Centri commerciali, ipermercati, supermercati. La Romania sta vivendo un vero e proprio boom del consumo, perlomeno nelle città più grandi. La Romania, 22 milioni di abitanti (e consumatori) è il terzo mercato dell'est Europa. Conteso dalle più grandi multinazionali del settore

16/11/2005 -  Mihaela Iordache

L'anno scorso nella capitale romena, Bucarest, c'erano cinque grandi centri commerciali. Ora ve ne sono più di dieci. Lo stesso boom si registra anche nel numero di supermercati . I maggiori centri commerciali di Bucarest, città che conta due milioni di abitanti, sono il Plaza Romania, il Bucarest Mall, il Jolie Vill e l'Unirea Shopping Center.

Per molti anni la concorrenza si è concentrata soprattutto sul mercato della capitale, ma nell'ultimo periodo i negozi di vendita al dettaglio occidentali stanno sperimentando con successo anche altre aperture in diverse città del paese, che dovrebbe entrare nell'Unione europea nel 2007.

La Romania, come d'altronde tutti i paesi ex comunisti, è stata invasa dal cosiddetto commercio moderno. In effetti, dopo la Polonia, la Romania - con i suoi 22 milioni di consumatori - costituisce il secondo più grande mercato dell'Europa Centrale e dell'Est. Nonostante lo stipendio medio lordo si aggiri intorno ai 734 Lei (244 euro), il paese è nel mirino delle grandi o piccole catene di distribuzione.

Le statistiche evidenziano come quasi l'80% del reddito percepito dal romeno medio venga impiegato nell'acquisto di beni di consumo. Compagnie come Metro Cash & Carry o Carrefour hanno sperimentato con successo le vendite in Romania. Il rapporto finanziario della Metro per il secondo trimestre dell'anno in corso, rilevava che le performance dei negozi in Romania e nell'Europa dell'Est sono andati in controtendenza rispetto ai risultati negativi registrati dalla stessa ditta nei paesi occidentali, specialmente in Germania.

Metro, la terza azienda di vendita al dettaglio del mondo ha registrato nell'ultimo periodo nell'Europa dell'Est una crescita delle vendite del 24,9% , in Romania è cresciuta del 7%. Mentre in Germania, ad esempio, le vendite sono scese del 6% rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso.

Secondo diversi studi, in Romania circa il 33% della popolazione delle città va a fare la spesa nei supermercati e ipermercati. "Le vendite in Romania hanno superato le aspettative degli azionisti. Continueremo l'espansione nel paese", dichiara Andreea Mihai, direttrice marketing di Carrefour Romania. Con quattro punti vendita in Romania, Carrefour ha registrato in sei mesi vendite per 186 milioni di euro.

Secondo il giornale francese "Le Figaro" i grandi negozi in Francia lottano tra loro abbassando i prezzi, per contrastare il ribasso del consumo. Mentre in Romania il consumo aumenta in modo proporzionale alla crescita economica. Il sucesso è dovuto in parte al fatto che nella capitale gli stipendi sono i più alti del paese, grazie anche agli impiegati del settore privato che vede una massiccia presenza di ditte straniere di ogni tipo. Ma è altrettanto vero che per incoraggiare le vendite i grandi negozi accettano crediti. Secondo lo slogan "compri quando vuoi, paghi quando puoi", l'acquisto diventa possibile per un maggior numero di consumatori.

Secondo uno studio compiuto dall'agenzia di consulenza "Pricewaterhouse Coopers (PWC), solo il 10% degli abitanti della capitale Bucarest compra dai negozi tradizionali. Mentre la maggior parte (57%) preferisce fare la spesa al supermarket o nei piccoli negozi. La situazione è simile a quella della Polonia, dove il 35% della popolazione (studio AcNielsen Romania) preferisce i supermercati e gli ipermercati. Mentre nella Repubblica Ceca i supermercati e gli ipermercati sono preferiti dal 70% della popolazione. Anche gli ungheresi frequentano i grandi centri commerciali (più del 50%). Nel rapporto della Price Waterhouse viene menzionato che il livello delle vendite al dettaglio annuali pro capite in Romania tocca i 630 dollari rispetto ai 2000 dollari pro capite in Ungheria, Repubblica Ceca o Polonia. I dati evidenziano però anche il potenziale del mercato romeno, la cui crescita economica per i prossimi anni viene stimata sul 4% - 5%.

