Tranne quelli del Delta, nessun altro porto romeno sul Danubio offre il servizio trasporto passeggeri e il trasporto merci, dalla fine del comunismo, è in caduta libera. Ma il fiume garantirebbe trasporti meno costosi e meno inquinanti di quelli su gomma
(Pubblicato originariamente da Adevărul e selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)
Il Danubio scorre per più di 1000 km in Romania. Dal punto di vista economico e turistico, il fiume, il più lungo nell'Unione europea, dovrebbe essere una vera manna per il paese. Dovrebbe essere ritenuto un vero e proprio asse di comunicazione, in particolare considerando che il trasporto fluviale costa il 30% del trasporto su strada. Il turismo rappresenta una risorsa altrettanto importante. In Germania e Austria, che si dividono meno chilometri di fiume, è un settore che genera 120 milioni di euro di entrate annuali.
In Romania, il potenziale del Danubio non è però tenuto in considerazione in modo adeguato. Secondo le associazioni di armatori romeni, sebbene sia utilizzato per il trasporto merci, il volume delle merci trasportate è diminuito del 58% tra il 1991 e il 2018. E la situazione del trasporto passeggeri è ancora peggiore: quasi nessuna nave passeggeri romena ha navigato sul suo corso negli ultimi due decenni. Solo le navi da crociera provenienti da altri paesi che si affacciano sul Danubio navigano sul suo lato romeno. Oltre a rare soste, si fermano nei porti romeni solo in caso di emergenza medica o problemi tecnici a bordo. "L'ultima volta che una barca passeggeri si è fermata a Galaţi (città all'ingresso del Delta, a nord-est della Romania) è stato quando un passeggero è morto a bordo", sottolinea il sindaco di Galaţi con cinismo.
Meno domanda? Ma per davvero?
Varie ragioni possono spiegare la scomparsa delle imbarcazioni per passeggeri sul Danubio. Il primo è sicuramente la lentezza di questo tipo di trasporto. Via fiume, ci vogliono tra i 40 e i 50 minuti per collegare Galaţi a Brăila, mentre serve un quarto d'ora in macchina per percorrere i 20 chilometri tra le due città. In teoria quindi, non vi dovrebbe essere alcuna richiesta.
I fatti rivelano una realtà ben diversa. Nel 2018, in occasione della Giornata della Marina, le autorità di Galaţi hanno messo a disposizione tre imbarcazioni passeggeri, tra cui due navi storiche in eccellente stato di conservazione. Migliaia di persone hanno prenotato un posto per queste mini-crociere sul fiume e le tre barche non sono state sufficienti per far fronte all'entusiasmo.
Un sondaggio condotto dall'associazione "Galaţi, la mia città" conferma la richiesta degli abitanti di Galaţi di poter raggiungere la città di Brăila via fiume. Ma chi potrebbe riaprire questa linea? In occasione di numerosi scambi avuti con il municipio di Galaţi, l'associazione si è resa conto che né i sindaci delle due città, né il consiglio di contea hanno i mezzi per farlo.
La ragione è semplice: richiederebbe importanti investimenti, difficili da ammortizzare e che potrebbero essere sanzionati dalla Corte dei conti. Ma allora come è riuscito il comune di Timişoara ad attivare una linea passeggeri sul fiume Bega, che l'attraversa da ovest a est? Le imbarcazioni coinvolte vengono considerate trasporto pubblico e la Corte dei conti non ha sollevato alcuna obiezione. Il colmo è che le barche utilizzate a Timişoara sono realizzate nei cantieri navali di Galaţi.
Il Consiglio della Contea di Brăila ha anche una barca propria per trasporto passeggeri: l'Ovidiu 1. Costruita nel 1983 per l'ex liceo della Marina, è di proprietà della contea dal 2014. La contea ha investito 200.000 lei per ristrutturarla e spende circa 5000 lei al mese per la sua manutenzione. Denaro gettato dalla finestra poiché questa nave per 100 passeggeri viene utilizzata al massimo due o tre volte l'anno.
Viene anche affittata per 708 lei all'ora [circa 105 euro], il che significa che il viaggio di andata e ritorno Galaţi-Brăila costerebbe tra i 1200 e 1500 lei [circa 250-315 euro]. Anche coprendo solo metà della capienza il costo di un biglietto si aggirerebbe sui 25-30 lei a persona [circa 5-6 euro], un prezzo basso se si considera che durante queste due ore di navigazione di può ammirare il fiume in tutto il suo splendore.
Altre due navi storiche sono ormeggiate a Galaţi e Brăila: la Tudor Vladimirescu e la Borcea. Entrambe hanno oltre un secolo e sono tra i pochi piroscafi a pale ancora funzionanti al mondo. Ma rimangono in porto, arrugginiscono e generano costi di manutenzione.
Anche le aziende private sono recalcitranti a rilanciare le linee passeggeri. Richiederebbe troppi investimenti, ai quali verrebbero aggiunte molte procedure amministrative, che a loro sembrano mangiarsi tutta la possibile redditività.
I terminal fantasma del Danubio
In teoria, lo stato romeno si è fatto carico del trasporto passeggeri sul Danubio. Tra Isaccea, all'entrata del Delta, e il Mar Nero, le tratte godono di sovvenzioni pubbliche, essendo il fiume l'unica via di comunicazione della regione.
Ma a monte di Isaccea, il trasporto fluviale di passeggeri non esiste più. Tuttavia, non è per mancanza di investimenti dello stato. A Galaţi, ad esempio, nel 2011 è stato inaugurato un terminal internazionale galleggiante per soddisfare i requisiti per l'adesione allo spazio Schengen. L'edificio di 700 m2 si sviluppa su due livelli, comprese le sale d'imbarco e i posti di controllo alle frontiere. Ma sin dalla sua inaugurazione, avvenuta con grande clamore, non ha accolto le masse di turisti programmate.
Sono solo poche le navi da crociera straniere che vi si fermano, soprattutto perché è il modo più semplice per raggiungere il famoso villaggio tradizionale di Văleni, in Moldavia.
La costruzione del terminal è costata un milione di euro e la manutenzione inghiotte circa 50.000 euro ogni anno. Non è la sola situazione scandalosa: altri edifici dello stesso tipo giacciono, abbandonati, lungo le rive del Danubio: a Giurgiu, Brăila, Tulcea, Hârşova e Sulina.