Nel contesto del conflitto in Ucraina la Romania si compatta a sostegno della Moldavia. E chiede all’UE che vi dispieghi una missione di monitoraggio
La prima visita all’estero intrapresa dal nuovo primo ministro della Moldavia, Dorin Recean - il primo marzo scorso, festa tradizionale di “Martisor” festeggiata nei due paesi - è stata nella capitale romena Bucarest.
Era “naturale” fosse così - ha dichiarato Recean - durante l’incontro con il premier romeno Nicolae Ionel Ciucă. Dal canto suo quest’ultimo ha annunciato che la Romania promuoverà a livello UE la costituzione di una missione civile in Moldavia per rafforzare la sicurezza del paese, di fronte alla "assertività" della Russia e ai tentativi di quest’ultima di destabilizzarla.
La decisione di inviare una missione civile in Moldavia per rafforzare le capacità del paese nel campo della sicurezza nazionale è in fase di discussione tra gli stati membri UE. L'informazione è stata fornita a Radio Free Europe dal portavoce del Servizio UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza (SEAE), Paloma Hall Caballero.
Informazione ribadita anche da parte moldava. Lo scorso 6 marzo Igor Grosu, presidente del parlamento moldavo e a capo del partito di governo PAS ha annunciato che le autorità moldave stanno discutendo la possibilità di ospitare una missione civile UE a Chișinău dichiarando inoltre - in un'intervista per la Radio Moldova - che le autorità moldave hanno richiesto all'UE anche sistemi di difesa antiaerea, attraverso il programma European Peace Facility. "Le autorità europee hanno espresso la loro disponibilità", ha sottolineato Grosu pur aggiungendo che "la decisione è ancora in fase di analisi".
Grosu ha precisato poi che l’eventuale missione civile UE verrebbe "inviata nella Repubblica di Moldavia per combattere il contrabbando al confine con l'Ucraina". Le autorità moldave ed europee ritengono infatti che l'eventuale contrabbando di armi rappresenti una grave minaccia per la sicurezza regionale.
Intanto la compagnia aerea ungherese Wizz air ha annunciato il 27 febbraio scorso che avrebbe sospeso temporaneamente i voli su Chișinău a causa di problemi di sicurezza dello spazio aereo. L'annuncio è avvenuto sullo sfondo delle dichiarazioni dei presidenti Volodimir Zelensky e Maia Sandu su un piano russo per destabilizzare la Repubblica di Moldavia, seguite dalle affermazioni di Mosca e Tiraspol, smentite da Chișinău e Kyiv, sull'intenzione dell'Ucraina di intervenire contro la regione separatista della Transnistria.
Delle minacce russe all’indirizzo della Moldavia hanno parlato a Bucarest alla fine del mese scorso anche il presidente romeno Klaus Iohannis e la presidente moldava Maia Sandu. “Le minacce esterne all'ordine costituzionale democratico della Repubblica di Moldova, sulle quali lei ha pubblicamente richiamato l'attenzione, sono particolarmente preoccupanti. Ribadisco la ferma condanna della Romania per qualsiasi tentativo di destabilizzazione da parte della Russia. Allo stesso tempo, la Romania resta particolarmente vigile nei confronti delle azioni ibride della Russia, che si stanno intensificando alla fine di un anno di guerra", ha affermato il capo di stato romeno.
"I tentativi di destabilizzazione sono sostenuti dall'intensificazione della propaganda filo-russa, con l'obiettivo di alimentare narrazioni utili alla Russia e diminuire la nostra unità e solidarietà. Ma non ci arrenderemo! Vi assicuro che la Moldavia non è sola ad affrontare queste sfide. Questa è la nostra posizione, chiara e ferma", ha aggiunto il presidente della Romania.
”Abbiamo chiesto e continueremo a sostenere la necessità, da parte dell’Unione europea, di sanzionare coloro che vogliono destabilizzare la Repubblica di Moldova e minare il suo ordine costituzionale e lo stato di diritto. La Romania continuerà a sostenere fermamente il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale della Repubblica di Moldova, all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale", ha proseguito Iohannis.
In una recente intervista per la tv pubblica Moldova 1 il ministro degli Esteri moldavo Nicu Popescu ha chiarito che la Moldavia non è attualmente a rischio di un attacco militare ma che i principali problemi di sicurezza che deve affrontare il paese riguardano le minacce ibride: attacchi cibernetici, allarmi bomba, manifestanti prezzolati. “Sono dinamiche comuni per le autorità della Federazione Russa e gli oligarchi che hanno rapinato la nostra popolazione”, ha dichiarato.
La neutralità
Lo stato di neutralità della Repubblica di Moldova è uno strumento di politica estera che a breve potrebbe non funzionare più, pertanto il paese deve rafforzare la sua capacità di difesa. Ad affrontare l’argomento è stato di recente il primo ministro moldavo Dorin Recean.
L'assunzione dello status di neutralità permanente attraverso una clausola costituzionale è stata una conseguenza della guerra del Nistru, persa dalla Moldavia nel 1992 e che ha portato all’indipendenza de facto della Transnistria. Si sperava che attraverso tale disposizione costituzionale le conseguenze della guerra potessero essere superate più facilmente, per garantire un equilibrio politico interno e mantenere un'equa distanza tra i principali attori geopolitici della regione.
La Transnistria è una stretta striscia di terra tra l'Ucraina e il resto della Repubblica di Moldova. Ospita circa mezzo milione di persone, la maggior parte delle quali sono di lingua russa. La Transnistria ha dichiarato l'indipendenza dall'ex repubblica sovietica della Moldavia a seguito di una guerra di due anni (1990-1992) scoppiata con il crollo dell'Unione Sovietica. I russi sono intervenuti a sostegno della Transnistria e 1500 soldati russi sono ancora lì.
Vi sono analisti militari che avvertono che la Russia intenderebbe utilizzare la Transnistria per supporto logistico e sfruttare la sua posizione strategica per stabilire un corridoio terrestre lungo il Mar Nero, per catturare la città portuale ucraina di Odessa.
La popolazione e la lingua
La Moldavia ha una popolazione di circa 2,6 milioni di abitanti. Tra questi la maggioranza (70%) sono moldavi, mentre tra le minoranze etniche si contano soprattutto ucraini e russi.
Si stima inoltre che un quarto dei cittadini moldavi abbia ricevuto, negli ultimi 20 anni, la cittadinanza romena (642.149 secondo le autorità di Bucarest).
Nei giorni scorsi il Parlamento di Chișinău ha approvato - in prima lettura - un’iniziativa legislativa per adottare come lingua ufficiale del paese il romeno, cambiando l'espressione "lingua moldava" in "lingua romena", con 56 voti favorevoli appartenenti ai parlamentari del partito “Azione e Solidarietà" (lo stesso della presidente moldava Maia Sandu). Proteste veementi sono arrivate però da parte dell’opposizione filo russa dei deputati socialisti e comunisti. Critiche anche da Mosca mentre da Bucarest i politici hanno salutato la votazione del Parlamento di Chișinău perché “Il ritorno della lingua romena allo status di lingua ufficiale nella Repubblica di Moldavia è una normalità storica e deve avvenire il prima possibile”, ha affermato Marcel Ciolacu, presidente della Camera dei Deputati di Bucarest.