L'aumento delle vendite degli ipermercati Carrefour e Metro a Bucarest si registra in un momento di accesa competizione. Quattro ipermercati (tre della Carrefour e uno della Cora), sette negozi Cash & Carry (quattro della Metro e tre della Selgros) e più di venti supermercati (MegaImage, Billa, xxl Mega Discount, ecc.), lottano per un mercato di circa 2 milioni di clienti. La grande distribuzione organizzata ha attirato più di mezzo miliardo di euro negli ultimi anni, così come più di 12.000 persone hanno trovato lavoro in questo campo.

Gli esperti stimano che sia soltanto l'inizio, giudicando in base ai piani d'affari delle ditte che si preparano a sbarcare sul mercato romeno. Stanno per arrivare i britannici della Tesco, gli americani di Wal-Mart. Mentre i francesi scommettono sugli ipermercati, i tedeschi competono negli hard discount.

Il 2005 è stato un anno sotto il segno dei discount. Solo questo autunno tre nomi grandi della vendita al dettaglio sono entrati sul mercato romeno: Penny Market, Plus Discount, Lidl & Schwarz, che puntano sui clienti con redditi medi e bassi. Mentre i grandi negozi fanno a gara per aprire nuovi sedi in Romania, i romeni fanno la fila per comprare.

Quando le settimane scorse Lidl aveva aperto il suo primo negozio a Bucarest, Kaufland, i consumatori hanno formato lunghe code all'entrata, e non solo alle casse. Ormai l'affollamento nei centri commerciali dalla capitale non meraviglia più nessuno. Anche se la gente continua a lamentarsi per il tempo perso cercando un carrello, riempirlo e poi per le file interminabili alle casse. Se c'è qualcosa che è cambiato in Romania e si può anche vedere e verificare sotto la luce del sole (o del neon nel caso dei centri commerciali) e proprio la grande presenza di clienti nelle decine di negozi alimentari. Che hanno cominciato a prestare attenzione anche ai prodotti romeni che inizialmente e per alcuni anni sono stati spazzati via dalla impossibilità di competere con i prodotti occidentali, proprio come gli introvabili cetrioli dell'est dopo la riunificazione tedesca nel film, "Good bye, Lenin".

Sembra quindi, giudicando dalla massa di romeni che si riversa nei centri commerciali (e non solo nei fine settimana) che in Romania si stia meglio. I carrelli della spesa sono pienissimi. Gli scaffali vuoti del regime comunista, quando tranne conserve non trovavi nulla, sono ora insufficienti per i prodotti imballati in carta multicolore. Gli spazi commerciale non bastano più. Negli ultimi mesi dell'anno scorso e nella prima metà del 2005, il prezzo degli gli spazi commerciali di qualità è aumentato del 25% - 40%, raggiungendo anche il valore di 90-100 euro al metro quadrato.

Seguendo il ritmo veloce dello sviluppo del consumo, si sta costruendo anche il piu grande parco acquisti dell'Europa dell'Est .Verrà aperto in primavera nel quartiere Baneasa di Bucarest. Nella zona commerciale saranno allestiti 180.000 mq di negozi. In Polonia invece, paese membro dell'UE, il nuovo governo conservatore polacco ha cominciato la crociata contro i ipermercati stranieri come Tesco, Carrefour, Auchan, accusandoli di essere inutili per la crescita economica del paese, nonché di distruggere il commercio di prossimità. Ma in Romania sembra che a questo aspetto non badi nessuno. Le aziende della grande distribuzione organizzata si sfidano ormai per la conquista delle altre città importanti del paese, dove, a dire la verità, gli abitanti lamentano ancora l'impossibilità di fare la spesa in un solo posto.

I grandi centri commerciali hanno cambiato la vita stessa della gente. Non solo per la varietà dei prodotti a disposizione, ma anche per il cambiamento delle abitudini che derivano dal fare la spesa in un grande centro di questo genere. Per molti è diventato un proprio e vero divertimento. Un passatempo. Il centro commerciale diventa il luogo dove portare la famiglia e passare il fine settimana, per esempio. Per questo motivo, nei grandi spazi commerciali cominciano a trovarsi ristoranti, bar, oppure sale cinematografiche. I romeni che riempiono i carrelli della spesa non rappresentano ancora la maggioranza nel paese . In molti non se lo possono permettere.

Usciti dai luccichii, dagli specchi e dalle luci dei centri commerciali si ritorna alle strade piene di buchi di Bucarest, alle facciate tristi dei palazzi in stile comunista. Grigio e pessimismo che si può leggere spesso sui volti della gente che aspetta il tram. Un tram sul quale, se arriva troppo pieno, non puoi salire. Ma c'e sempre la speranza che ne arrivi un altro.