In Romania il Partito Nazionale Liberale governa da un anno pur non avendo la maggioranza parlamentare, motivo per cui ha spinto per le elezioni che si terranno il prossimo 6 dicembre. Nonostante il paese sia fortemente colpito dalla seconda ondata di Covid-19. Un'intervista a Florin Poenaru, professore di sociologia e antropologia all'Università di Bucarest
(Pubblicato originariamente su Le Courrier des Balkans il 25 novembre 2020)
Il prossimo 6 dicembre si terranno elezioni legislative. Possiamo aspettarci qualcosa di sorprendente? O i dadi sono già stati lanciati? Il PNL ha già vinto?
Non vi è niente di entusiasmante in queste elezioni, al contrario. Innanzitutto a causa della pandemia: il presidente Iohannis (PNL) e il governo controllato dal PNL hanno insistito affinché il voto si svolgesse in ogni caso, anche se mette in pericolo la salute della popolazione, mentre il numero di nuovi casi e morti continuano ad aumentare ogni giorno e gli ospedali sono pieni. Era il momento peggiore per indire un'elezione e penso che sarà segnato da un forte assenteismo. Politicamente, non credo che il PNL abbia già vinto, potrebbero esserci sorprese. Non sto dicendo che i liberali perderanno necessariamente, ma penso che il loro storico rivale, il Partito socialdemocratico (PSD), non sarà molto lontano...
Il PNL è al potere ormai da un anno. Che bilancio possiamo fare del suo governo? L'esperienza governativa giocherà a favore o contro il 6 dicembre?
Penso che influirà negativamente. Il PNL è stato al potere durante tutta la pandemia e le sue risposte alla crisi sono state piuttosto scarse, a volte molto confuse. Le decisioni prese incoerenti, spiegate male e molte non avevano senso. A marzo, ad esempio, il lockdown è stato drastico e in gran parte ingiustificato vista la situazione. L'estate è stata poi completamente libera, senza alcun controllo. Siamo passati da un estremo all'altro.
Oggi, di fronte all'esplosione della pandemia, il governo sta mettendo in atto misure bizzarre come lasciare i negozi aperti fino alle 21 e chiudere completamente i mercati, mentre i supermercati rimangono accessibili... difficile trovare una logica in questo, e il governo rischia di pagarne il prezzo politicamente. È risultato già evidente alle amministrative dove la vittoria del PNL è stata nettamente inferiore alle previsioni e dove diversi sindaci del PNL hanno perso, come a Timişoara e Braşov. È possibile che questa situazione si ripeta il 6 dicembre.
Durante le elezioni locali, il PNL aveva stretto un'alleanza con l'USR-PLUS (centro-destra). Questa alleanza si rinnoverà durante le elezioni legislative?
Non prima delle elezioni. Tutto dipenderà dai risultati delle singole formazioni, in particolare da quelli dell'USR-PLUS. Ho sentito voci che il PNL stia cercando di orientarsi piuttosto verso il Partito del Movimento Popolare (PMP, la formazione dell'ex presidente Traian Băsescu, a destra). È comunque ovvio che per formare una coalizione di governo il PNL dovrà stringere alleanze. Per PNL, il PMP è più prevedibile dell'USR-PLUS, dove Dacian Cioloș ha messo gli occhi sul posto di primo ministro. Fondamentalmente, PNL e USR-PLUS stanno combattendo per lo stesso elettorato e, anche se fanno un'alleanza, non durerà a lungo, a causa di questa rivalità.
Per l'USR-PLUS, quali sarebbero i rischi e i vantaggi della collaborazione con il PNL?
Permetterebbe loro di inserire propri esponenti al governo, accedendo al potere, che hanno voluto per anni. Ma devono però il loro successo alla loro posizione "anti" - anti-PSD, anti-establishment, ecc. Se fanno parte del governo, tutta la loro argomentazione, basata sul fatto che sono nuovi alla politica, diversi da tutti gli altri politici, sarà difficile da sostenere. Per loro è una situazione complicata. Ma ancora una volta, l'equilibrio del potere sarà determinato dai risultati ottenuti da ciascuno.
Lei afferma che un'eventuale coalizione tra le due formazioni non potrebbe durare a lungo. Quale potrebbe essere il principale punto critico? L'ossessione anti-corruzione dell'USR-PLUS potrebbe essere un problema per il PNL?
È possibile, ma credo che i problemi emergeranno soprattutto per la distribuzione dei posti all'interno del prossimo governo. Non litigheranno per l'ideologia, sarà piuttosto una questione di chi controlla cosa. Se l'USR-PLUS entra nel governo, vorrà portafogli strategici, non solo il ministero della Cultura e altre poltrone ritenute "minori"... L'USR-PLUS sta attraversando una crisi d'identità e ideologica. Continua a spingere sul tema della lotta alla corruzione, chiedendo un referendum "contro i delinquenti nel servizio pubblico"... È su questo tema che l'USR è fiorito alcuni anni fa. Ma i tempi sono cambiati, così come l'umore delle persone. Oggi quel discorso suona un po' come un disco rotto, sembra che manchi di immaginazione. All'interno dell'alleanza inoltre le cose non sono chiare. C'è attrito all'interno dell'USR e tra l'USR e PLUS... Faranno fatica a condurre una campagna restando uniti nel parlare con una sola voce fino al 6 dicembre.
Il PSD è in una fase discendente dalle elezioni europee del 2019. Ha perso il governo, poi diverse grandi città alle elezioni municipali di settembre. Continueranno i colpi duri? Cosa ne pensate della sua campagna elettorale?
È difficile da capire. Il PSD sta attraversando una fase di trasformazioni interne, si separa da alcuni baroni, il che suggerisce che il partito stia cercando di prendere le distanze da questa immagine di partito corrotto. Cerca di portare volti nuovi, meno controversi, sta provando ad avviare una fase di rinnovamento. Resta da vedere se questo darà i suoi frutti già in queste elezioni. È certo che i socialdemocratici negli ultimi due anni hanno subito un duro colpo e che il partito è ora molto ridotto rispetto a quattro anni fa, a poco prima delle ultime elezioni legislative che ha poi vinto non raggiungendo di poco la maggioranza assoluta. Le recenti elezioni amministrative non sono state però disastrose, come hanno commentato alcuni analisti. È un partito che ha perso potere ma rimane ancora uno dei principali attori della scena politica rumena.
La seconda ondata dell'epidemia di Covid-19 sta colpendo molto duramente la Romania. Ritiene che tutto questo avrà un ruolo alle elezioni?
Sì, la pandemia giocherà un ruolo importante. Innanzitutto sull'astensionismo: alcuni elettori avranno paura di andare ai seggi. Sempre più persone stanno scoprendo la tragica realtà sanitaria della pandemia, che se ne muore davvero, sempre più persone hanno parenti che si ammalano... Questo era un fattore assente a settembre alle elezioni amministrative. L'altro aspetto è economico: chi saprà rispondere alla terribile crisi economica che si profila nel 2021? Storicamente, i liberali hanno risolto tutto con l'austerità, e anche oggi alcuni punti della loro piattaforma e dei loro annunci puntano in quella direzione. Questo giocherà un ruolo importante. I partiti devono convincere gli elettori di essere quelli nella posizione migliore per gestire l'imminente crisi economica.