Dopo anni di confronti che non hanno portato ad alcuna soluzione, in Romania da poco è stata approvata una legge che consente l'abbattimento dei cani randagi. Un problema annoso, al quale non è mai stato posta la dovuta attenzione e rischia adesso di degenerare in crimine
Dopo vent'anni di dibattiti, il Parlamento di Bucarest sembra aver trovato una soluzione nei confronti dei cani randagi, che in Romania hanno superato la soglia dei due milioni: in poche parole, ucciderli. Con una legge da poco approvata dalla Camera dei deputati, le autorità centrali trasferiscono le responsabilità a quelle locali, mediante una legge che consente ai singoli comuni di risolvere il problema dei cani randagi, permettendo il loro abbattimento.
La legge prevede l'abbattimento dei cani randagi
Il testo, approvato dal Parlamento romeno, prevede di rimuovere dalla strada tutti i cani. Poi, se entro trenta giorni non verranno adottati e se i comuni non troveranno i fondi per trattenerli nei canili, potranno essere abbattuti. La legge lo consente, precisando che ai sindaci basterà soltanto disporre del benestare dei propri cittadini tramite un referendum locale.
Non è chiaro cosa succederà nel caso in cui un quartiere voterà per l’abbattimento e un altro contro di esso. Per salvarli, o per condannarli, forse i cittadini dovranno trasferire i cani da un quartiere a un altro. Fatto sta che è da anni che le autorità non riescono a trovare soluzioni, se non l’eliminazione fisica dei cani.
Un'eredità del passato comunista
Il problema si trascina dal periodo di Ceausescu. A causa delle demolizioni di massa e delle costruzioni dei palazzi popolari durante il regime comunista vennero infatti abbandonati migliaia di cani e questi ultimi costituiscono ormai una presenza costante sia nei centri delle principali città sia in periferia. Sono affamati e spesso aggressivi. Ogni anno 10.000 persone vengono morse dai cani randagi. In passato, quattro di queste sono decedute. Solo nei primi due mesi di quest’anno, 1500 persone sono state morse dai cani e sottoposte a vaccinazione antirabbica.
La legge è stata incoraggiata dal presidente Traian Băsescu e dal Partito democratico liberale al governo. Per il ministro dell’Interno, Traian Igas, il voto del Parlamento va accolto con favore: “In qualità di ministro dell’Amministrazione e degli Interni ho la responsabilità di occuparmi attivamente dell’aumento della sicurezza dei cittadini, e non posso rimanere indifferente quando un cittadino afferma che si sente minacciato negli spazi pubblici”.
Anche il prefetto della capitale, Mihai Atanasoaei, considera l’approvazione della legge una vittoria dopo un anno e mezzo di lotta parlamentare: “La ragione ha vinto sull’ipocrisia, i bambini si sentiranno più sicuri, e anche i turisti non si sentiranno più minacciati da branchi di cani”, ha affermato il prefetto. Non è della stessa opinione il sindaco di Bucarest, Sorin Oprescu: “Ho anch’io tre cani a casa. I cani devono essere portati nei canili”.
Associazioni in difesa degli animali
A sostegno dei cani sono scesi in strada artisti e rappresentanti delle Ong. Considerano che non è questo il modo per risolvere il problema. Il noto virtuoso del flauto di Pan, Gheorghe Zamfir, racconta che in casa ha ventotto cani per i quali non è un padrone, bensì un padre.
Anche l’europarlamentare Vadim Tudor, presidente del partito nazionalista Romania Grande, critica la decisione del Parlamento di Bucarest, affermando che la legge per i cani randagi altro non è che “un crimine autorizzato”. D’altra parte, non sono mancate nemmeno nell’aula della Camera dei deputati le rimostranze dei rappresentanti dell’opposizione all’indirizzo dei loro colleghi al governo, al grido di “Assassini, Assassini”.
Le Ong lottano per trovare una sistemazione ai cani randagi, ma i risultati sono scarsi, così come d'altronde scarsi sono i fondi a disposizione. Ad ogni modo, le Ong sottolineano che la sterilizzazione dei cani andrebbe a costare di meno rispetto al loro abbattimento.
Senza soluzioni
E' da anni che in Romania si dibatte la questione. Alcuni pensano di poter convincere i cittadini a versare una somma mensile per i canili; la Romania è il Paese più povero dell’Unione europea, ma allo stesso tempo ha 16.528 milionari (47° posto al mondo secondo un rapporto della Banca Credit Suisse). Questi ultimi però, non si fanno sentire.
Davanti a casi raccapriccianti dove i cani, per combattere la fame, si mangiano fra di loro, e dove la gente, alla stregua del Far West, spara a loro dalla macchina, le autorità non sono in grado di offrire soluzioni. Alcuni sindaci sono favorevoli all’abbattimento, incoraggiando anche i cittadini in tal senso. Altri provano disperatamente a cercare soluzioni alternative. In Germania, per esempio, tre ONG si sono dette pronte ad importare decine di cani randagi, per poi darli in affido.
La Romania ha già dimostrato in questi anni la sua incapacità nella tutela dei bambini abbandonati e dei suoi milioni di cittadini costretti ad emigrare in cerca di una vita migliore. Adesso è il turno dei cani che, se potessero, chiederebbero sicuramente asilo.