La protagonista Villanelle minaccia con una punta acuminata la poliziotta Eve

Un'immagine tratta da Killing Eve

Negli ultimi due decenni, la Romania è diventata una destinazione privilegiata e a basso costo per le riprese di film e serie tv. L'ultimo successo è la serie “Killing Eve”, girata quasi interamente nel paese

25/07/2022 -  Marine Leduc

(Pubblicato originariamente da Courrier d’Europe centrale, selezionato da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)

Villanelle (Jodie Comer) è brillante, multilingue, ama il lusso e i viaggi, soprattutto per motivi professionali. Vola nel sud della Francia, in Italia o a Sofia per portare a termine le sue missioni di killer. E ci riesce benissimo, utilizzando una varietà di tecniche originali e scenari ben congegnati. Eve (Sandra Oh), una poliziotta che sogna di entrare nello spionaggio, è affascinata da Villanelle. E con il progredire degli episodi l'ossessione diventa reciproca.

“Killing Eve”, creata dalla scrittrice di Fleabag Phoebe Waller-Bridge e prodotta da BBC America, è ora alla sua quarta e ultima stagione. Per 32 episodi di umorismo cupo e macabro, gli spettatori hanno seguito le due protagoniste attraverso capitali e città europee.

Diverse scene sono state ambientate nell'Europa centrale e orientale: Villanelle uccide un proprio bersaglio a Sofia, in Bulgaria, poi si incontra con il suo mentore Konstantin a Mosca e con la sua famiglia in un piccolo villaggio russo, mentre il marito di Eve torna al suo villaggio natale in Polonia. In realtà, tutti questi luoghi si “trovano” nello stesso paese: la Romania anche se l’unico momento in cui, nella fiction, il paese viene menzionato è quando Villanelle riceve una cartolina da Bucarest che indica il suo nuovo obiettivo, un politico rumeno.

La capitale rumena, nota per la sua varietà architettonica, gioca quindi il ruolo di più città contemporaneamente: Mosca, Sofia e persino Parigi. E quest’ultimo aspetto è quanto mai rassicurante per quegli abitanti di Bucarest che temevano la loro città non meritasse più l'appellativo di "Piccola Parigi".

Negli ultimi due decenni, la Romania è diventata una destinazione privilegiata e a basso costo per le riprese di film e serie. Fondato 70 anni fa, lo studio Buftea è uno dei più grandi e antichi studi dell'Europa orientale, con 50 ettari di spazi a mezz'ora da Bucarest.

Il primo grande film prodotto nel paese è stato Ritorno a Cold Mountain (2003), diretto da Anthony Minghella, con Nicole Kidman e Jude Law. Le scene del film vincitore dell'Oscar sono state girate nel paesaggio dei Carpazi intorno a Brașov e Râșnov. Anche Borat e Borat 2 sono stati girati in Romania, cosa che non è piaciuta agli abitanti del villaggio di Glod, prevalentemente rom, che si sono sentiti presi in giro.              

Più recentemente, anche i produttori di serie tv si sono rivolti alla Romania, come nel caso di Killing Eve o della serie Django, prodotta da Sky e Canal+ e interpretata da Matthias Schoenaerts, che uscirà quest'anno. Per attirare le produzioni internazionali, il paese ha introdotto nel 2018 un programma di aiuti per l'industria cinematografica. Una parte dei costi di produzione (fino al 35%) viene coperta se il film contribuisce a promuovere dal punto di vista turistico un'area geografica o una città rumena.

I produttori di Killing Eve ne hanno senza tentennamenti approfittato, mettendo in risalto località turistiche come il villaggio sassone di Viscri - il famoso "villaggio polacco" - e il lago Snagov, scenario della villa russa di Konstantin.

Un'altra location suggestiva in Killing Eve è il villaggio russo di cui sarebbe originaria Villanelle che non è altro che un villaggio di “siculi”, detti anche secleri, minoranza magiara della Transilvania. È riconoscibile grazie ad un portale di ingresso di legno intagliato, lo székelykapuk in ungherese, che accoglie il visitatore. Il portale è decorato con una luna e un sole, simboli ricorrenti nei villaggi dei secleri. "Questi cancelli di legno hanno una lunga tradizione nella regione", spiega Silva Marton, dottoressa in scienze politiche di origine magiara e docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bucarest. "I simboli sono scolpiti seguendo riferimenti vegetali, come l'Albero della Vita, che fa parte del folklore seclero, così come la Luna, il Sole e le stelle. Questi motivi sono specifici dell'arte decorativa ungherese e si ritrovano nelle mitologie di altri popoli ugro-finnici”. "Il portale ha quindi due funzioni: una concreta, quella di segno di benvenuto, e una spirituale, quella di rito di passaggio, ad esempio dalla vita alla morte", spiega la ricercatrice.              

Per lei, fare delle riprese in un luogo con una così forte identità culturale e spacciarlo per un'altra cultura non è necessariamente un favore che gli si rende. "Credo si imbrogli lo spettatore nello spacciare una mitologia, una storia particolare, per un’altra come se tutto fosse uguale. Perché non tutto è uguale. Nel continente europeo, questi portali sono unici. E gli abitanti di questi villaggi vi sono legati emotivamente”.

In Killing Eve, le scene in Europa centrale e orientale sono quasi tutte girate in Romania, mentre le altre location in Europa occidentale sono state girate principalmente in loco. Questo approccio rafforza una visione stereotipata ed esotica dei paesi dell'Europa centrale e orientale, visti come un'unica entità dove tutto è uguale, senza diversità culturale ed etnica.

"Queste rappresentazioni non trasmettono nessuna informazione, nessun colore locale. È come se dicessero ‘non importa dove sei, il mondo rurale della Transilvania e della Russia è lo stesso’. Più che stereotipi, c'è un'esotizzazione dell'Europa dell'Est, che viene ritenuta così sconosciuta e diversa da poter giocare sull'immaginario e sull'ignoranza degli spettatori", conclude Silvia Marton.

Eve e Villanelle ci portano certamente in tutta Europa, ma non illudiamoci: si tratta pur sempre di fiction.