Gli exit poll danno al ballottaggio nelle presidenziali Nastase e Basescu. Per il Parlamento vicinissime le due coalizioni contendenti: l'Unione, attualmente al governo, e l'Alleanza. Si aspettano ancora i risultati dello scrutinio dei voti.
Domenica in Romania si è votato per il nuovo Parlamento e per il nuovo Presidente. Gli exit polls, resi pubblici ieri sera alle 21.00, alla chiusura dei seggi elettorali, danno in testa l'attuale premier Adrian Nastase e la coalizione che lo sostiene: i socialdemocratici e gli umanisti (PSD, PUR).
Nastase - secondo un sondaggio commissionato dalla rete privata TV Antena 1 - avrebbe ottenuto il 41,1% dei voti mentre Traian Basescu, candidato della coalizione Alleanza, seguirebbe con il 35,2%.
Un altro exit poll, commissionato dalla televisione di stato TVR, evidenzia invece un gap ancora maggiore tra i due favoriti della vigilia. Nastase al 43,7% e Basescu al 34,7.
Al terzo posto in entrambi i sondaggi si piazzerebbe l'ultranazionalista Corneliu Vadim Tudor rispettivamente con il 12,4 e l'11,6%.
Questi dati vengono solo parzialmente confermati dai risultati resi pubblici dalla Ufficio elettorale centrale di Bucarest. Dopo lo scrutinio del 36% dei seggi Nastase è in testa con il 38,07% dei voti. Traian Basescu si fermerebbe invece al 35,46%. Tudor all'11,97% e Marko Bela, candidato dell'Unione dei Magiari di Romania al 6,81%.
Il dato che sembra certo è comunque che si andrà al ballottaggio. Nastase e Basescu si contenderanno la Presidenza, come, tra l'altro, ci si aspettava.
La coalizione tra PSDR e PUR, attualmente al governo - sempre secondo uno degli exit polls resi pubblici ieri sera - sarebbe in testa nelle parlamentari con il 38,9 % mentre l'Alleanza, coalizione attualmente all'opposizione raggiungerebbe il 34.4%, seguita con il 13% del Partito per la Grande Romania di Tudor.
Divari ancora più serrati emergono invece dai primi dati sullo scrutinio. Per il Parlamento, la differenza tra l'Unione PSD+PUR e Alleanza PNL-PD sarebbe di poco più di un punto percentuale. Alla Camera dei deputati l'Unione PSD+PUR avrebbe ottenuto il 34,12% dei voti, l'Alleanza PNL+PD il 32,90%, il PRM il 12,50% mentre l'UDMR (Unione die magiari di Romania) l'8,08%. Dati confermati con minimi scarti anche al Senato.
Anche in questo caso un dato sembra oramai certo: nessuna delle due coalizioni raggiungerebbe la maggioranza e sarebbe in grado di formare un governo. Entrambe hanno però escluso un'alleanza con il PRM di Tudor. Essenziale sarà l'alleanza con il partito che rappresenta i magiari.
Nastase, una volta conosciuti gli exit polls, ha pubblicamente ringraziato i propri elettori. "Dopo 4 anni di governo abbiamo dimostrato di avere ancora la fiducia dei cittadini rumeni" ha dichiarato "anche se rimangono certo molte cose da fare. Rispetteremo le promesse fatte. Ora però dobbiamo aspettare i risultati definitivi".
Basescu è stato più cauto ricordando che gli exit polls sono solo stime. Ha comunque ringraziato gli elettori di aver reso la coalizione Alleanza un'effettiva e concreta alternativa al PSD. Ha invitato inoltre le autorità "ad indagare sulle frodi elettorali emerse poiché nessun partito ha guadagnato la maggioranza. Dovremo valutare attentamente quali opzioni vi sono per arrivare al nuovo governo".
Il terzo in comodo, Tudor, si è detto invece deluso del risultato, inferiore rispetto a quello ottenuto alle elezioni precedenti. Ha inoltre annunciato che il PRM deciderà solo in settimana con che candidato si schiererà al ballottaggio del prossimo 12 dicembre. Sono in molti gli analisti ad indicare proprio in Tudor il fattore decisivo nella corsa alla poltrona di Presidente della Romania.
Gli aventi diritto a votare in questa tornata elettorale sono stati 18 milioni. Di questi ha votato una percentuale di poco superiore al 57%. L'affluenza e' stata superiore comunque al 2000, quando andarono a votare il 56,5% degli elettori.
Ci si contende, oltre alla carica di Presidente, anche 314 seggi nella Camera dei Deputati e 134 nel Senato. Sono stati 3300 gli osservatori elettorali rumeni e 50 quelli stranieri.
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Presidenziali e politiche in Romania: testa a testa