 2008 in discussioni inutili, come ha fatto in passato. Nel 2007, sempre secondo lei, non si sono avute dispute su questioni serie ma solo litigi senza senso.

"Perché ad esempio il governo si ostina a voler perdere credenziali preziose di fronte a NATO ed UE per aver boicottato il presidente? E' una cosa del tutto irrazionale" riporta la Ristova a Balkan Isight a proposito della totale mancanza di cooperazione fra il Presidente Branko Crvenkovski, l'ex-leader dei Socialdemocratici, ed il Primo Ministro Nikola Gruevski del partito di centro-destra VMRO-DPMNE.

Il partito di Gruevski nega qualsiasi legittimità a Crvenkovki, insinuando che quest'ultimo avrebbe ottenuto la propria carica attraverso elezioni non regolari. La recente presenza del Primo Ministro e dei suoi ministri del partito di governo al discorso di dicembre tenuto dal Presidente di fronte al parlamento è stata interpretata come un gesto di riconciliazione.

Un ulteriore segno della volontà di riconciliazione da parte del partito di governo rispetto agli altri partiti politici è stata l'elezione della leader dei Socialdemocratici, Radmila Sekerinska, a capo del nuovo organismo di coordinamento nazionale per l'integrazione europea.

Dispute sull'accordo di pace di Orhid - che nel 2001 aveva messo fine agli scontri (durati sei mesi) fra forze di sicurezza macedoni e guerriglia albanese, garantendo alcune concessioni alla comunità albanese presente nel paese - hanno portato a un lungo boicottaggio dall'attività parlamentare da parte del successore politico della guerriglia, l'Unione democratica per l'Integrazione, DUI.

L'abbandono per protesta indetto dal DUI è durato fino a maggio, provocando la paralisi del processo politico nel corso della prima parte del 2007.

"La legge sull'utilizzo della bandiera e il pacchetto di proposte sulle pensioni ai reduci della guerriglia dovranno passare in parlamento nel 2008" riferisce a Balkan Insight Rafiz Aliti, responsabile per l'elaborazione dei disegni di legge all'interno del DUI.

Aliti si riferisce all'esposizione della bandiera albanese all'esterno degli edifici pubblici in aree nelle quali l'etnia albanese costituisce una quota significativa della popolazione. "La responsabilità in ogni caso fa capo alla coalizione di governo prima che agli altri. Se riusciranno a gestire l'agenda politica nei prossimi mesi e se la Macedonia rispetterà gli impegni presi con la NATO, questo garantirà un vantaggio ulteriore anche sul fronte europeo."

La portavoce del governo Ivica Bocevski garantisce che l'amministrazione ha un'agenda molto chiara.
"Il governo si atterrà ai tempi stabiliti, cercando addirittura di accelerare il processo. Il nostro obiettivo è riuscire a stabilire una data per l'avvio delle negoziazioni con l'UE. Non si tratta di tempo sprecato, questo al contrario si sta rivelando un periodo altamente produttivo se consideriamo il numero di leggi adottate dal governo. Il rallentamento ed il boicottaggio dell'attività sono venuti dall'interno del parlamento stesso" sostiene Bocevski.

Konstantin Jovanovski, della missione europea a Skopje, sostiene ci sia ancora molto lavoro da fare.
"Le riforme della polizia sono positive, ma sono la riforma giudiziaria ed il dibattito politico le questioni sulle quali vengono sollevate le critiche maggiori nel rapporto 2007."

Gli esperti sostengono che un invito da parte della NATO migliorerebbe significativamente la posizione della Macedonia anche nei confronti dell'UE. "Un incremento nel ritmo delle riforme da parte della Macedonia, come conseguenza del suo avvicinamento alla NATO, avrebbe un ritorno positivo anche nel quadro della prospettiva europea, già che i due processi risultano per certi aspetti complementari" dice Damjanovski.

Il programma potrebbe estendersi fino alla fine dell'anno. "Il summit UE di dicembre sarà un avvenimento molto importante per la Macedonia" secondo l'ambasciatore francese a Skopje, Bernard Valero. Parlando a Channel 5 TV, Valero ha affermato che Skopje deve affrontare una sfida notevole: si trova a dover compiere molti progressi al proprio interno allo stesso tempo in cui l'Europa risente delle fatiche per l'allargamento.

Il loro compito non è certo facile, ma almeno questa volta i politici macedoni non potranno dire che l'Europa abbia mancato di precisare chiaramente il lavoro da svolgere.