Dal medico, negli uffici pubblici, a scuola. La pratica della corruzione è una piaga che in Romania permea tutti i livelli della società. Ma la volontà politica per combatterla sembra mancare
Vi sono tutti i sintomi di una malattia incurabile. La corruzione in Romania è endemica e soffocante, a tutti i livelli della vita sociale. Membro dell’Ue dal 2007, la Romania è da sempre monitorata attentamente in merito alla corruzione. "Non ha mantenuto il ritmo delle riforme e i progressi si sono fermati”, si sottolinea in un rapporto della Commissione europea pubblicato nel marzo scorso. Le promesse di pugno duro contro la corruzione, cavallo di battaglia del presidente Basescu, eletto alla fine dell'anno scorso per il suo secondo mandato, hanno avuto pochi riscontri nella pratica.
Nella classifica delle istituzioni più corrotte compaiono il settore giudiziario, la polizia, la sanità, le amministrazioni locali. La Romania ha in seno all'Ue un triste e consolidato primato in tema di corruzione tanto che quest'ultima è diventata quasi un brand del paese, mentre le autorità faticano ormai da anni a promuovere le potenzialità turistiche quali vero e proprio biglietto da visita del paese.
Una piaga che provoca effetti deleteri sull'economia, con le autorità di Bucarest pronte ad assumere misure sociali draconiane piuttosto che annunciare qualche condanna per corruzione. Il responsabile della Direzione nazionale anticorruzione (DNA), Daniel Morar, afferma che sono i semplici cittadini quelli più colpiti dalla corruzione, ogni giorno davanti agli sportelli della pubblica amministrazione, ma non dimentica di sottolineare che la corruzione ad alto livello può essere ancora peggio ed arrivare a distorcere gli stessi obiettivi del governo.
Il bilancio della DNA, degli ultimi 5 anni, non è irrilevante. La Direzione ha contribuito a mandare a giudizio l’ex premier Adrian Nastase, ministri, poliziotti, sindaci o giudici nonché oltre 200 funzionari di alto livello. Di recente inoltre, per la prima volta in Romania, i senatori hanno votato affinché un loro collega, il senatore del partito social-democratico Catalin Voicu, potesse essere arrestato. Voicu è accusato di essere intervenuto presso magistrati e poliziotti a favore di alcuni uomini d’affari in cambio di 289.000 di euro.
Ormai non si parla più solo di corruzione ma si inizia ad utilizzare il temine ”mafia”. A farne uso è stata anche l’ex ministro della Giustizia, Monica Macovei, attuale europarlamentare democratico-liberale. Per la Macovei il caso Voicu è un tipico caso di mafia, in cui politici, uomini d’affari, giudici e poliziotti costituiscono una rete di protezione per gli imputati.
La Macovei - che si è augurata che presto le indagini avviate si tramutino anche in condanne – ha recentemente espresso tutte le sue perplessità sull’andamento delle inchieste sugli ex ministri Decebal Traian Remes e George Copos e sull’ex primo ministro Nastase. Inchieste che si trascinano ormai da anni. La conclusione dell'ex ministro è senza appello: in Romania "tutti rubano”. "La corruzione, soprattutto ad alto livello, rappresenta un fatto molto grave, distrugge la società, mina lo stato di diritto” spiega l’europarlamentare romeno che si vede costretta ad accusare il suo stesso partito, il Partito social-democratico. Nel frattempo però la Romania rimane un paese corrotto senza corrotti.
Ogni 100 gare d’appalto, 15 vengono contestate, scrive il giornale economico “Capital”. E la cifra che si veicola come tangente si stima essere intorno al 20% del valore del contratto aggiunge il quotidiano cattolico francese “La Croix”, citando, sotto condizione di anonimato, un investitore francese in Romania.
Secondo Transparency International la Romania ha quasi fermato le riforme nel campo dell'anti-corruzione per mancanza di una strategia nazionale. I bandi d'appalto pubblici e l'utilizzo di risorse pubbliche sono stati fortemente colpiti dalla corruzione nell’ultimo periodo, aggiungono i rappresentanti di Transparency International. Tutto in un contesto – chiosa Transparency International – in cui il paese si sta confrontando con una crisi economica profonda, è stato costretto a chiedere prestiti internazionali e affronta una continua diminuzione della sua competitività.
Dal canto suo il presidente Basescu accusa i leader sindacali dei dipendenti pubblici di difendere senza riserve i funzionari pubblici e di rifiutarsi di assumersi responsabilità per la corruzione nel settore pubblico. ”Non sono i ministri a fermare i progetti sino a quando incassano la tangente”, afferma Basescu. La colpa sarebbe dei funzionari pubblici. Ma il presidente dimentica spesso che molti attuali o ex ministri sono stati indagati per corruzione.
Del livello di corruzione in Romania non si preoccupa solo l'Unione europea. Il Dipartimento di stato americano in un suo rapporto del 2009 sui diritti dell’uomo sottolinea che in Romania la corruzione resta ad alto livello e che il sistema giudiziario è succube di influenze politiche.
La corruzione non è una pratica recente in Romania. Era molto diffusa anche durante il regime comunista, caratterizzata spesso dal furto sul posto del lavoro di prodotti poi scambiati sul mercato nero con prodotti introvabili: ad esempio latte in cambio di sapone. Il capo della Direzione nazionale anticorruzione Daniel Morar sottolinea però come non basti l'operato della magistratura: ”La lotta alla corruzione non si deve limitare ad indagare e condannare ma c’è bisogno di una campagna che influisca sulla mentalità della gente”. Perché, afferma Morar "quando la gente sarà meno disposta a ricevere o offrire mazzette, la percentuale degli atti di corruzione diminuirà”.
Nel frattempo da uno studio dell'agenzia di sondaggi IMAS emerge come il 70% dei romeni sia solito offrire denaro ai propri medici di famiglia o alle infermiere. In molti ospedali la situazione è talmente disastrosa che non solo i pazienti devono portare tutto da casa - incluso medicine e siringhe – ma le mazzette vanno comunque date. E questa pratica si ripete dappertutto - per un posto al nido, ad una scuola magari considerata migliore delle altre, anche per fare semplici documenti, certificati, ecc. Ma i romeni ormai non danno mazzette solo quando sono costretti. Alcuni, perfettamente integrati nel sistema, preferiscono dare mazzette pur di risolvere in fretta i loro problemi . Quest’ultima categoria è quasi "contenta” che ci sia la possibilità di corrompere e di avere poi esattamente tutto quello che serve loro, incluso magari un sorriso da parte di un funzionario pubblico.
Ormai la corruzione ha cambiato anche il modo di scegliere i mestieri in Romania, notano i giornali di Bucarest. Si sceglierebbe ormai anche in base ai benefici che derivano dalla corruzione. Sono però molti, in particolare tra i giovani, quelli che non vedendo più nessuna prospettiva di cambiamento in Romania sognano di emigrare in un altro paese, dove poter fare onestamente il proprio lavoro e ottenere i servizi della pubblica amministrazione al loro prezzo, senza dover essere costretti a pagare mazzette.