Inimmaginabile. Sono gli stessi organizzatori del primo Gay Pride a Bucarest, tenutosi lo scorso fine settimana, a dichiarare che sino a pochi anni fa lo ritenevano un sogno irrealizzabile. In Romania sino al 2001 l'omosessualità era un crimine punito dal codice penale
Sino a poco tempo fa era difficile anche solo immaginarlo ma alla fine, a Bucarest, si è tenuta la prima gay parade, evento inedito nella Romania ortodossa. I promotori, l'organizzazione "Accept" che sostiene i diritti dei LGBT (lesbiche, gay, transessuali e transgender) è riuscita ad ottenere all'ultimo momento l'autorizzazione del comune di Bucarest.
Il sindaco della capitale, Adrian Videanu, si era rifiutato di concederla, argomentando che il comune non era in grado di garantire l'ordine pubblico durante la sfilata. Sono dovuti intervenire pubblicamente il presidente della Romania, Traian Basescu, e il ministro della giustizia, Monica Macovei, affinché le autorità locali dessero il via libera alla prima Gay Parade.
Il presidente Basescu, che nella campagna elettorale si era mostrato vicino ai problemi degli omosessuali romeni, aveva definito il rifiuto delle autorità locali come "un errore che fa tornare la Romania indietro di 20 anni". D'altronde l'articolo 200 del Codice Penale che prevedeva la pena della reclusione per l'omosessualità, è stato abrogato dal Parlamento romeno solo tre anni fa. Allora fu la prima vittoria dalle minoranze sessuali, ottenuta anche grazie alla pressione degli organismi internazionali, nonché dettata dalle esigenze in vista della futura adesione del paese all'Unione Europea. Tutto questo nonostante la resistenza della chiesa ortodossa e di esponenti dell'estrema destra.
Dopo il "Festival della diversità" tenutosi l'anno scorso a Bucarest gli organizzatori si erano augurati di poter partecipare anche ad una parata gay, ma non prevedevano di essere in grado di farla prima di due-tre anni. E invece, sabato scorso è accaduto l'impossibile. Per un'ora, nelle vie del centro della capitale, quasi 300 gay, lesbiche e transessuali hanno sfilato insieme sventolando striscioni ed esortando alla tolleranza, alla fine delle discriminazioni e per la libertà di espressione.
"Nessuno sa che sono gay", "Senza pregiudizi "o "Amo chi voglio" sono stati i principali slogan che si potevano leggere e sentire durante la parata. Se i partecipanti erano solo 300, i curiosi sono stati almeno dieci volte più numerosi. Dalle terrazze dei palazzi, famiglie intere, dai nonni ai nipoti, si sono affacciate per guardare l'insolito evento. I marciapiedi erano affollati di curiosi di età e mentalità differenti. "Siamo felici di poter esprimere per la prima volta la nostra identità", diceva un partecipante arrivato dalla città di Brasov, Transilvania. Parrucche bionde, rosa, blu o verdi, tacchi a spillo, vestiti di gala e bandiere arcobaleno hanno contribuito a colorare ancor di più una giornata già di per sé particolare.
Da una parte vi erano ad esempio transessuali che davano senza problemi interviste per le televisioni, dall'altra persone mascherate per nascondersi agli obiettivi delle telecamere. Il timore era quello di essere riconosciuti da amici, conoscenti e soprattutto famigliari. La maggior parte dei partecipanti ha preferito comunque apparire senza costumi o maschere perché, hanno ricordato, vogliono vincere la paura di mostrare la loro identità sessuale. C'era però anche chi chiedeva espressamente ai cameraman tv di non riprenderli per non essere riconosciuti dai superiori e rischiare di perdere così il posto di lavoro.
Sono ancora molti i timori degli omosessuali ed i pregiudizi da parte della società romena, accusata spesso di essere troppo tradizionalista nonché intollerante verso le minoranze sessuali. Si sono dichiarati scandalizzati della sfilata i sacerdoti. La chiesa stessa si era opposta tre anni fa all'abrogazione dell'articolo che incriminava l'omosessualità. Poco prima della sfilata gay, il Partito Conservatore, membro della coalizione al governo aveva organizzato una marcia per il sostegno dei valori tradizionali, della famiglia e della fede. Alla marcia dei conservatori ha partecipato anche un gruppo anti-gay, in testa con un sacerdote, dichiaratosi consigliere della Patriarcato. Ma i più irritati per la sfilata gay sono stati cinquanta militanti del Movimento neolegionario di estrema destra "Noua Dreapta"che, cantando "Cristo è risorto", hanno lanciato uova e addirittura icone sacre verso i partecipanti. "Vergonatevi", "Cosa sei-uomo o donna?", "Morte agli omosessuali", "Non vogliamo essere un popolo di omosessuali" gridavano dal marciapiede i neolegionari di Tudor Ionescu, il loro leader, multato alla fine con quasi 800 euro per aver aver organizzato una manifestazione senza autorizzazione.
Solo l'intervento tempestivo dei gendarmi ha impedito una vera rissa tra i dimostranti e i contestatari. Visto che sia le autorità che gli organizzatori si aspettavano il peggio, le forze dell'ordine che hanno scortato il corteo durante l'intera manifestazione sono state presenti in numero impressionante. Per non infiammare gli spiriti la parata stessa è stata meno fastosa, senza musica e cari allegorici. Gli omosessuali, le lesbiche e i transessuali romeni hanno preferito marciare in silenzio, senza gesti troppo ostentati d'affetto ma solo tenendosi per mano.
Pure cosi per molti passanti di una certa età, il corteo è stato uno vero shock. C'era chi si faceva il segno della croce e chi si chiedeva se non si trattasse piuttosto di uno spettacolo di attori anziché di una parata di persone che dimostravano per la propria identità sessuale. A tutti quanti, i manifestanti indirizzavano un invito ad accettarli così come sono perché, scandivano, "Siamo i vostri bambini".
Dopo un'ora di sfilata, la manifestazione si è conclusa con l'annuncio di un gendarme ."Grazie per la partecipazione. Ora andate verso le vostre case". In molti sono andati però a festeggiare in un noto bar della capitale il cui proprietario si considera una persona senza pregiudizi. Gli organizzatori hanno avuto il tempo di analizzare l'evento e si sono dichiarati "contenti" su come è andata la prima gay parade a Bucarest. Anzi, lo considerano un successo, visto che poteva andare peggio. Silviu Mihai dell'organizzazione "Accept", promotrice della Gay Parade in Romania, ritiene che la sfilata sia stata "una cosa molto buona per la comunità gay che deve imparare a non essere più segnata dai timori".
Molti anche i dibattiti in questi giorni sulla stampa romena dove non sono mancate le opinioni di a favore del gay Pride, le opinioni di chi ritiene che gli omosessuali romeni siano ingiustamente discriminati. Dall'altra parte l'intolleranza verso l'omosessualità in Romania è stata spiegata da alcuni analisti con la mancanza di educazione sessuale e con il perdurare di una mentalità vecchia e tradizionalista. Anche a livello culturale la società romena è stata spesso descritta come "una cultura della vergogna" che mantiene forte riserbo verso gli aspetti sessuali della vita. Sono infatti pochi i riferimenti alla sessualità anche nella letteratura o nelle altre forme d'arte. Allo stesso tempo però si segnala un aumento del numero di bar e locali orientati o aperti verso una clientela omosessuale e la comunità gay si va diffondendo molto anche su internet.
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Romania e minoranze sessuali
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Gay Pride a Bucarest