Visione aerea degli studi cinematografici di Bucarest

Sono molte le produzioni cinematografiche internazionali che hanno scelto per la realizzazione dei loro film due grandi centri di produzione in Romania

20/04/2016 -  Nicola Falcinella

I più grandi studi cinematografici della Romania sono stati costruiti a inizio anni '50 a Buftea, poco a nord di Bucarest. Chiamati Centrul de Producţie Cinematografică, dal 1955 hanno ospitato per molti anni le maggiori produzioni nazionali, da "Pădurea spânzuraţilor – La foresta degli impiccati” (1964) di Liviu Ciulei - il primo film romeno premiato a Cannes - a “Reconstiturea” (1969) di Lucian Pintilie, dallo storico “Mihai Viteazul – L'ultima crociata” (1970) di Sergiu Nicolaescu, passando per un altro capolavoro come "Moromeţii” (1987) di Stere Gulea fino a “Terminus Paradis” (1998) ancora di Pintilie.

Negli anni '90 sono passati a una grande compagnia dell'audiovisivo, MediaPro, e hanno ospitato anche molte produzioni internazionali. Lo scorso autunno hanno cambiato di nuovo proprietà e pure nome, diventando i Film Bucharest Studios.

Ora il centro dispone di 19 teatri di posa, di cui cinque nell'edificio storico che ospita anche gli uffici. Gli studi hanno ospitato centinaia di produzioni cinematografiche, televisive (serie ma anche programmi), pubblicitarie e di videoclip. Tra i teatri, il numero 8 è il più grande e il 9 contiene una grande vasca utilizzabile per vari scopi. Qui è stata ricostruita la spiaggia tropicale per “The Zero Theorem” (2013) di Terry Gilliam, tutto girato tra gli studi e altre località della Romania.

Vi sono state girate poi le scene di distruzione del norvegese “The Wave” (2015) di Roar Uthaug, che racconta la caduta di una montagna in un fiordo che provoca il sollevamento di onde di 80 metri d'altezza.

Costruiti sulla sponda di un lago, i Film Bucharest Studios sono circondati da ettari di terreno dove sorgono anche villette e case di diverse tipologie, spesso usate come ambientazioni. C'è anche una piccola Boston ottocentesca ricostruita a misura originale come set di una serie tv.

La struttura dispone anche di un grande laboratorio di sartoria dove vengono confezionati gli abiti di scena e reparti costruzioni di set e per la preparazione di materiali e trucchi di scena.

Negli studi sono state ricreate le trincee della Prima guerra per il francese “Joyeux Noel” di Christian Carion o le strade della Montparnasse anni '20 di “Modigliani” di Mick Davis, concepite dallo scenografo Giantito Burchiellaro. Ancora la casa di Maria Callas in “Callas Forever” di Franco Zeffirelli, le location della serie tv croata “Zora Dubrovacka”, di “The Cave” di Bruce Hunt e “Town Creek” di Joel Schumacher.

In Romania vi è però anche un altro centro di produzione cinematografica. I Castel Film Studios sono nati negli anni '90, sono molto importanti e noti soprattutto per “Cold Mountain” (2003) di Anthony Minghella, che vi ricostruì la Carolina del Nord ai tempi della guerra civile, con Jude Law e Nicole Kidman. Girato anche in Transilvania e nei Carpazi. Di proprietà privata (tra i soci c'è anche il regista Bobby Paunescu, noto per “Francesca”), si estendono su un'area molto vasta che comprende anche un lago e set permanenti come un villaggio medioevale e un villaggio western.

Tra gli ultimi film realizzati là, l'imminente "What Happened To Monday" di Tommy Wirkola con Willem Dafoe, Noomi Rapace, Glenn Close. Negli anni al Castel hanno girato autori importanti e grosse produzioni: “The Dying of the Light” di Paul Schrader con Nicolas Cage, “Queen and Country” di John Boorman, “What About Love” di Klaus Menzel con Sharon Stone e Andy Garcia, “Hatfields & McCoys” di Kevin Reynolds con Kevin Costner, “Il concerto” di Radu Mihaileanu, “Adam Resurrected” di Paul Schrader con Dafoe, “Borat” di Sacha Baron Cohen e altri ancora, senza parlare dei prodotti televisivi. Anche l'italiano Renzo Martinelli (“Porzus”, “Ustica”) ha scelto la Romania per le produzioni di ambientazione storica “Barbarossa” e “11 settembre 1683”.