Bucarest (flickr/steve_lynx)

In Romania la recente conferma di una nuova condanna per corruzione per l'ex premier Adrian Nastase porta ad un nuovo conflitto tra il presidente Traian Basescu e l'esecutivo di Victor Ponta. Giustizia e assestamenti in vista di europee e presidenziali in questo approfondimento

14/01/2014 -  Mihaela Iordache

La Romania è uno tra i paesi d'Europa con il più alto indice di corruzione . E' anche un paese dove si è soliti contestare gli atti giudiziari e criticare la giustizia accusandola di imparzialità. A farlo è in primis lo stesso governo.

Nei giorni scorsi scorsi ad attaccare duramente la magistratura è stato il 41enne premier social-democratico Victor Ponta, a seguito della condanna definitiva a quattro anni di carcere per corruzione dell’ex primo ministro (2000-2004) della Romania, Adrian Nastase.

Per il primo ministro si tratterebbe infatti di una condanna politica e Nastase sarebbe una vittima del presidente Traian Basescu. Non ha dubbi in merito il premier Ponta che ha tenuto a sottolineare di aver ribadito più volte questa sua opinione.

Si tratta dell'ennesima puntata di una lotta senza fine tra Ponta e Basescu. In quest'occasione il premier non ha esitato a paragonare il caso di Nastase con quello della ex premier ucraina Iulia Timoshenko, paragone etichettato come inappropriato da parte di molti analisti.

Il caso

Per quanto riguarda Adrian Nastase (63 anni) si tratta della seconda condanna definitiva per casi di corruzione. Nel giugno del 2012 era già stato incarcerato per avere raccolto illegalmente denaro per la sua campagna elettorale del 2004, quando si era candidato senza successo alle presidenziali tra le fila del Partito socialdemocratico (PSD). In quel caso aveva vinto proprio Basescu.

All'epoca venne condannato a due anni di reclusione e venne poi scarcerato nel marzo del 2013 per l'età avanzata e per buona condotta (in carcere aveva tra l'altro partecipato ad attività formative insegnando ad altri detenuti).

Il 6 gennaio del 2013 l’Alta Corte di cassazione e giustizia romena ha però deciso che Nastase dovrà tornare in carcere per scontare un'altra condanna, questa volta a 4 anni, anche se la pena potrebbe ridursi ad otto mesi effettivi.

Adrian Nastase è stato accusato nel periodo 2002-2004, mentre era primo ministro, di aver ricevuto direttamente o tramite la moglie Dana Nastase beni non dovuti per un valore complessivo di 630.000 euro. Si tratta di beni importati dalla Cina e spese per lavori eseguiti su suoi immobili di Bucarest e nella villa di vacanza di Cornu. “Una decisione estremamente ingiusta, una sporca vendetta”, ha dichiarato Nastase, assalito dai giornalisti, mentre si dirigeva verso il penitenziario di Rahova. Inoltre, per complicità, è stata condannata a tre anni di reclusione anche la moglie, pena poi sospesa e alla famiglia Nastase verrà confiscata la somma di 400.000 euro.

Basescu non c'entra

Mentre il premier Ponta punta il dito verso il capo dello stato, accusandolo di interferenze nella giustizia, il presidente onorario del partito Socialdemocratico nonché ex presidente della Romania, Ion Iliescu, non crede che Basescu sia coinvolto nella condanna di Nastase, che però anche Iliescu considera “un incubo”, convinto che Nastase sia diventato ingiustamente il simbolo della corruzione in Romania. L'ex presidente ha dichiarato queste sue convinzioni a Radio France International, sezione rumena.

Dal canto suo il primo ministro, oltre a Basescu accusa anche i liberali dell'Unione Social-Liberale (USL), proprio partner di governo, accusandoli di avere “un'altra cultura organizzativa rispetto ai socialdemocratici” e rinfacciando loro la mancata difesa di Nastase e anche di un membro del loro stesso partito, l'ex ministro Relu Fenechiu, indagato per corruzione. Fenechiu, ex ministro liberale dei trasporti, in attesa di sentenza definitiva, è stato in primo grado condannato a cinque anni di reclusione per concorso in abuso d’ufficio.

L'opposizione

Le dichiarazioni di Victor Ponta che parla di condanne politiche hanno destato perplessità sulla scena politica sopratutto da parte dell’opposizione.

L’europarlamentare del Partito Democratico Liberale (PDL), Monica Macovei, considera la condanna a 4 anni di carcere dell’ex primo ministro “una lezione per tutti i politici corrotti e che rubano”. Secondo la Macovei, ex guardasigilli, le dichiarazioni del primo ministro sulla condanna di Nastase rappresentano "una minaccia e un insulto all'indirizzo dei magistrati”. "Si afferma che giudici e procuratori non avevano prove concrete e non sarebbero stati né professionali né indipendenti. Il che non è vero” ha spiegato la Macovei alla stampa romena, aggiungendo che l'indagine giudiziaria è pubblica ormai da molti anni.

Inoltre, non più di una anno fa, la stessa Commissione europea in un suo rapporto sulla giustizia chiedeva ai politici romeni di astenersi dal criticare le decisioni prese dalla magistratura.

Anno di elezioni

Nel 2014 si svolgeranno in Romania sia le elezioni europee che quelle presidenziali. Un anno di forte tensione politica quindi e si nota già come la stampa romena, ed in particolare le televisioni, sono già chiaramente divise tra chi sostiene il governo e chi il presidente uscente Basescu. O meglio: tra chi è contro l'uno o l'altro, in una visione del mondo molto manichea.

Le tv che "tifano” per il premier si chiedono come mai vi siano poche condanne di politici del Partito Democratico Liberale, rimasto a lungo al potere, e legato al presidente Basescu e come mai molti dei suoi esponenti non siano indagati a dispetto delle supposte numerose prove di corruzione esistenti nei loro confronti. Quelle vicine a Basescu danno invece grande evidenza ai processi in corso che vedono indagate persone vicine all'attuale compagine governativa.

Nel frattempo i socialdemocratici di Ponta hanno nuovamente stupito l'opinione pubblica romena proponendo un disegno di legge che prevede l’amnistia per chi si sia reso colpevole di reati che hanno ricevuto una reclusione al di sotto dei sette anni.

In molti hanno naturalmente interpretato l'iniziativa come una misura per salvare i propri colleghi di partito.

Dopo un’ampia polemica pubblica il dibattito sul disegno di legge è stato spostato da dicembre 2013, quando era stato inizialmente previsto, al febbraio di quest'anno.

Il progetto è stato duramente criticato dal PDL ma non ha nemmeno il sostegno dei liberali, partner di governo. Questo è un ulteriore elemento per ritenere che l'attuale coalizione di governo potrebbe andare in frantumi molto prima delle presidenziali (che si terranno probabilmente a novembre). Anche perché sembrerebbe non esserci più alcuna garanzia che il Partito Social Democratico (PSD) appoggi alle presidenziale il liberale Crin Antonescu, così come da patti di governo. Proprio per questo ieri quest'ultimo, in una conferenza stampa, ha chiesto garanzie scritte da parte degli alleati che sarà proprio lui il candidato di coalizione alle presidenziali.