Col 23% dei voti, al primo turno delle presidenziali romene si impone a sorpresa l'indipendente Călin Georgescu di destra, noto per le sue posizioni filo-russe e anti-NATO. Al secondo turno se la vedrà con la conservatrice Elena Lasconi
Grande sorpresa in Romania al primo turno delle elezioni presidenziali. Un candidato quasi sconosciuto sulla scena politica romena è riuscito infatti a raccogliere il maggior numero di voti dei romeni. Călin Georgescu (62 anni), ultranazionalista, pro russo e ammiratore di Vladimir Putin, ha ottenuto da indipendente il 23% de voti, mentre i sondaggi della vigilia gli attribuivano tra il 4 e il 6% delle preferenze dell’elettorato.
Al primo turno delle elezioni presidenziali hanno votato più di nove milioni di romeni, circa la metà degli aventi diritto di voto. Quattordici i candidati iscritti alla corsa per la carica di presidente: quello di domenica 24 novembre è stato uno dei primi turni, nella storia delle presidenziali in Romania, in cui i risultati sono arrivati molto velocemente.
A nulla sono servite le strategie elettorali dei grandi partiti e i milioni di euro spesi in campagna elettorale. Nessun sondaggio aveva previsto che l’indipendente Georgescu, ingegnere agronomo, sarebbe riuscito ad arrivare al ballottaggio dell'8 dicembre.
Invece Georgescu, un sovranista che guarda alla Russia ed è contro il supporto all’Ucraina, occupa il primo posto nelle preferenze dell’elettorato al primo turno.
“Choc alle presidenziali” oppure “Chi è Călin Georgescu?”, sono stati i primi commenti domenica sera, man mano che lo spoglio dei voti procedeva. La conclusione di alcuni è stata che il candidato a sorpresa “arriva dal nulla”.
Più che dal nulla, invece, arriva dai social media, considerata la sua massiccia presenza su TikTok. Călin Georgescu si è laureato presso l'Istituto Agronomico "Nicolae Bălcescu" e ha conseguito un dottorato in pedologia [la scienza che studia la composizione del suolo n.d.r.].
La sua carriera si è concentrata sulle questioni ambientali e sullo sviluppo sostenibile. È stato coinvolto nel coordinamento di alcuni progetti del governo romeno, tra cui la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, e ha ricoperto numerosi incarichi internazionali (per 15 anni) compresi ruoli all'interno delle Nazioni Unite e del Club di Roma.
Il suo programma politico prevede, tra le altre cose, la riduzione della dipendenza dalle importazioni, il sostegno agli agricoltori, l'aumento della produzione interna di cibo ed energia, ma anche agevolazioni fiscali per i produttori romeni. Promuove uno stile di vita attivo, pratica judo, nuota nelle acque ghiacciate e pratica diverse attività sportive.
Georgescu è stato legato alla destra dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR) che lo ha presentato come proprio candidato a primo ministro. Ha però lasciato l'AUR nel 2022 dopo che alcuni membri del movimento hanno affermato che la sua posizione, filo-russa e anti-NATO, danneggiava l'immagine del partito.
Secondo Georgescu l'adesione della Romania alla NATO non offre le garanzie di sicurezza di cui il paese ha bisogno. Si è distinto in passato per dichiarazioni che hanno minimizzato la pandemia da coronavirus. Nel 2022 contro di lui è stato aperto un procedimento penale per aver “promosso il culto delle persone colpevoli di genocidio”, in seguito a commenti positivi sul dittatore romeno filo-nazista Ion Antonescu.
I suoi discorsi hanno quasi sempre connotazioni mistico religiose. Domenica sera ha proposto l’esempio del giovane ricco nella Chiesa ortodossa: “Non importa quanto sei ricco, sei vano se non hai Dio. Oggi il popolo romeno è passato per la cruna dell'ago e il sistema oligarchico no. In altre parole, i ricchi del sistema, oggi, in Romania, sono diventati più poveri, e i poveri romeni sono diventati più ricchi".
Georgescu ha affermato che quanto accaduto nel primo turno delle elezioni presidenziali è "un sorprendente risveglio della coscienza per ciò che è accaduto nella storia di questa nazione", e ha invitato alla responsabilità.
"Abbiamo il dovere di ricostruire la Romania e questa è la cosa più importante. Il popolo romeno ha capito che la famiglia è la spina dorsale della società. E qualunque cosa accada, amiamo la nostra piccola famiglia e io amo la grande famiglia, il che significa la mia gente, il Paese.”
Dopo lo spoglio del 99,95% dei voti , Călin Georgescu ha ottenuto 22,94% delle preferenze, mentre al secondo posto si è posizionata Elena Lasconi, giornalista e sindaca, leader del partito liberale Usr, che ottiene intorno al 19,17%. Lasconi si concentra sulla riduzione della corruzione, sulla riduzione della povertà (attraverso la diminuzione delle tasse), sul lavoro e sulla riforma del sistema giudiziario.
Grande sconfitto è Marcel Ciolacu,(15%) candidato del Partito Social Democratico (PSD) e primo ministro della Romania, che per una manciata di voti probabilmente resterà escluso dal ballottaggio dell’8 dicembre.
Il giornalista Cristian Tudor Popescu ha scritto domenica sera sulla sua pagina Facebook, commentando i risultati attribuiti al candidato indipendente ultranazionalista Călin Georgescu, che accederà da primo al secondo turno delle elezioni presidenziali, che "è iniziata l'invasione della Romania da parte della Russia".
Dopo il sorprendente risultato, la scena politica romena cercherà di far fronte comune e molti dei candidati sconfitti al primo turno inviteranno probabilmente a votare Lasconi.
Ma neanche i sostenitori di Georgescu resteranno con le mani in mano: il leader dell'AUR George Simion (pro Trump e Meloni) si è detto felice perché “circa il 40% dei voti dei romeni è andato verso l'opzione sovranista”, aggiungendo che "al secondo turno andrà a votare, ma non per Marcel Ciolacu".
Intanto l’estrema destra può considerarsi la vincitrice del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. È un segnale forte anche in vista delle elezioni politiche del primo dicembre. Elezioni che a sua volta saranno un segnale per il ballottaggio del 8 dicembre per l’elezione del capo dello stato.