Una foto d'archivio di Nicolae Ciucă, ex generale in pensione e nuovo primo ministro romeno - Wikimedia

Una foto d'archivio di Nicolae Ciucă, ex generale in pensione e nuovo primo ministro romeno - Wikimedia

Seguendo una tendenza europea, anche in Romania si tenta di risolvere le urgenze del paese con una coalizione di governo molto allargata

29/11/2021 -  Mihaela Iordache

Dopo mesi di instabilità politica, la Romania ha finalmente un nuovo governo, nato come una risposta alle innumerevoli crisi con cui si sta confrontando il paese: dalla crisi sanitaria a quella economica o energetica.

È un governo costituito dopo lunghi negoziati tra vecchi rivali politici, ora alleati “per il bene del paese”. I liberali (centro-destra) e i socialdemocratici - finora in conflitto - hanno deciso di condividere il potere fino alle prossime elezioni parlamentari previste per il 2024.

Della nuova Coalizione Nazionale per la Romania fa parte, oltre al Partito Liberale (PNL) e al Partito Socialdemocratico (PSD) anche l’Unione Democratica dei Magiari della Romania (UDMR). PNL e UDMR sono già stati alleati prima della crisi iniziata con l’uscita dal governo dell’Unione Salvate la Romania (USR), ora all’opposizione. Il nuovo entrato in questo contesto è il Partito Socialdemocratico, il più grande partito della Romania.

Il nuovo governo di Bucarest, presentato dai suoi stessi protagonisti come di “circostanza” e “compromesso” è guidato dal primo ministro Nicolae Ciucă (54 anni), generale in pensione, ex ministro della Difesa, del PNL. Ciucă guiderà un governo formato da 20 ministri (otto - del proprio partito liberale - PNL, nove PSD e tre dell’UDMR). Un governo quasi esclusivamente al maschile dove c’è posto solo per una donna: Gabriela Vranceanu Firea del PSD che copre la carica di ministro della Gioventù, Famiglia e delle Pari opportunità.

Il  nuovo esecutivo ha ottenuto la fiducia del Parlamento lo scorso 25 novembre con 318 voti a favore e 126 contrari. La nuova maggioranza dovrebbe quindi assicurare la stabilità politica fino alle prossime elezioni, salvo “imprevisti” tra i partiti che la costituiscono.

Per consolidare le intese, il primo ministro sarà a rotazione: Nicolae Ciucă (PNL) coprirà infatti  la carica di premier fino al 25 maggio 2023, quando sarà sostituito da Marcel Ciolacu (il presidente del Partito Socialdemocratico) che dovrebbe rimanere in carica per un anno e mezzo.

Nel suo discorso al Parlamento Nicolae Ciucă ha dichiarato: “Ho visto molte persone sorprese di questa coalizione PNL-PSD. Sono più preoccupate di evidenziare i motivi che ci separano piuttosto di quelli che ci avvicinano. Siamo andati oltre alle cose che ci separano e abbiamo trovato le cose che ci uniscono. Abbiamo capito che, oltre ogni orgoglio e avversità politica, ci sono in ballo gli interessi dei romeni”. 

Dal suo canto Marcel Ciolacu, presidente del Partito Socialdemocratico, ritiene che "questa coalizione nazionale PSD-PNL-UDMR durerà almeno fino al 2024, data della scadenza della legislatura".

All’opposizione Dacian Cioloș, leader dei progressisti di Unione Salvate la Romania (USR), ritiene che il nuovo governo non durerà più di un anno. Cioloș critica l’attuale coalizione e considera “ridicolo e irresponsabile lo spettacolo offerto dall’alleanza PSD-PNL-UDMR” accusando i liberali (suo ex partner di governo) di aver venduto promesse durante la campagna elettorale quando hanno sostenuto che il PSD (Socialdemocratici) era il male assoluto.

Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, a cui è spettato il compito della nomina di Ciucă per formare il nuovo governo, ha sottolineato che se la crisi politica si è conclusa altre sono rimaste aperte: “La pandemia non è finita, la crisi energetica non è finita. La gente aspetta il pagamento degli stipendi e delle pensioni”. Proprio per questo a suo avviso c’era bisogno “di un governo solido, con una consistente maggioranza parlamentare”.

Tra le grandi sfide che aspettano il governo di Bucarest c’è l’attuazione delle riforme necessarie per ottenere i quasi 30 miliardi di euro del Piano di Ripresa e di Resilienza del programma Next Generation EU: la sanità, l’educazione e le infrastrutture sono solo alcuni dei settori dove si prospettano rilevanti investimenti ma le scadenze dei progetti sono precise e vanno rispettate, altrimenti si rischia la perdita dei fondi.

Il nuovo governo si propone quindi come un modello di stabilità per un paese scosso dalla quarta ondata della pandemia e dove la popolazione si trova ad affrontare aumento dei prezzi e conseguente diminuzione del potere di acquisto. La gestione della pandemia - nel secondo paese meno vaccinato dell’UE -, la modernizzazione del paese e la povertà sono realtà che richiedono interventi rapidi e specifici. 

L’attuale coalizione dovrà andare oltre ai messaggi di stabilità in primo luogo affrontando la questione della corruzione visto che, soprattutto a livello locale, sia i politici socialdemocratici che liberali sono stati spesso al centro di inchieste legate alla malversazione di fondi pubblici. 

Da Bruxelles intanto sono arrivate via Twitter anche le congratulazioni di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea: ”Lavoreremo insieme al nuovo governo romeno per trovare soluzioni contro la pandemia e per implementare il Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha dichiarato.